Uno spettacolo di cabaret è prossimo ad aprire il sipario a Vincenzo, interpretato da Mario Paradiso jr., e lui, pronto ad intrattenere la gente, dopo essersi dedicato ad un gesto di onanismo dietro le quinte, apre le danze con un lungo monologo, che parla della sua vita passata e, tra virgolette, di una certa Lia, amica immaginaria, che per tanto tempo è sparita e che prima o poi sente che deve tornare, perché ha fortemente bisogno di lei, si vede e lo lascia intendere alla folla.
Tra il pubblico, ad ascoltarlo, c’è una donna, ricoperta dall’attrice Francesca Cellini, intenzionata a voler parlare con l’uomo di spettacolo perché qualcosa li accomuna; quello che ne segue sarà un confronto diretto tra anime lasciate sole, con i loro segreti tenuti per lungo tempo nascosti ed ora pronti a riaffiorare, dando loro una seconda occasione di riemergere da quel profondo in cui si sono per lungo tempo nascosti.
In questa manciata di righe si articola la trama di Lia non deve morire, cortometraggio diretto da Alfonso Bergamo, regista de Il ragazzo della Giudecca (opera incentrata sul caso giudiziario del cantante Carmelo Zappulla), ed è un piccolo titolo fatto di emozioni forti e tematiche altrettanto potenti, che stende due parole a favore del diverso e delle guerre interiori che lo stesso porta con sé, soprattutto a causa del continuo confronto con la morale del mondo circostante, quello cosiddetto normale.
E’ lo scontro tra due sagome tormentate quello che interessa mostrare al nostro autore, un contesto che ha molto di teatrale nella messa in scena e che, tramite un ricco gioco di luci a cura del direttore della fotografia Daniele Poli, riesce ad ampliare i propri sguardi visivi, ammaliando lo spettatore con qualcosa che va ben oltre il metaforico.
L’ossessione, il peccato, la redenzione e l’accettazione sono presumibilmente argomenti analizzati nel corposo script, realizzato dal regista stesso assieme a Valentina Morricone, ma quello che Lia non deve morire intende dire va ben oltre, lasciando che siano le immagini e le parole a dire tutto, tramite la performance dei sue due calibrati interpreti Paradiso jr. (sodale del cinema di Bergamo) e Cellini, sui cui volti traspare il dramma che pulsa in questo ragionato cortometraggio.
Prodotto da Giangi Foschini, per GiKa Productions, in associazione con Brandos film, Lia non deve morire per la colonna sonora si avvale della collaborazione di Sergio Cammariere, le cui ammalianti note accompagnano il messaggio di speranza che l’opera di Bergamo intende lanciare; presentato in una anteprima privata il 4 giugno al Nuovo Cinema Aquila, in presenza dell’intero cast e del regista Bergamo.
Mirko Lomuscio