Salve a tutti e benvenuti a questa nuova puntata di Interviste impossibili! Acheron Books è una casa editrice che si concentra sul fantastico e assurdo, in particolare quello ambientato in Italia. Parlando di genere “weird”, recentemente la casa editrice si è unita al progetto editoriale Vaporteppa, fortemente incentrato sul grottesco e lo steampunk. Insomma, un matrimonio che “s’ha da fare”. Sentiamo un po’ il parere di Samuel Marolla, responsabile editoriale Acheron Books.
Com’è nata la vostra casa editrice? Il nome Acheron è un tributo a Il silenzio degli innocenti?
Acheron è nata nel 2014 dall’idea di un gruppo di amici, appassionati di letteratura fantastica e allo stesso tempo con una importante esperienza imprenditoriale alle spalle, di tentare l’avventura. L’obiettivo della casa editrice è di diventare un punto di riferimento sia in Italia che all’estero per la letteratura fantastica ad ambientazione italiana, quindi basata specificatamente su ambientazione, storia e folklore italiani. Il nostro slogan è difatti: “Speculative fiction. Made in Italy. Shared worldwide.” Abbiamo infatti anche una collana in inglese che distribuiamo in ambito internazionale.
Il nome non deriva da Il silenzio degli innocenti, nonostante il logo rappresenti la famosa farfalla Acherontia Atropos. Essendo nati proprio per diffondere la narrativa fantasy italiana, abbiamo scelto un nome che rappresentasse un po’ la porta fra due mondi, quello italiano e quello dei lettori internazionali. Acheron deriva quindi dal mitologico fiume Acheronte, citato nella Divina Commedia di Dante, e allo stesso tempo è l’Impero di Acheron, terribile regno perduto e maledetto di cui si parla in diverse avventure di Conan, il celeberrimo barbaro creato dalla penna di Robert Howard. Quindi, fantastico italiano e fantastico anglosassone che si incontrano!
Con che criterio valutate i manoscritti?
Siamo molto esigenti. Chiediamo che la proposta venga corredata da un “high concept”, cioè una o due righe in cui si descriva qual è l’idea centrale e originale dell’opera. E dev’essere davvero un’idea originale. Noi vogliamo distinguerci anche come originalità delle storie, quindi siamo interessati solo a idee nuove. Pur sapendo, naturalmente, che di idee realmente nuove non ne esistono, ma che si tratta sempre e comunque di rielaborazioni creative di ciò che già esiste.
Dopodiché, se l’idea è veramente innovativa, passiamo a valutare la sinossi e un paio di pagine di testo. Se anche a quel punto la struttura della trama è ben congegnata, e lo stile di scrittura è all’altezza dei nostri canoni, allora se ne può parlare.
Tutto questo rende difficile per noi trovare nuove opere ma è un modo per tenere sempre alto il livello qualitativo delle opere che proponiamo ai nostri lettori. Vogliamo distinguerci fortemente anche per la qualità, oltre che per l’italianità del nostro fantasy.
Avete cambiato i momenti di “apertura” per inviare i manoscritti. Parlateci un po’ di questo cambiamento.
Ricevevamo – e riceviamo tuttora, perchè è impossibile arginare questo flusso – tantissime proposte, ma non erano quasi mai adatte. Ci arriva di tutto: dalla poesia alla saggistica, dal thriller al romanzo di formazione. Ma noi cerchiamo solo genere fantastico, e inoltre ad ambientazione italiana. E anche quando ci è arrivato qualcosa di interessante, magari non era il momento giusto, perchè avevamo già in cantiere troppi libri su quell’argomento o con una ambientazione vagamente simile. Di fatto, questo rendeva cestinabile purtroppo il 99% delle proposte ricevute. Quindi abbiamo deciso di passare alle submission, come fanno gli editori inglesi e americani. Siamo noi a dire: “ok, signori, stiamo cercando un’opera fatta così e cosà; da questa data a questa data potete mandarci le vostre proposte, secondo queste regole”. La cosa ha funzionato benissimo. Finalmente riceviamo proposte personalizzate sulla base delle nostre reali esigenze di produzione. Abbiamo già contrattualizzato due opere di esordienti assoluti. Quindi proseguiremo con questa strada che ci sembra vincente.
Ho sentito che pubblicate opere italiane per il mercato estero: com’è stata la vostra esperienza?
Esperienza bella ma difficilissima. E’ enormemente costoso tradurre ed editare in lingua, e il nostro sforzo non ha portato i risultati sperati. Adesso quindi ci stiamo concentrando sul mercato italiano, mentre prepariamo un nuovo “ritorno” all’estero questa volta correggendo il tiro ecercando di fare tesoro dei nostri errori iniziali. Stiamo crescendo molto da tutti i punti di vista, e se tutto va secondo i piani, il 2020 potrebbe essere per noi l’anno del ritorno sul mercato estero.
In questo periodo vi è il boom dei librogame. Cosa ne pensate di questo tuffo nel passato? Parlateci della collana Zaira e del libro
Steam Romance – Gremlins ad alta quota.
Bisogna un po’ capire se “fu vera gloria” o se è un boom passeggero. Ma nel frattempo è nata questa bella opportunità con la cura editoriale di Mauro Longo, un nostro autore “storico” e massimo esperto italiano di librogame. Da tempo con Mauro si voleva tornare a lavorare insieme su qualcosa e Zaira è stata l’occasione perfetta. Volevamo anche avvicinarsi al mondo del gioco, i cui giocatori sono molto simili, e spesso sovrapponibili, ai nostri lettori. Le tematiche, le atmosfere sono spesso le stesse. Io inoltre credo che in Italia, oggi, la più importante fucina di creatività nel Fantastico appartenga al gioco di ruolo, e meno al fumetto o alla letteratura che si sono un po’ adagiati sugli allori. Insomma, per Acheron creare una collana che combinasse narrativa al gioco è stato veramente un passaggio naturale, direi quasi inevitabile. Steam Romance – Gremlins ad alta quota è quindi il nostro primo librogioco, scritto da una grande autrice self publisher italiana, Mala Spina. E’ divertentissimo e inoltre ha una sua deliziosa atmosfera steampunk. E c’è anche una storia d’amore!
A questo va aggiunto il libro uscito in contemporanea, Vivi e lascia risorgere, scritto da Mauro Longo; un librogame dark fantasy dove i Trapassati Redivivi – gli zombi rinascimentali creati da Mauro – daranno del filo da torcere agl incauti protagonisti.
Parlateci degli ultimi libri.
Dei librogame ne ho già parlato. Come novità di narrativa abbiamo Strike Force Therion, un romanzo di fantascienza dove il lisergico Massimo Spiga immagina dei Kaiju, dei mostri alti quanto montagne, devastare l’Europa. L’unica forza in grado di opporsi è una milizia paramilitare di combattenti audaci e pazzoidi reclutati niente meno che dal Vaticano! Siamo dalle parti di una Startship Troopers “di casa nostra”, dove religione, guerra e mostri giganti si uniscono in una combo che definire esplosiva è un blando eufemismo. Ma con Massimo Spiga siamo abituati a un livello di adrenalina e allo stesso tempo di profondità concettuale entrambi ben oltre la norma.
E’ invece uscito proprio in questi giorni Italian Way of Cooking – Pizza, mostri e mandolino, il seguito del fortunatissimo Italian Way of Cooking di Marco Cardone. E’ la storia di Nero Bonelli, un “Monsterchef”, cioè un cuoco cacciatore di mostri, che ne cucina poi la carne e la serve nel suo ristorante. Ma la carne di mostri, si sa, ha degli indesiderabili effetti collaterali…
Vi siete mai interessati a saghe?
Sì, perché c’è un pubblico di narrativa fantasy a cui piacciono molto. Abbiamo appena concluso la trilogia Poison Fairies di Luca Tarenzi, e stiamo pubblicando l’horror La saga dei vampiri di Claudio Vergnani, di cui è uscito il primo romanzo, Grimjank, l’anno scorso; il seguito, Il giorno dei morti, uscirà… il giorno dei morti 2019!
Sempre di recente l’etichetta editoriale Vaporteppa è entrata nella famiglia, ed è divenuta una collana Acheron Books. Il primo libro Vaporteppa in uscita è Streghette!, di Giulia Besa, il primo volume di una saga urban fantasy che racconta la formazione magica e le vicissitudini di una giovane strega in una affascinante quanto micidiale scuola di magia a Venezia…
Parteciperete al salone del libro?
Sì, e sarà la nostra prima volta. Siamo molto curiosi di vedere come il pubblico generalista risponderà alla nostra offerta “solo Fantastico”. Siamo comunque molto ottimisti, e il Salone potrà essere una splendida occasione di far conoscere il fantasy italiano di qualità anche al di fuori della cerchia degli appassionati.
Avete provato a esplorare altri generi letterari?
No, Acheron è e rimarrà sempre fortemente focalizzata sul genere Fantastico, quindi fantasy, fantascienza, horror e loro contaminazioni e sottogruppi. E’ un genere in realtà ampissimo: si va da Stephen King a Dino Buzzati, da Harry Potter a Italo Calvino, dall’Ariosto al Trono di spade. Quindi non è certo una nicchia. Anzi, io lo considero “l’altra metà del cielo”: c’è la letteratura realistica e quella fantastica, e rappresentano più o meno esattamente metà del mondo della letteratura. Quindi in questo campo ci stiamo comunque molto larghi!!
Scherzi a parte, siamo convinti che per distinguerci e per portare avanti il nostro progetto sia necessaria rimanere fortemente riconoscibili come “Quelli del Fantastico italiano”. E poi… ci piace talmente tanto, e c’è talmente tanto da pubblicare e far leggere, che ci basta e avanza!
Debora Parisi
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