Da qualche tempo ormai nel mondo del cinema si è creato un certo interesse verso lo sport automobilistico, traendo ispirazione da determinate vicende realmente accadute che vanno ben oltre l’amore per lo spirito agonistico fine a se stesso; è successo con il bel Rush di Ron Howad, dove si narrava la rivalità tra i piloti James Hunt e Niki Lauda, come anche con il successo di pubblico Le Mans ’66 – La grande sfida di James Mangold, incentrato sulla sfida tra i colossi automobilistici Ford e Ferrari nel pieno degli anni ’60.
Ora, a fronte di tali punti di riferimento, è una co-produzione italo francese a voler mettere il punto su un argomento del genere, ovvero il qui presente Race for glory – Audi vs. Lancia, un’operazione diretta da Stefano Mordini (regista de La scuola cattolica e Pericle il nero) e voluta fortemente dall’attore Riccardo Scamarcio, tanto che quest’ultimo lo produce, ne scrive il soggetto e prende parte alla stesura del copione assieme allo stesso Mordini e a Filippo Bologna.
La storia è quella della rivalità tra le due case automobilistiche Lancia e Audi, la prima italiana, la seconda tedesca, che nel campionato di Rally del 1983 segnarono un ulteriore punto di non ritorno di questo sport e degli uomini che ne fecero parte.
Uomini come Giorgio Fiorio (Scamarcio), il quale, a capo della Lancia, vuole a tutti i costi vincere il campionato con ogni mezzo, innanzitutto chiamando al suo cospetto il migliore pilota di rally che c’è al mondo, l’acclamato Walter Rohrl (Volker Bruch), nonostante i rapporti tra i due mostrano più di qualche attrito.
Un contesto che mette a dura prova la tenacia di Giorgio, personaggio sulla bocca di chiunque nel settore e che, grazie al proprio intuito, saprà accompagnare la Lancia verso momenti di gloria contro la rivale Audi, guidata per l’occasione dal temuto esperto tedesco Roland Gumpert (Daniel Bruhl).
E su questi toni da opera sentita che Race for glory – Audi vs. Lancia si trascina a forza d’inerzia, in primis senza approfondire degnamente il materiale che ha per le mani e indirizzandosi senza alcuna preoccupazione verso un pubblico amante dei motori e della storia del settore automobilistico, evitando quindi di creare empatia anche da parte di chi questa materia non la mastica abitualmente.
Il regista Mordini, senza strafare tramite qualche guizzo registico, narra questa vicenda veramente vissuta da Fiorio appoggiandosi sulla presenza di uno Scamarcio sì impegnato, ma che poco può di fronte ai risultati poco al di sotto della media, incapaci di alzare una determinata tensione che maggiormente avrebbe dovuto prendere piede tra le righe di questa trama sempliciotta e poco sviluppata.
Perché poco sviluppati in fin dei conti sono proprio i caratteri dei personaggi, che vanno da un Fiorio a tratti antipatico a una basilare nemesi come Gumpert, reso da un Bruhl in fin dei conti sprecato, lui che era anche nel succitato Rush, fino ad arrivare ad un Rohrl sviluppato come fosse un ribelle viziato e basta; Race for glory – Audi vs. Lancia è un “vorrei ma non posso” che tenta di portare fedeltà ad una pagina importante del mondo automobilistico, senza però incidere cinematograficamente come è stato fatto in passato da altri titoli analoghi.
Mirko Lomuscio