Di incontri ravvicinati del terzo tipo ne abbiamo visti al cinema, da quelli pacifici raccontati da Steven Spielberg a quelli sempre meno rassicuranti al centro di diversi blockbuster fantascientifici, in cui l’invasione aliena è il primo dei problemi da affrontare (e sempre a proposito di Spielberg ricordiamo il suo remake de La guerra dei mondi).
Traendo ispirazione da un romanzo di Gene Brewer, nel 2001 ha fatto la propria apparizione nelle sale K-PAX – Da un altro mondo, ovvero un incontro ravvicinato affrontato con occhio totalmente clinico e introspettivo.
Diretto dallo Iain Softley autore di Backbeat – Tutti hanno bisogno di amore e Hackers, il film ha per protagonisti i premi Oscar Kevin Spacey e Jeff Bridges, rispettivamente nei ruoli di un paziente e di uno psichiatra di grande esperienza, uniti in una scoperta che probabilmente va al di là del genere umano.
Tutto comincia quando, a seguito di un tentato scippo, alcuni agenti di polizia trovano un tipo piuttosto strano che dice di chiamarsi Prot (Spacey).
Persona dagli atteggiamenti sospetti, viene lasciato in una clinica psichiatrica e in cura sotto il Dr. Mark Powell (Bridges), che impara a scoprire progressivamente cose sempre più interessanti nel paziente.
Dichiarando di provenire da un pianeta chiamato K-PAX, infatti, Prot rivelerà col tempo alcuni dettagli ed elementi che catturano non poco l’attenzione di Powell, il quale comincia a credere fortemente che lo sconosciuto provenga da un altro sistema solare.
E sconvolgenti verità lo attendono, portandolo ben oltre il normale concetto di studio psichiatrico.
Lungometraggio dalle venature fantascientifiche ma ancorato fortemente al genere drammatico, K-PAX – Da un altro mondo giostra tutta la propria componente immaginifica su parentesi che riguardano l’immaginazione dello spettatore, pronto a credere alla natura aliena del protagonista Prot grazie ad alcuni dettagli ben giocati.
Al regista Softley interessa narrare il tutto privilegiando l’aspetto prettamente umano e ponendo in secondo piano il dubbio sulla reale provenienza del personaggio di Spacey.
In modo da ottenere un racconto per immagini basato sull’incontro e lo scontro tra persone differenti ma consapevoli di poter comunicare.
L’aspetto che lo script di Charles Leavitt tende ad approfondire maggiormente.
Ovviamente, l’intero film è sorretto dalle spalle dell’accoppiata Spacey/Bridges, il primo fornito di “alienanti” occhiali da sole perennemente sul volto, il secondo in versione medico.
Due garanzie in fatto di grande performance, qui in un tour de force interpretativo in cui si spalleggiano alla perfezione.
Edito in dvd grazie a CG Entertainment (www.cgentertainment.it) in collaborazione con Minerva Pictures, K-PAX – Da un altro mondo vede infine il proprio cast completato da Alfre Woodard, Mary McCormack, David Patrick Kelly, Conchata Ferrell e Celia Weston.
Mirko Lomuscio