Con riferimento agli articoli apparsi in queste ore su diverse testate giornalistiche, Nonpanic S.r.l. – società produttrice del programma “Matrimonio a Prima Vista” – precisa quanto segue. Le persone che richiedono di partecipare al programma scelgono liberamente di contrarre matrimonio davanti ad un ufficiale dello stato civile. Ciò è a loro ben noto in quanto sono chiamati a sottoscrivere una clausola contrattuale che testualmente recita “condizione essenziale per la Sua partecipazione al Programma nei termini e modi di seguito specificati è che Lei contragga matrimonio liberamente e senza riserve […]”.
Il contratto sottoscritto dai partecipanti non li obbliga a contrarre matrimonio né tanto meno prevede penali nel caso in cui uno o entrambi i nubendi cambino idea rispetto alla scelta di sposarsi. Come in tutti i contratti aventi ad oggetto la partecipazione ad una produzione televisiva, il contratto di partecipazione al programma prevede l’applicazione di una penale solo in caso di violazione del patto di esclusiva e degli obblighi di riservatezza nonché l’ammonimento che l’eventuale ingiustificato abbandono del programma può causare un danno alla produzione addebitabile ai partecipanti.
Va sottolineato che l’abbandono del programma è peraltro cosa diversa dall’eventuale decisione di non procedere più alle nozze, scelta che comunque consente di proseguire nella partecipazione al programma in considerazione dell’interesse televisivo ad apprendere le motivazioni della nuova scelta. La recente decisione del Tribunale di Pavia, nel respingere la richiesta di annullamento del matrimonio contratto nel corso del programma, ha confermato la validità del “Matrimonio a Prima Vista” e pertanto l’assoluta veridicità dei contenuti narrati nel corso del programma stesso. Ciò premesso, le coppie del programma sono e rimangono comunque libere – al pari di quanto consentito ad ogni altra coppia che ritenga non più tollerabile la prosecuzione della relazione matrimoniale – di richiedere e ottenere lo scioglimento del vincolo, in via consensuale o giudiziale, nei modi e nelle forme prescritti dalla legge italiana.