Cari lettori,
apro questa settimana con la recensione di romanzo di un’autrice emergente che sta conquistando moltissimi lettori.
Conosco Miriam Ciraolo e sono fiera dei passi che ha compiuto nella scrittura. Ho avuto l’onore e la gioia di veder scrivere quest’opera e non posso che essere felice del riscontro positivo che sta ottenendo. Ma badate bene, la mia non sarà una recensione indotta dal cuore e dall’affetto che nutro per Miriam, la quale non ha bisogno di essere blandita perché è davvero talentuosa.
Questo romanzo mi ha da subito colpito per la sua grande originalità. È un retelling, mi direte. Lo è, ma rimodella del tutto la storia originale, rivestendola e offrendole un nuovo contesto. Già dalle prime pagine sono stata destata dalla freschezza della scrittura di Miriam, che carezza il cuore del lettore. Lei, infatti, ha la capacità di coinvolgere tanto da accompagnarci fino alla fine, senza interruzioni, singhiozzi o pause. La sua scrittura è una danza, di quelle coinvolgenti e meravigliose che solleticano i piedi e ci inducono a scalpitare. Le descrizioni ambientali sono così accurate da offrirci immagini nitide e perfette. I periodi scorrono fluidi e si arriva già a metà opera, senza accorgersene.
Nel romanzo troviamo una giovane protagonista, Bellatrice. E se è vero che in ogni nome è custodito un destino, Miriam non poteva che donare un nome migliore alla sua donna guerriera. Perché Bellatrice significa colei che combatte. E Bella lotterà, fino allo stremo delle forze, combatterà in un mondo in cui non c’è più luce, in cui scrivere e leggere è vietato. Perché? Il lettore si troverà spesso a porsi interrogativi, appagati poi a fine lettura. Ogni domanda avrà la sua risposta e ci si ritroverà con il cuore sazio di emozioni.
Ho amato ogni elemento di questo romanzo e ho apprezzato la straordinaria capacità dell’autrice di inventare un mondo, con le sue regole, le sue consuetudini, i modi di fare e di dire. Si ha l’impressione che il Nido di Spine o Elettra non siano solo ambientazioni fantastiche, ma veri luoghi in cui possiamo realmente interagire con gli abitanti. Miriam ha creato un background tanto solido e affascinante da sbalordire. Abbiamo quindi un luogo in cui l’elettricità è estinta, il Nido di Spine; e un altro in cui essa fiorisce, Elettra, governata da reali dispotici e da cyborg che hanno perso la propria umanità. Tutti, eccetto uno.
Veniamo alla trama. Al principio vediamo Bellatrice in fuga, perché ricercata. È costretta a nascondersi perché sa scrivere, leggere e sa riparare oggetti rotti, come torce elettriche e… be’, questo lo vedrete da voi. Ma c’è qualcos’altro che Bella cela, un segreto nascosto da un marchio sulla pelle (e qui va il mio applauso all’autrice, scoprirete il perché). Lei è forte, fiera, coraggiosa, un’eroina di carta da ricordare.
Dal Nido di Spine, dove vive la sua famiglia, Bellatrice compirà un lungo percorso che la porterà a soffrire di stenti e a essere privata della libertà. Diverrà una schiava della lucente civiltà di Elettra. Tra cospirazioni tra organizzazioni segrete e la lotta contro un morbo mortale, Bellatrice troverà la verità.
I suoi capelli ricci e scuri verranno intrecciati, perché le trecce fermano i pensieri. I suoi occhi cambieranno colore, perché a Elettra a ogni casta sociale spetta un colore delle iridi. Diverrà una schiava del palazzo e qui incontrerà Lum, un personaggio ricco di sfaccettature che vi strapperà qualche risata.
A palazzo, Bellatrice (che sotto copertura ha dovuto cambiare il nome in Rose) troverà anche i reali, Aston e Lulabelle. Il primo è destinato a regnare, in quanto erede maschio di Elettra. Detestabile, borioso, crudele.
Insomma, un personaggio da prendere a pugni. La seconda è sua sorella, una principessa che nel corso della storia cambierà pelle. E da ereditiera viziata, vi mostrerà le sue fragilità.
C’è un’altra figura che la protagonista incontrerà nel misterioso palazzo, un’ombra dall’occhio rosso, colui che si cela nell’ala ovest. Quello che parallelamente nella storia originale, è la Bestia. E qui davvero devo fermarmi, altrimenti spoilero tutto e voglio che scopriate ogni cosa da voi.
Posso solo dirvi che ho amato la figura di Alec e che da circa metà romanzo in poi, all’azione e all’avventura, si unirà anche il romanticismo che permeerà il resto della storia, lasciandovi con un piacevole nodo in gola, che si scioglierà e vi farà sospirare.
«Mi Sono chiesta se i Cyborg avessero un cuore.»
«Io tra tutti i Cyborg non ho più un cuore.»
«Tu puoi provare sentimenti?»
«Non credo.»
Questo romanzo è emozionante e ricco, una fusione perfetta di quei romanzi che avete tanto amato, come Hunger Games, Cynder e il classico de La bella e la bestia.
Insomma: Italians do it better. Anche le italiane sanno scrivere fantasy e lo fanno dannatamente bene.
Un bacio d’inchiostro,
Alessia Coppola
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