Uno chef è un gladiatore. La sua cucina e la sala adiacente sono la sua arena. E una moltitudine di clienti, simpatizzanti, rompiscatole per professione, critici e dispensatori di stelle Michelin sono il pubblico che ogni giorno decide la sua sorte. Quindi sarebbe logico assecondarli, ma non è esattamente questo il comportamento dello chef stellato Marco Pierre White.
Proprio per niente, e qui viene il bello.
Ho appena letto il volume The devil in the kitchen di Marco Pierre White, traduzione di Sara Reggiani – Giunti Editori. In queste pagine, che vi consiglio caldamente di leggere tutte d’un fiato come ho fatto io, Marco Pierre White lotta ostinatamente, come un vero gladiatore. Dapprima contro la sorte: orfano di madre da giovanissimo, con un padre coraggioso ma sui generis; poi con la scarsità di denaro e infine coi fornelli, con i clienti eccetera, eccetera.
Neppure le forme di formaggio che non rispondono alle sua idea di carrello ideale vengono risparmiate e finiranno spiaccicate sul muro della cucina. E questo è solo l’inizio della narrazione galoppante che James Steen applica magistralmente alla vita di questo genio/chef – profeta del gastro-punk è una delle molte definizioni che si è visto appioppare -.
Non voglio entrare nei particolari dell’ambiente surreale, quasi un mondo parallelo, che orbita nelle cucine dei ristoranti stellati, ma accettate un consiglio: non lamentatevi dell’attesa del sufflè se vostra moglie ha una pelliccia di visone appresso. Perché? Fatelo e basta.
Antesignano della cucina spettacolo, del modi rudi di Gordon Ramsey – d’altronde è stato un suo allievo – MPW ha lasciato la cucina all’apice del successo mettendo su un impero in piena crescita e ora si dedica a trasmissioni seguitissime come Hell’s Kitchen, Masterchef Australia…
Leggete questo libro, un best-seller in tutto il globo, non ve ne pentirete, e alle ultime pagine troverete delle preziosissime ricette, nate dal genio di MPW, tra le quali trova posto una insuperabile tatin di pere.
Come potete mai resistere una tale delizia?
AUTORI
Nato a Leeds nel 1961, Marco Pierre White è stato il primo chef inglese (e il più giovane del mondo) ad aggiudicarsi tre stelle Michelin. Si è ritirato dalle cucine nel 1999. Vive nel West London con la moglie Mati e i loro tre figli. Ha un’altra figlia avuta dalla prima moglie.
A fine anni Ottanta James Steen lavorava come giornalista di cronaca scandalistica quando telefonò all’Harveys per parlare con White. Rispose un maître d’hôtel che, con marcato accento francese, cominciò a lamentarsi di quanto White fosse “un mostro, un pazzo, un incubo di datore di lavoro”. Il maître d’hôtel, venne fuori più tardi, altri non era che lo stesso White. Il loro rapporto ebbe inizio quel giorno. Steen, giornalista freelance, vive a due passi da quello che allora era l’Harveys con la moglie Louise e tre figli.
Il libro si apre con l’introduzione di un giornalista che conosce MPW molto bene, Andrea Petrini (Times lo definisce “divinità del cibo”) e si chiude con 9 ricette originali di Marco Pierre White.
Raffaella Fenoglio
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