Adorabile nemica: recensione

Regina incontrastata da cinquant’anni delle migliori commedie di Hollywood, icona dell’old comedians, Shirley MacLaine fa il suo ritorno sul grande schermo in Adorabile nemica, nei panni di Harriet Lauler, milionaria dispotica e irresistibile, abituata a controllare tutto quello che la circonda, persone comprese. Un giorno Harriet decide di voler controllare anche quello che si dirà di lei dopo la sua morte: perfino il suo elogio funebre deve essere di suo gradimento! Incarica quindi Anne (Amanda Seyfried), una giovane giornalista con ambizioni letterarie, di scrivere la sua storia, con conseguenze divertenti e imprevedibili. Nascerà un’amicizia sincera, buffa e conflittuale, tra due donne forti e libere.

Presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2017, diretto da Mark Pellington e interpretato dall’inedito duo Shirley MacLaine – Amanda Seyfried, Adorabile nemica delinea, con delicatezza ed irriverente freschezza, temi come la vita, la morte, la famiglia, la ricerca della propria identità e la memoria come lascito a tutti quelli che verranno dopo di noi.

La sceneggiatura del film dosa con grande attenzione gli elementi più ironici e quelli inevitabilmente più commoventi, ottenendo un mix veramente equilibrato. A completare il tutto ci sono due interessanti figure di donne a cui è impossibile non affezionarsi, Harriet e Anne.

Si ride, si riflette sulla vita, si scherza sulla morte (l’idea della preparazione del necrologio “da viva” è spettacolare nella sua assurdità), il tutto con una leggerezza straordinaria e un sottile sarcasmo che rendono la pellicola davvero piacevole.

Il regista Mark Pellington mette a fuoco le tante dicotomie alla base della sceneggiatura: parola e testo, vita e morte, passato e futuro. E’ proprio la parola (o meglio il racconto e la sua elaborazione) ad essere esplorata – come rimanda il titolo originale The Last Word – in questa commedia tutta la femminile.

 

Federica Rizzo

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