Avevo conosciuto, grazie ad un passaparola, la scrittrice Mirella Santamato grazie alla sua autobiografia Una sirena fuor d’acqua, e successivamente ho avuto il piacere di parlarle virtualmente attraverso le piattaforme di streaming online, ed è stata lei stessa a consigliarmi la lettura di La trappola invisibile.
Un libro nel quale la scrittrice, poeta e divulgatrice si occupa di tentare di spiegare come fare a ritrovare felicità e l’amore, liberandosi degli inganni, dei soprusi e dell’infelicità che si perpetuano in noi da generazioni.
Trama:
Le regole del mondo, distillate da millenni di ingiustizie, dogmi, infibulazioni mentali prima che fisiche, bloccano gli esseri umani in un meccanismo perverso che è stato strutturato, nei secoli, per impedire l’accesso alla Verità e all’Amore.
Questo intricato sistema di Dominazione che si poggia sulla manipolazione e sull’inganno, viene passato immutabile da genitori a figli, in modo del tutto inconsapevole e innocente.
Solo se si diventata consapevoli di queste “trappole” se ne può uscire e solo allora il Sapere diventa propedeutico alla libertà e alla felicità.
Da donna, da filosofa e da attivista per i diritti delle minoranze e delle persone con disabilità, devo dire che questa è stata una lettura intensa e illuminante, oserei dire “rassicurante”, come quando trovi il pezzo di incastro perfetto per un puzzle che non riuscivi a completare.
Molte cose durante la lettura e nella mia esperienza di donna marginalizzata, da sempre, le avevo già intuite, non è difficile in fondo, perché qualsiasi persona abbia un minimo di sensibilità ed empatia si accorge della terribile, quanto subdola gabbia in cui sono messe da secoli le donne, ma anche gli uomini in realtà.
Qui non si tratta più di lotta contro il patriarcato o per il femminismo, ma si tratta di recuperare il sentimento, il vero sentire, quello che in passato eravamo come uomini e donne e che abbiamo dimenticato.
Una commistione di corpo, spirito, sentimento e conoscenza che da molto ormai abbiamo rimosso.
Lo stile del testo è molto chiaro e semplice, ma non per questo banale. Questo saggio/romanzo non ha la pretesa di essere scientificamente o accademicamente riconosciuto, ma vuole essere una guida per poter iniziare il cammino di riscoperta di noi stessi. Avere un sentiero, o un faro di luce è utile per chi vuole decostruire pian piano le illusioni in cui si trova.
Sembra un’impresa titanica? Come si può fare ad uscire dalla caverna e dalla menzogna delle ombre, per citare Platone?
Si deve partire dall’assurdo principale, ovvero che la storia che ci è sta a raccontata, quella di sui cui molto dei nostri bias cognitivi e culturali, (soprattutto nel mondo cattolico e occidentale), essa può non essere ciò che sembra. E allora la storia diventa fiaba e la fiaba diventa reale.
Adamo ed Eva, la mela, il peccato originale, il piacere è la conoscenza. La perdita di stessi sta dietro una grande menzogna. La scelta di Adamo e di tutte le donne/Eva, dopo di lui.
La donna ha una grande capacità di amare, di creare la vita, la donna è potente, la donna è capace di grandi gesti e azioni e l’uomo anziché essere suo nemico, dovrebbe ritornare ad essere suo alleato.
“La donna è stata sempre costretta a sentirsi inferiore, stupida, incapace e debole. Alla fine, ha semplicemente cominciato a crederci. A questo punto diventano superflui i sistemi coercitivi. La donna in automatico impara la sua condizione subordinata, china la testa e sopporta qualsiasi angheria”.
L’uomo è “colpevole”, ma per uscire anche lui dalla trappola in cui lui stesso è, dovrebbe ritrovare le sue emozioni, il suo perché nel mondo e nella relazione, riconoscere alla donna la conoscenza, la grande potenza del dare la vita. L’uomo però è anche lui obbligato ad un ruolo, ad un “recinto”, da cui fatica a uscire, perché non vede le sbarre.
Tutto è stato nascosto sotterrato in nome della “ragione”.
“Quest’uso abnorme della razionalità, lungi da aiutarlo a capire, lo limita moltissimo. Infatti usa, per capire, lo strumento sbagliato. La mente razionale è stata creata solo per catalogare, per fare dei conti matematici o per redigere elenchi, ma non è stata creata per capire”.
Accettare la donna accanto a sé senza cercare di sottometterla, ma anzi accogliendola come sua pari, dandole amore con coraggio e cuore aperto, è questa la chiave per liberare l’uomo e anche la donna.
“Il vero coraggio, come dice il proverbio, non consiste in un uomo che non cade mai, ma in un uomo che, caduto, si rialza. Il Cavaliere cade e si rialza molte volte, e combatte contro i suoi mostri oscuri, le sue vulnerabilità latenti, le sue folli gelosie malate, e le sue incapacità di dare calore e piacere”.
Come dicevo La trappola invisibile di Mirella Santamato non è una lettura semplice, non nei concetti che esprime, perché sono verità sepolte sotto tante ipocrisie che ci hanno inculcato da generazioni, e molti potrebbero volersene distaccare, è comprensibile, anche perché i toni a volte sono davvero schietti, ma per chi come me, da filosofa, si fa sempre domande sulla vita e sull’amore e sui perché, questo libro ha dato molto da pensare.
“Molti di noi non vedono neanche che siamo contornati da sbarre, e ritengono naturale che l’amore non possa durare che alcuni mesi o alcuni anni, che ogni tanto un uomo si deve poter “distrarre” e che la felicità non esista”.
Lo consiglio a chiunque volesse mettersi in gioco, cercare di migliorarsi e migliorare la relazione con altri, ovvio che il libro si rivolge prettamente alla categoria delle donne, che sono da secoli perseguitate, sminuite, incomprese, ma è rivolto anche agli uomini, perché non si può cambiare il mondo cambiando solo una metà della mela. Uomini e donne devono imparare a vedersi davvero, a sentirsi, a capirsi, ad usare le potenzialità del corpo e dell’amore per arrivare ad altezze più alte, l’anima e la connessione è tutto ciò che conta.