Il titolo Storie sbagliate (Golem edizioni) rinvia alla “deviazione di rotta” dolorosa, lacerante quando non mortifera che subisce l’esistenza dei protagonisti di ogni storia.
Storie di violenza psicologica e fisica, declinata in molteplici e aberranti modalità: donne uccise da un maschio dominante, bambine vittime di violenza domestica, giovani figure trattate come meri oggetti sessuali dal branco, che le molesta e le viola, bambine mutilate nella loro femminilità e innocenza, ragazzine costrette a subire indicibili angherie e violenze da donne che le considerano loro proprietà, donne nient’affatto tutelate nei loro diritti alla maternità, vessate da un ambiente lavorativo persecutorio.
L’adesione delle autrici al progetto in questione parte dalla condivisione di un principio fondamentale, vale a dire la fiducia nella forza della parola letteraria come strumento di denuncia, di divulgazione e di sensibilizzazione, come atto concreto suscettibile di scardinare o almeno aprire piccole, ma significative falle in meccanismi culturali, lavorativi e sociali, modi di vivere e forme del pensare permeati, spesso in modo subdolo e dissimulato, dalla violenza e dalla violazione dei diritti (femminili in primis).
L’antologia è stata strutturata in modo speculare: a ogni racconto (la maggior parte dei quali si richiamano a tragici fatti di cronaca) fa da contraltare una poesia, a esso ispirata. Solo in un paio di casi le forme espressive si invertono ed è il racconto che prende ispirazione da una poesia. Due linguaggi diversi, ma complementari, che cercano ognuno a modo proprio di raccontare l’irraccontabile, l’indicibile che è sotteso a qualsivoglia forma di violenza.
Parlateci un po’ di voi…
IB Sono innamorata delle parole e del loro suono. Mi occupo di insegnamento (lingue straniere) e traduzione letteraria. Organizzo laboratori di lettura e scrittura per bambini. Vivo in mezzo alla natura e agli animali. Sono autrice di poesia, miniracconti e storie per l’infanzia.
IN Ho due passioni fondamentali: la scrittura e la ricerca filosofica. E poi amo il mare, la natura, la vita tranquilla.
MCS Sono una persona ottimista, determinata e sognatrice. Mi occupo di comunicazione nel senso più ampio del termine: grafica per formazione e mestiere, giornalista per vocazione e professione, autrice di narrativa e poesia per passione.
Cosa vi piace leggere?
IB Poesia, narrativa contemporanea (prevalentemente in lingua francese), letteratura per ragazzi.
IN Letteratura e filosofia.
MCS Narrativa mainstream, poesia, biografie.
Qual è il vostro hobby?
IB Camminare da sola in campagna e recuperare, ridipingere con colori pastello mobili vecchi.
IN Non ho molto tempo libero purtroppo, ma appena posso cammino. Mi piace camminare nel verde. A Bologna ci sono strade bellissime sui colli, basta un attimo e ci si trova a contemplare la città dall’alto.
MCS Amo fotografare.
Parlateci del vostro libro. A chi lo consigliereste e perché?
È un’antologia a cura di sette voci femminili che prova a raccontare la violenza fisica e psicologica nel suo doloroso intrecciarsi con la follia, il sopruso, l’ignoranza, la discriminazione, l’abuso, l’ingiustizia. Il nostro è stato un tentativo non facile di raccontare l’irraccontabile e abbiamo cercato di farlo con il massimo rispetto e con la maggior delicatezza possibile. Un libro che auspichiamo sia letto da uomini e donne, da ragazze e ragazzi, perché crediamo nell’importanza di fare rete contro la piaga della violenza. Il silenzio è sempre dannoso, mentre leggere del problema e prenderne coscienza può essere salvifico.
Come sono nati i personaggi?
I personaggi sono ispirati a storie di cronaca ma ricreati dalla fantasia delle autrici. Abbiamo cercato di ricostruire, ognuna in base alla propria sensibilità, un pezzo del loro vissuto violento, nel tentativo di dare voce al loro dolore.Le donne di “Storie sbagliate” hanno identità proprie e ci raccontano – quasi sempre in prima persona – ciò che hanno vissuto, i loro pensieri, i loro sentimenti.
Vi è mai venuto il “blocco dello scrittore”?
IB Più che di blocco dello scrittore parlerei di momenti particolarmente difficoltosi della mia esistenza in cui mi sono completamente distaccata da lettura e scrittura. Ciò che mi conforta però è che, una volta superata la fase più critica, le parole sono tornate a sgorgare, a zampillarmi attorno e dentro.
IN Sì, purtroppo mi capita spesso. A volte aspetto che passi da solo, altre volte lo affronto. Scrivo, butto giù tutto quello che mi passa per la mente e alla fine lo supero.
MCS Per fortuna no.
Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
IB Il mondo naturale, l’universo femminile, la memoria, il rapporto lingua-identità.
IN Ne ho tante: le persone che ho intorno, i libri che leggo, le canzoni, le poesie, i ricordi.
MCS La vita, le persone, la natura.
Qual è il messaggio insito nel libro?
Con questo libro abbiamo voluto dare voce a chi purtroppo non può più parlare. Il messaggio alla base è di rispettare l’altro, amare nel vero senso della parola, cioè volere il bene della persona amata. E poi c’è il fatto che non è mai una buona idea tacere la violenza: non allontanarsi e aver paura di denunciare può risultare fatale. Vogliamo quindi supportare e sostenere concretamente chi è vittima di violenza a vincere il tabù del silenzio.
Quanto c’è di voi nei personaggi?
Abbiamo cercato di metterci dal punto di vista delle persone che hanno subito violenza prestando loro la nostra voce poetica. Ci siamo immedesimate nella storia di queste vittime per poterne scrivere. Di noi forse c’è la necessità che ha ogni anima di dirsi e di esprimersi, anche attraverso storie non vissute in prima persona.
Progetti futuri?
IB Una silloge poetica in corso di stampa e uno studio sulla letteratura migrante e dell’esilio di lingua francese.
MCS Qualcosa in lavorazione, sia per la poesia che per la narrativa, ma è troppo presto per parlarne.
IN Sto scrivendo un romanzo. Abbiamo anche un progetto noi tre insieme, una raccolta di racconti e poesie.
Silvia Casini
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