Siamo giunti infine al film che precede l’avvento del tanto atteso Endgame.
Molte erano le speranze per la prima, e forse anche più potente, supereroina del MCU, contando anche il fatto che le storie a fumetti dalle quali è tratta non hanno riscosso tanto successo. Ebbene, visto il box office finora, si direbbe che l’rede di Mar-Vell si sia riscattata alla grande. Ma non come speravamo tutti…
Captain Marvel è una pellicola del 2019 diretta da Anna Boden e Ryan Fleck (Have You Seen This Man?, 5 giorni fuori).
Vers, interpretata da Brie Larson (Scott Pilgrim vs. The World, Room, Kong: Skull Island), è un membro della Starforce, potente unità operativa Kree impegnata in missioni contro gli Skrull. Non ricorda nulla del suo passato, ma sa che i Kree le hanno salvato la vita donandole degli straordinari poteri.
Durante una missione, Vers viene fatta prigioniera da Talos, il comandante degli Skrull, interpretato da Ben Mendelsohn (Il cavaliere oscuro: il ritorno, Rogue One: A Star Wars Story, L’Ora più Buia), che intende trovare un motore a velocità luce insinuato nei suoi ricordi. Vers fugge e piomba letteralmente sulla Terra degli anni 90, dove, accompagnata da un ancora binoculare Nick Fury, che non ha bisogno di presentazioni, dovrà raggiungere tre obiettivi: recuperare i suoi ricordi, con essi scoprire il luogo dove si trova il motore a velocità luce e, infine, fermare gli Skrull dal rubarlo.
Oltre al puntare molto sul fattore nostalgia di un tempo ormai lontano (trent’anni non sono pochi), tra la tecnologia retrò, la musica che stava iniziando a cambiare drasticamente e l’ormai rimpianto Blockbuster, lintento principale di questo film è il mostrare di che cosa sia capace colei che, parrebbe, sia l’unica persona in grado di battere Thanos e rimediare al suo genocidio globale.
In parte ci riesce… e in parte no.
Il difetto principale di questo film, e spiace molto dirlo, è proprio il personaggio di Carol Danvers. Attenzione: non si tratta di sessismo, ma di semplice riconoscimento di una debole sceneggiatura, soprattutto nei riguardi della protagonista: si può accettare che l’abbiano resa potente, praticamente imbattibile, ma non sembra per niente umana, perché a prima vista parrebbe priva di difetti, per non dire di caratterizzazione: a volte è seria, a volte è sarcastica… non ha una vera personalità, ed è un peccato, perché nei fumetti, per lo meno, Carol risulta molte volte simpatica, nonostante sia messa in storie non molto interessanti.
Probabilmente non sarà una cosa voluta, ma i maschi vengono presentati con molti difetti, a differenza del comparto femminile, e piacciono di più proprio per questo: o sono distratti o sono malvagi o tutti e due, ma ciò ci spinge ad empatizzare di più con loro.
Altri personaggi adorabili sono le due Rambeau, soprattutto la piccola Monica (per chi non la conoscesse, sarà la futura Miss Marvel). Certo, ancora non si è mostrato il suo lato fangirl dei supereroi, ma questo perché in quegli anni l’unica “super” era proprio Capitan Marvel.
Altro di fetto è la CGI, che a tratti risulta anonima, o anche finta. Sarà una sottigliezza, ma in diverse scene nello spazio i capelli a gravità 0 sembrano fatti di plastica. Ma ora passiamo ai pregi; prima di tutto la trama: nonostante una protagonista poco interessante, il contesto in cui è posta risulta coinvolgente: la guerra tra Kree e Skrull viene esplorata in maniera inaspettata: questi ultimi non sono una specie assetata di potere e conquista, come ci avevano propinato in diverse serie animate dei Fantastici 4, a un popolo costretto a rispondere ad un fuoco che non avevano minimamente istigato. Ciò è anche un buon collegamento coi primi Guardiani della Galassia, e alla decisione iniziale della Nova Corps assai criticata da Ronan il Distruttore.
Oltre a ciò, fa piacere vedere gli Skrull con addosso del vero trucco, e non l’ormai abusata computer grafica: sembrano decisamente più reali e, in mancanza di una parola migliore, “presenti” nel film.
Oltre a ciò, i personaggi secondari valgono la visione del film. Un Nick Fury neo capo S.H.I.E.L.D. un Talos non esattamente “villain”, un misterioso Yon-Rogg interpretato da un sempre carismatico Jude Law (Era mio padre, Sherlock Holmes, The Young Pope, Animali Fantastici) e ovviamente Goose. Solo… Goose.
Alla fine Captain Marvel non è un brutto film, ma neanche uno dei migliori del MCU. Ci si aspettava di più ma si temeva anche peggio.
Se c’è una cosa che ci ha insegnato la Marvel al cinema, tuttavia, è che riesce a gestire meglio i gruppi dei personaggi singoli, quindi c’è molta speranza per Carol in Endgame.
Inutile dirlo, l’omaggio iniziale a Stan fa già piangere già all’inizio, e il suo cameo è una piccola perla citazionistica che pochi capiranno.
Andrea De Venuto
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