Di norma, il tè degli High tea party era l’Earl Grey, mentre durante i Low tea party andava per la maggiore il Darjeerling, proveniente dall’India.
Una saggia padrona di casa non invitava mai più guest di quanti potessero parteciparvi e tra le regole imposte, era necessario che al centro del tavolo si mettesse una composizione di fiori o foglie per ravvivare l’ambiente. Bisognava anche non dimenticarsi dei candelabri e occorreva disporre sul tavolo, oltre alle tazze, anche i piattini. Quindi, non dimenticatevi del necessario e se preparerete gli scone, occorreranno anche i coltellini per tagliarli orizzontalmente e farcirli con crema e marmellate. In caso di sandwich, serviranno le pinze per prelevarli, se ci saranno torte, invece, saranno necessarie le palette e per le marmellate i cucchiai per servirle. E ricordatevi anche che dovrà essere la padrona di casa a servire il tè agli ospiti.
In caso di un Afternoon tea party, da tener presente che si svolge in maniera rilassata su divanetti e poltroncine e non seduti a tavola. Se avete un giardino, approfittatene per realizzare un Garden afternoon tea party. Tempo permettendo ovviamente. In estate, ad esempio, sarebbe perfetto un Floreal afternoon tea party con tanto di deliziose pietanze floreali e tè fruttati.
Afternoon tea party
In onore della duchessa Anna di Bedford, potete organizzare questo rituale fondamentale in Inghilterra, che venne istituzionalizzato dalla Regina Vittoria. Può essere un ottimo modo per socializzare con amici vecchi e nuovi, per festeggiare ricorrenze importanti o semplicemente per concedersi un pomeriggio di puro relax. I tè utilizzati per questo tipo di tea party sono quelli della tradizione inglese, quindi tè neri e rossi cinesi, indiani e di Ceylon. Spesso si utilizzano le miscele storiche come il Prince of Wales: realizzato con i più pregiati tè neri provenienti dalle province della Cina centrale e meridionale, tra cui il famoso Yunnan, ha un profumo intenso e un sapore leggero e delicato, in cui si percepiscono note fruttate e un lieve sentore di cacao. Anche le ricette delle portate sono quelle tradizionali britanniche, dagli scone agli shortbread, ai sandwich, ai dolcetti alla torta finale. Da organizzare dalle ore 15:00 alle 18:00.
Il libro
Nel libro Un tè con Mr. Darcy, c’è un’intervista eloquente alla fondatrice della JASIT, la Jane Austen Society of Italy, dove si evince che nelle sue lettere, Jane era una bevitrice di tè, e assai interessanti sono alcuni riferimenti alle sue abitudini in merito. Ad esempio, a quei tempi, il tè era merce molto costosa, e il suo approvvigionamento richiedeva forti somme di denaro (veniva da lontano e, durante il viaggio, gli importatori correvano il rischio di perdere il carico a causa, per esempio, di naufragi). E una volta approdato in un porto inglese, poteva venire rubato per essere smerciato di nascosto, illegalmente. Nelle case, quindi, veniva tenuto sotto chiave. Questa veniva affidata solitamente alla padrona di casa.
A Chawton, era Jane a custodire questa preziosa chiave della dispensa. In una lettera dell’ottobre 1798 scrive alla sorella Cassandra: «Porto con me le chiavi della cantina e della dispensa; e per due volte da quando ho cominciato questa lettera, ho dovuto dare ordini in cucina».
Non solo: Jane si occupava anche dell’approvvigionamento quando andava a Londra (e ci andava spesso perché lì viveva uno dei fratelli, Henry). Andava nello storico negozio di Twinings sullo Strand, lo stesso che esiste ancora oggi. Le varietà tra cui scegliere a quei tempi erano numerose, ma tutte cinesi. Il tè usato in Inghilterra, infatti, è stato per lungo tempo solo quello cinese, nero o verde. Soltanto nella seconda metà dell’Ottocento comincia a essere importato massicciamente dall’India e da Ceylon. Nelle lettere, Jane parla quasi sempre genericamente di tea (tè). Solo in un caso parla di green tea (tè verde) e in un altro di China tea, che probabilmente era una miscela di tè nero.
Ai tempi di Jane Austen, ovvero all’epoca della Reggenza, il tè veniva servito durante le visite di parenti e amici e, soprattutto, dopo cena. Gli orari dei pasti erano molto diversi da quelli a cui siamo abituati oggi. La cena, ad esempio, si svolgeva nel pomeriggio, dalle tre in poi (ma le classi sociali più altolocate la consumavano più tardi). Alla fine della cena, le signore lasciavano la sala da pranzo e si ritiravano in salotto (drawing room), in modo da lasciare spazio ai gentiluomini, così potevano essere liberi di fumare, bere e parlare senza freni. Quando poi i gentlemen raggiungevano le signore in salotto, veniva servito il tè e prendevano il via alcuni passatempi tradizionali: si leggevano libri, spesso a voce alta a beneficio dei presenti, si giocava a carte, si disegnava, si ballava, ecc..
Dove bere tè?
Quando sarà possibile (Covid permettendo), uscite di casa e fate un salto a Roma, a Piazza di Spagna, presso la Babingtons Tea Room, uno storico locale che, inaugurato nel lontano 1893, ancora oggi offre l’opportunità di gustare l’eccellenza del tè accompagnata da diverse pietanze della tradizione culinaria britannica, sia dolci che salate, come ad esempio le uova alla Benedectine o il riso al curry con salsa chutney e noci tritate. Ovviamente, il momento clou è quello del tè delle cinque, che viene servito con teiere pregiate ed esclusivi servizi in porcellana, ed è possibile degustare i club sandwich, i plumcake, i muffin, oppure svariati dolci al cioccolato, al limone o all’arancia.
Un’altra gita fuori porta estremamente consigliata è anche la magica Sala dei 101 tè a Calcata, dove le fumanti tazze di tè possono essere sorseggiate assaporando squisite torte fatte in casa.
Silvia Casini
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