A ben venticinque anni dalla realizzazione del cult per bambini (e per amanti del basket) Space Jam, Warner Brothers ha pensato bene che questi tempi sarebbero stati maturi per un eventuale reboot di tale pellicola, che vedeva coinvolta la star della pallacanestro Michael Jordan in una folle partita tra personaggi dei cartoni animati, capitanati dall’irriverente Bugs Bunny.
Saltando quindi quel Looney Toones: back in action del 2003 di Joe Dante, che di Space Jam fu una sorta di sequel, ecco quindi pendere luce nel 2021 il qui presente Space Jam: New Legends, dove ad essere in ballo sarà un nuovo scontro buoni contro cattivi, ma nel vasto regno del 2.0, ovvero in un potente server ricco di innumerevoli mondi.
Diretta dal Malcolm D. Lee di Scary Movie 5, l’opera ha per protagonista un altro campione del mondo del basket, LeBron James, la cui presenza dovrebbe colmare l’assoluta assenza di Jordan in scena (per lui neanche l’ombra di un cameo, salvo una divertente parentesi legata all’omonimia del suo nome) e che punta all’obiettivo di coinvolgere nuove generazioni di spettatori in questo folle film ricco di colori.
Tutto ha in inizio quando, nel server che si trova nei sotterranei degli studi Warner bros, il potente algoritmo Al G. Rhythm (Don Cheadle) intende voler assumere più poteri e gloria con uno stratagemma a dir poco folle; il suo piano è voler rapire il campione di pallacanestro LeBron James, detto King James, e coinvolgerlo in una partita dove ci sarà da giocarsi il tutto e per tutto.
Rapendo James stesso e suo figlio Dom, Al propone quindi una sfida all’ultimo canestro, dove la posta in gioco sarà altissima.
Tutto però nella squadra che LeBron dovrà allenare, cioè i Looney Toones, i quali, capitanati da Bugs Bunny, tenteranno ogni minimo sforzo pur di arrivare all’obiettivo, anche a suon di gag comiche come solo loro sanno fare.
In questa epoca di remake, reboot, sequel e prequel, era inevitabile pensare che un’opera come Space Jam di Joe Pytka (regista che veniva dal mondo degli spot televisivi) venisse riproposta ai tempi d’oggi, con tutti i pro e i contro del caso (lo stesso film del ’96, oltre a divertente opera d’intrattenimento, era anche un evidentissimo pretesto per product placement molesto).
Scritto a sei mani e con nomi come Ryan Googler (regista di Black Panther e Creed) e Ivan Reitmen (regista di Ghostbusters – Acchiappafantasmi) coinvolti in cabina di produzione, Space Jam:New Legends non è da meno di fronte a tutto ciò, venendo fuori una pellicola pomposa e martellante che ha il solo scopo di infarcire le sue quasi due ore (!) di durata con tutto il dicibile del cinema “baraonda”; mischiando personaggi reali con quelli in carne ed ossa (anche se lo stesso James, anche produttore del film, per un determinato tempo appare in sola forma di cartoon) si ha quindi modo di assistere ad una serie di situazioni al fulmicotone, incentrate a venerare il vasto regno cinematografico e non della Warner (inseriti e citati a forza opere come Matrix, Casablanca ed anche il televisivo Il trono di spade), con tanto di elementi pubblicitari sparsi qua e là (Nintendo, Nike, e così via).
Va bene la consapevolezza che un’opera del genere viene tirata su per questi esili scopi, ma alla lunga la visione stufa, divenendo un mero lungometraggio fotocopia del precedente capitolo datato ’96 e indirizzandosi esclusivamente agli appassionati del basket (oltre ad un divertito James anche la presenza di campioni del settore come Sue Bird, Anthony Davis, Braymond Green, Damian Lillard, Klay Thompson e Nneka Ogwumike), fagocitando addirittura la mitologia che c’è dietro al vasto mondo Warner e Looney Toones.
Da notare inoltre la presenza di un Cheadle assolutamente fuori parte nei panni del villain di turno.
Avrebbe potuto far contenti grandi e piccini Space Jam: New Legends, ma così come è stato concepito è difficile ammettere che possa far felici entrambe le parti.
Mirko Lomuscio