Il circolo delle anime: recensione

Il circolo delle anime – Storie di crimini di famiglia segna l’esordio letterario di Federica Candelise, avvocato del foro di Cosenza, esperta in diritto di famiglia, penale di famiglia e criminologia. Il romanzo, edito da Rossini Editore, è sicuramente un romanzo particolare, all’interno del quale si alternano episodi dolorosi, confessioni tragiche, ma anche coraggiose, di donne, di ragazze, ma anche di uomini (perché la violenza non ha genere, anche se spesso le vittime principali delle violenze, sia denunciate, che taciute, sono donne), che si raccontano in questo “Circolo delle anime”, un luogo sicuro e protetto dove ogni vittima, ogni anima spezzata, può narrarsi, parlare con la propria autentica voce, e nel farlo, può cercare di ritrovare la forza e il coraggio, i pezzi del proprio sé infranto, lasciare andare la vergogna, i sensi di colpa e tutte le giustificazioni e illusioni che spesso le portano a non voler vedere i “mostri” intorno a loro.

È una lettura certo intensa, non facile per chi, come me, è donna e disabile, e conosce abbastanza bene certe dinamiche di violenza fisica e psicologica.

Il problema è culturale: noi donne tendiamo sempre a giustificare, a cercare di trovare il buono, il giusto in ognuno, con la speranza che tutto si possa aggiustare, ma spesso non si può. E allora si deve aver la forza di rompere lo specchio e guardare in faccia la verità. Anche se è sempre molto difficile arrivare a denunciare i maltrattamenti e le violenze subite, da qualche parte bisogna pur cominciare, spesso basta solo una parola amica, un briciolo di coraggio in più, per smettere di sopportare e salvarsi da chi di amare e invece distrugge.

Le storie raccontate in questo romanzo sono quanto mai attuali, drammatiche e vere e non sono tutte a lieto fine. C’è anche chi denuncia e poi perde la vita, ma questa non è una novità, le cronache ne sono piene, la parola “femminicidio” non è più solo una voce sul vocabolario, ma spesso, troppo spesso la sentiamo dire alla televisione, o la leggiamo sui quotidiani, e ci sentiamo inermi è arrabbiati di fronte all’ennesima sconfitta, all’ennesima perdita che, forse, si sarebbe potuta evitare. Non è facile e non è scontato, perché come scrivevo, sono ben consapevole di quanto sia difficile per le donne fare quel passo, denunciare, ammettere di essere finite nel posto sbagliato e con la persona sbagliata. Sarebbe molto bello se questi crimini non fossero così frequenti, come invece spesso accade. E che non fossero così vicini a noi. Potrebbe essere una collega, una vicina, un’amica, una parente a subire violenze e noi potremmo non saperlo. O saperlo troppo tardi. 

Questo romanzo racconta una verità taciuta, perché mette in guardia e perché fornisce alcuni semplici strumenti, senza fronzoli, ma con determinazione, per capire la situazione e chiedere aiuto.

Alla fine di ogni storia, l’autrice ha inserito, per chi non conoscesse l’argomento, o fosse a digiuno di questioni di giurisprudenza, le “pillole di diritto”, dove viene spiegato il tipo di reato commesso nella testimonianza raccontata e quali sono le conseguenze giudiziarie e penali. Quando si parla di stalking, di violenza domestica diretta o indiretta, di violenza sessuale, psicologica, fisica o economica, è fondamentale sapere come muoversi e da chi farsi tutelare, perché si è già fragili ed esposte e poco lucide ed è importate farsi guidare da chi conosce bene come fare.

Al tal proposito l’autrice Federica Candelise, stila nel libro un protocollo di sicurezza, una sorta di “VADEMECUM DELLE VITTIME” da leggere e tenere a mente, nel caso si pensi di essere vittime di violenza, con elencate tutte le situazioni possibili e i possibili passi da intraprendere per uscire da una situazione rischiosa per se stesse, o per altri.

Ciò che mi ha spinto a scrivere questo libro è stato principalmente il desiderio di provare a dare un mio personale contributo alla prevenzione di fenomeni come lo stalking e le violenze intrafamiliari, che troverete al centro delle storie raccontate in questo romanzo ed ispirate dalle situazioni di cui mi occupo a livello professionale da un po’ di anni – racconta Federica Candelise, che aggiunge – Il romanzo è rivolto a chiunque voglia approfondire certe dinamiche, con la speranza che se qualcuno potrà rivedere un po’ di sé tra le pagine di questo libro, riuscirà a trovare la giusta spinta per fermarsi prima che sia troppo tardi”.

 

Samanta Crespi
 
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