La casata del Lupo: intervista esclusiva a Demetrio Battaglia

Nato a Bassano del Grappa, Demetrio Battaglia lavora come consulente informatico e quando può si dedicata alla sua grande passione: la scrittura, soprattutto di genere fantastico.

Negli ultimi dieci anni ha pubblicato con varie case editrici una decina di romanzi e racconti lunghi (Arkhesya – gli albori, I veggenti di Arkhesya, I taccuini del ginepro, ecc.) partecipando anche a concorsi e antologie di livello nazionale e internazionale.

Per quanto concerne I taccuini del ginepro, sono una collana di intricati racconti gialli nei quali la tradizione del fantasy classico si unisce all’antica scienza erboristica. Trame dense di tensione si dipanano in luoghi magici e a ogni episodio, il lettore compirà un viaggio straordinario in compagnia di  Syrus (un vecchio e saggio erborista) e Novir (suo giovane e impetuoso allievo), intenti a svelare assassini, piante velenose, sicari misteriosi, stregoni e torbidi affari. 

Per saperne di più su questi enigmi, delitti efferati, veleni letali e simboli ancestrali, abbiamo intervistato l’autore ed ecco cosa ci ha confessato…

Ha carta bianca e tre aggettivi per descriversi…

Sono di certo una persona poliedrica, empatica e appassionata. Mi occupo di tante cose e anche se sono un informatico di professione, nella vita ho molte passioni che si sono trasformate in vere e proprie attività. Da molti anni mi occupo di scrittura e da pochi mesi ho festeggiato i 10 anni dalla mia prima pubblicazione: una trilogia di racconti fantasy che ha dato l’inizio al mondo di Arkhesya, un mondo fantastico dove ambiento tutti i miei romanzi e racconti. Tra le molte attività mi occupo di accompagnare chi lo desiderasse in percorsi di auto-conoscenza come la meditazione e le tecniche psico-corporee.

Mai senza?

Be’, per me è molto chiaro. “Mai senza un libro da leggere!” In ogni angolo di casa mia ho disseminato qualche libro, dei vari generi che leggo, perché dove mi fermo: divano, sedia, letto o studio devo avere a portata di mano un libro, aprirlo e perdermi nella narrazione o nella storia o nei concetti che sono riportati. Leggere è quasi una dipendenza per me. Se mi fermo per una pausa devo avere a portata qualcosa da leggere.

Cosa le piace leggere?

Da tanti, tanti anni ormai ho quasi del tutto lasciato la narrativa. Studio e leggo libri di saggistica, soprattutto filosofia e tradizioni spirituali del mondo. Questo per la mia passione nella ricerca e nella conoscenza di sé. In questo momento sto approfondendo tematiche di filosofia e meditazione buddista. Ho sempre però a portata di mano qualche romanzo fantasy per vedere come evolve il mio genere di narrativa preferito e perché un buon romanzo fantasy sa farti volare come pochi altri.

Se dovesse esprimere tre desideri?

Se devo essere sincero non ho desideri da esprimere per me, nel senso che impegno tutto il mio tempo a rendere la mia vita appagante, appassionante e, perché no, divertente. Quindi non mi manca nulla, sul serio. Se dovessi esprimere dei desideri sarebbero tutti rivolti a questa umanità che vedo un po’ allo sbando e senza direzione. Mi piacerebbe che diventasse in futuro sempre più armoniosa e in equilibrio.

La sua vita in un tweet?

Riporto una frase che per mi identifica molto è che mi accompagna da una vita: “L’unico tiranno al mondo che posso accettare è la vocina pacata della mia coscienza”.

Ci parli del suo ultimo romanzo. A chi lo consiglierebbe e perché?

Il mio ultimo romanzo intitolato La casata del Lupo, è il quinto episodio di una saga giallo fantasy dal titolo I taccuini del ginepro. Si tratta di una saga in cui i due protagonisti: Syrus il vecchio mago erborista e Novir, il suo allievo giovane e ribelle, sono implicati in strani delitti, quasi tutti causati da veleni misteriosi tratti da piante. Ogni episodio è auto-conclusivo e i nostri due eroi dovrebbero riuscire a scoprire l’assassino o gli assassini. Nel proseguire dei vari episodi però si scopre, pian piano, anche la vita di Syrus, i cui trascorsi non sono del tutto cristallini, e l’identità di Novir un orfano alla ricerca delle sue origini.

Il nome taccuini deriva dal fatto che Novir trascrive in prima persona gli appunti degli accadimenti che vive con il suo mentore. Il lettore quindi si troverà di fronte a un diario, in presa diretta, nel quale le avventure vengono vissute momento per momento con grande ritmo e velocità, senza fronzoli e descrizioni superflue.

Questi romanzi sono consigliati a chiunque, ho lettori dai 10 ai 100 anni perché sono divertenti e intriganti anche se il dotto Syrus, ogni tanto, dona qualcuna delle sue perle di saggezza.

Come nascono i suoi personaggi, vi è un collegamento con la realtà?

I miei personaggi, pur essendo chiaramente di fantasia, si possono considerare molto reali non tanto per la loro figura, quanto per qualità e debolezze, per caratteristiche sia interiori che esteriori. Mi ispiro a ciò che vedo e sento nel tratteggiare i personaggi delle mie narrazioni. Il lettore si troverà quindi di fronte agli stereotipi che conosciamo anche nella nostra realtà giornaliera. l’aguzzino, il ladro, l’egoista, la persona magnanima e il farabutto, l’assetato di potere, l’onesto e così via in una carrellata di personaggi che, taccuino dopo taccuino mostrano i pregi e i difetti della nostra umanità.

Le ambientazioni che sceglie provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?

Essendo una saga fantasy le ambientazioni sono tutte inventate e fanno parte di un mondo ideato da me, il mondo di Arkhesya appunto. È un mondo equiparabile a un medioevo parallelo dove esistono anche magia e creature magiche, ma dove si svolgono storie di scontri tra persone, di rivalità tra casate, di scontri tra grandi eserciti o tra ordini magici.

Penso in ogni caso che qualsiasi sia l’ambientazione o i personaggi che si muovono nelle sue narrazioni, ogni scrittore proietti qualcosa di sé, del suo modo di essere e di come sente e percepisce il suo mondo. Anche per me è così.

Come può riassumere ai suoi lettori il suo romanzo? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?

In questo romanzo Syrus e Novir, dopo mille peripezie affrontate nei precedenti quattro taccuini, si trovano nel pieno della loro storia. In questo ultimo racconto Novir avrà a che fare con la sua vera famiglia e Syrus dovrà fare i conti con il suo torbido passato. I nostri approdano a una città nella quale si svolgeranno una serie di accadimenti, da un lato terribili e dall’altro inattesi. A causa di questi fatti i protagonisti si troveranno a dover prendere decisioni alle quali non avevano pensato, in attesa del nuovo taccuino.

È già al lavoro su un nuovo libro?

Questo episodio della saga getta i semi per il prossimo che dovrebbe uscire a fine anno. Ho già la trama in mente e alcuni episodi importanti che dovrebbero portare il lettore ancora più in profondità nella saga, ma non posso svelare di più… in fondo si tratta sempre di gialli e non posso di certo svelare i colpevoli!

 

Silvia Casini

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