Alters: recensione

“Sono tutti fermi a un bivio. Tranne me. Io vivo tre vite. Davanti a me ci sono tre strade. Sono un’Alter. Sono una transgender. Sono la seconda di tre fratelli”.

Con queste parole, la giovane Charlie spiega la sua non semplice situazione. Si può attraversare una transizione sessuale e indossare una maschera allo stesso tempo? Se sì, quanto può essere arduo gestire la propria personalità di paladina della giustizia, di ragazza che vuole abbracciare il suo vero io e di maschera da ragazzo perbenista davanti agli occhi della sua famiglia?

Paul Jenkins (Wolverine: The End e Origins, Spectacular Spider-Man, Sentry), aiutato dalla penna dell’esordiente Leila Leiz, ci racconta la storia della prima supereroina transgender della storia.

In una nostra realtà alternativa, per le persone con doti speciali, chiamate Alters per via delle loro alterazioni che le differenziano dai “normali”, sono disponibili solo due scelte: o schierarsi dalla parte di Matter Man e i suoi seguaci, estremisti Alters desiderosi della loro supremazia sul mondo, oppure unirsi col ricercatore Octavian e i Guardiani del Cambiamento, un’associazione che aiuta gli Alters a sviluppare i loro poteri e usarli a fin di bene.

All’inizio Charlie, o come si fa chiamare quando indossa il suo costume, Chalice, non è interessata a tutto ciò. Non condivide i fini genocidi di Matter Man, ma non le va neanche a genio l’idea di essere sottoposta alla sorveglianza e agli ordini di Octavian. Tuttavia sta crescendo, e assieme al riconoscimento della sua vera natura e dei suoi fenomenali poteri quantici, deve compiere la scelta giusta.

Abbiamo già avuto occasione di vedere come Jenkins riesca a trattare temi maturi nelle sue storie, sia Marvel che DC, e in questa sua nuova serie, esterna alle due testate major, riesce un’altra volta nel suo intento. Spiega l’argomento trans in una maniera semplice e al contempo provocatoria, collegandolo a quello l’elemento fumettistico dei superpoteri, se così vogliamo chiamare le alterazioni mutanti. Inutile mostrare tutte le somiglianze tra Alters e le storie dei maestri Lee e Kirby: molte sono le somiglianze, seppur rese più attuali, tra questa testata e gli X-Men.

Molti potrebbero chiamarla eccessiva presa di ispirazione, da parte di Jenkins, e in parte è così, con tanto anche che alcuni dei poteri degli Alters non sono molto originali. Tuttavia la presa di posizione attuale e alcune trovate interessanti per le alterazioni possono rivelare delle belle sorprese.

Naturalmente, il personaggio più interessante è anche la narratrice della storia: Charlie, o Chalice, cinica e sarcastica mentre indossa il costume, esitante ma amichevole nella vita di tutti i giorni, capace di commuovere e far ridere in diverse scene, impossibile non simpatizzare con lei o i suoi pensieri sulla mentalità bigotta di certe persone, sia normali nei confronti dei trans, sia Alters che seguono Matter Man.

Parlando dei disegni, Leiz usa colori molto accesi e diversi contrasti, soprattutto per quanto riguarda il costume e il trucco di Chalice, per simboleggiare la sua doppia identità, sia sessuale sia supereroistica, o nei momenti in cui è in dubbio se rivelare di essere una trans o meno.

Gli unici difetti che posso riscontrare sono alcune espressioni facciali, o lasciate a caso o mal disegnate, ma è comprensibile dato il fatto che è il primo lavoro professionale della disegnatrice.

In sostanza, Alters è un ottimo lavoro di sperimentazione capace di offrire molte novità interessanti in futuro. Confidiamo che Jenkins sappia sfruttare le possibilità e spiegare in maniera quanto più provocante possibile.

 

Andrea De Venuto

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