Ora più dolce la memoria effonde
nostalgia nel profondo e ombre di sogni
in me fluttuano lente.
Nel vortice bambino
intessevi stupori con gorgheggi
e riverberi di sole al balcone
e io intrecciavo trame di cielo
sfumando fili arcobaleno.
Sogni ballerini ritmati
dall’inebriante ruota con tuo padre,
deposti quieti sul tuo sillabario
e sulla prima maglia
di funambolo della palla.
Vedi… discioglie la memoria
gli aneliti travolti e inabissati
ma vagheggia di naufraghi
sospinti verso l’isola dalla brezza.
A Capo Passero si tocca l’isola
porto di sogni vagabondi
senza saper nuotare
senza zattera o remi.
-Attenti alle correnti- avverte
l’uomo fanciullo dallo sguardo buono
e sul mare traccia la sola via
fidata per il guado.
Lì, sull’isola -aggrappati- i miei sogni.
Tu –mio figlio- deciso
cammini sulla sabbia corallina
con l’isolano silenzio d’intorno-
la carezza dell’onda sulle spalle.
Lo zaino stipato alto
sulle tue braccia tese.
Me lo offri in dono. Sai che il sogno è vita.
Testo di Danila Olivieri