Il bambino di carta: recensione

Vista l’uscita al cinema del meraviglioso Vi presento Christopher Robin, non potevamo non parlarvi de Il bambino di carta, il romanzo di Marina Migliavacca Marazza edito da Libromania che narra la vera storia di Christopher Robin.

Si tratta di una narrazione ricca, appassionante, drammatica e coinvolgente che, sullo sfondo della Londra degli Anni Ruggenti, mette in luce l’esistenza di una famiglia travolta dal successo, ma soprattutto l’essenza di un bambino privato dell’infanzia.

Come già esternato nella recensione di Vi presento Christopher Robin, Winnie the Pooh non è stato creato dall’impero Disney. È stato Alan A. Milne (Blue per gli amici), un commediografo e scrittore inglese, a inventarlo. Per lui fu un gesto salvifico e doloroso al contempo. Già… perché A.A. Milne, all’epoca, soffriva di stress post traumatico dovuto agli orrori vissuti durante la prima guerra mondiale.

Faticò parecchio a riprendere la vita sociale e professionale dopo aver combattuto in trincea e aver visto morire i suoi compagni. Infatti, decise di ritirarsi in campagna per cercare un po’ di pace, ma la moglie Daphne, amante dei party, del lusso e della vita mondana, non appoggiò a pieno la sua scelta. Lasciandolo solo col figlio, soprannominato in famiglia Billy Moon, Blue iniziò a sperimentare il gioco infantile e dai racconti nati durante l’attività ludica, in un clima di totale spontaneità e innocenza, emergerà la figura di Winnie the Pooh.

Blue, in un secondo momento e grazie a un amico illustratore, deciderà di dare alle stampe le storie partorite dall’immaginazione di Billy. Da allora in poi, il successo diventò inarrestabile.

Il problema fu proprio questo: l’orsetto Winnie diventò talmente celebre che la sua ombra si proiettò sulla vita del piccolo Billy Moon, relegandolo a una creatura di carta destinata a non crescere mai. Incapace di prevedere tutto ciò, Milne, sconvolto dal trauma bellico, si buttò a capofitto nella sua nuova avventura letteraria, perché le sue storie piene di speranza riuscivano a infondere ottimismo nelle persone. Purtroppo, però, non comprese mai a fondo che il gioco privatissimo con suo figlio, dato in pasto alla massa, finì per trasformare il piccolo Billy Moon in una sorta di pupazzo, contribuendo ad accrescere in lui insicurezze e timori.

In verità, la sua intera esistenza fu costellata di dispiaceri. Nacque il 21 agosto 1920 da un padre estremamente provato dalle esperienze al fronte e da una madre frivola e fragile. Come se non bastasse, i suoi genitori speravano di avere una bambina. Lui, invece, era maschio, biondo e gracile. Nessuno se ne ebbe cura più di tanto. Se Daphne amava i salotti altolocati della società londinese, Blue frequentava diversi intellettuali famosi, da Conan Doyle, autore di Sherlock Holmes, a James Barrie, autore di Peter Pan, a Kipling a Jerome K. Jerome, con cui condivideva la passione per il cricket. Ecco perché Billy venne accudito dalla tata Olive. Inoltre, Blue non aveva una grande capacità di dialogo con lui, così prese la penna e scrisse dei racconti che lo vedevano protagonista insieme al suo inseparabile orsetto di peluche. L’epopea di Winnie the Pooh trasse sostanza da questa materia infelice. Chi lo avrebbe mai detto? Inaspettatamente, però, le storie di Winnie illustrate da Shepard ebbero un successo clamoroso e travolsero Billy, che non fece altro che rispondere alle lettere degli ammiratori, partecipare a eventi di gala e leggere brani dei vari libri pubblicati. Ecco perché sprofondò nella solitudine: non aveva amici e neanche una grande opinione di se stesso, perché si vedeva goffo e timoroso, proprio come l’orso Pooh. Poco a poco, da ragazzino normale si trasformò in una mini celebrità e divenne il facile bersaglio delle ironie dei coetanei. Soltanto dopo molto tempo, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e l’arrivo di un incontro inaspettato, Billy Moon scoprì di essere capace davvero di amare.

È così che Il bambino di carta divulga fedelmente una storia poco nota e di interesse universale, che non solo sviscera le logiche dell’origine di un personaggio di fama mondiale come Winnie the Pooh, ma ha il pregio di far leva sulle emozioni nascoste nel cuore di un ragazzino ferito; un ragazzino vittima di bullismo al college e tormentato nel profondo che per trasformarsi in adulto coraggioso, preferirà arruolarsi, piuttosto che rimanere l’ombra di se stesso; un ragazzino che alla fine con audacia, sofferenza e grande sensibilità, compirà il suo destino, troverà la sua strada, ma soprattutto la sua identità.

 

Silvia Casini

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