I segreti della narrazione: intervista esclusiva a Ménéstrandise
Ménéstrandise, alias Edoardo Camponeschi, è uno youtuber specializzato in audiolibri e audioracconti. Sul suo canale potrete trovare i titoli e i generi più disparati, da Montale a Lovecraft, ecc..
Se mai foste interessati a farvi cullare dalle sue narrazioni, troverete sotto all’intervista il trailer del suo canale YouTube.
Ciao Edoardo, parlaci un po’ di te…
Mi chiamo Edoardo, ho 30 anni e vivo a Roma. Oltre a leggere tantissimo sia per lavoro che per diletto, mi piace passare del tempo guardando film d’azione idioti e giocando al pc. Adoro la mia bicicletta Abigail con la quale viaggio spesso e mi considero un individuo estremamente curioso.
Come è nato il tuo canale e soprattutto perché la scelta di tale nome?
Il canale è nato nel dicembre del 2011 tramite una collaborazione con un giovane autore conosciuto online. Io ero in un periodo di transizione nella mia carriera teatrale: il teatro nel quale avevo lavorato già per qualche anno è stato chiuso per un’intera stagione per via di alcuni lavori di ristrutturazione che dovevano essere effettuati, dunque essendo ormai praticamente agli sgoccioli del mio percorso di laurea avevo deciso di cercare qualcos’altro da fare per impegnare il mio tempo. In quel periodo ho conosciuto Fabio Chizzolini, il quale pubblicava racconti brevi su un forum che frequentavamo entrambi. L’ho contattato chiedendogli il permesso di poter registrare le sue opere, e in poco tempo è nata una collaborazione. Una volta terminati i racconti che aveva già prodotto, Fabio ha cominciato a scrivere una serie intitolata Genesi (è tuttora sul canale) i cui episodi venivano pubblicati a cadenza settimanale. Dopo qualche mese abbiamo preso strade differenti, io ho cominciato a narrare dei classici (Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson e Il gatto nero di Poe) che hanno lanciato il canale esponendolo ad un pubblico più grande. Il nome Ménéstrandise (in francese “menestrelleria”) richiama una corporazione francese di menestrelli fondata nel XIV secolo ed esistita per circa 400 anni. Mi piaceva l’idea di avere un riferimento ai vecchi menestrelli, ai cantastorie, ai bardi, a quelle figure antiche che giravano di città in città raccontando storie e aneddoti.
Hai mai fatto una scuola di dizione?
No, non ho mai fatto un corso di dizione. Questo non vuol dire che io sia nato con un dono innato per la pronuncia! Tant’è che ascoltando i miei primi lavori si può sentire come il mio modo di parlare sia fortemente cambiato. Il mio percorso formativo è stato un po’ particolare: ho seguito un laboratorio teatrale per quattro anni, uno di quei laboratori a cadenza bisettimanale con saggio a fine anno. Al termine dei quattro anni il direttore del teatro che ospitava il corso (lo stesso della ristrutturazione di cui sopra) decise di fondare una compagnia stabile e di produrre dei suoi spettacoli in casa, e mi chiese di far parte della compagnia. Quello che so ora l’ho assorbito in circa 14 anni di attività teatrale, lavorando a stretto contatto con professionisti con decenni di carriera alle spalle, rubando e rendendo mio tutto quello che potevo.
Puoi spiegarci brevemente le difficoltà che può incorrere un narratore professionista durante una registrazione?
Narrare una qualsiasi opera può sembrare semplice a chi non è del settore, ma non lo è affatto! Innanzitutto si incappano in molte difficoltà fisiche: un semplice mal di gola o un raffreddore rendono tutto di gran lunga più difficile. Ma anche in condizioni ideali bisogna sempre stare attenti a diverse variabili: possiamo farci prendere la mano e dimenticarci di bere, ad esempio. Potremmo anche arrivare alla fine di un turno in condizioni accettabili, ma il rischio di farci male è concreto. Se si lavora con la voce tutti i giorni, bisogna sempre stare attenti a non rovinare il nostro strumento! Un po’ come gli atleti, che devono stare attenti a non chiedere troppo ai propri muscoli. A parte tutto questo, dobbiamo anche sempre tenere a mente che stiamo narrando un libro per eventuali ascoltatori e non per noi stessi. Questo vuol dire che dobbiamo stare attenti a non perderci tra le righe, a cercare di mantenere un ritmo e un timbro facili da seguire, e di non innamorarci del suono della propria voce a scapito della narrazione. Ne parlerò più avanti, ma purtroppo è un problema abbastanza diffuso.
Qual è la narrazione che hai fatto di cui sei stato più orgoglioso?
Una domanda di questo tipo presume che ci siano delle narrazioni di cui io sia meno orgoglioso di altre, e posso dire con certezza che sono orgoglioso di tutte le mie narrazioni in egual misura. Anche di quelle più vecchie che ora mi piacciono di meno, perché mi hanno aiutato a migliorare e a portarmi dove sono ora. Se dovessi proprio sceglierne una però direi Alle montagne della follia, non tanto per la narrazione in sé quanto per il fatto di essere riuscito a produrre l’intero audiolibro di quasi 4 ore e mezza in una sola giornata di lavoro. E’ stato un tour de force non indifferente, e sono fiero della disciplina che sono riuscito a dimostrare nei confronti di me stesso per essere riuscito a portare a termine l’opera in tempi così ristretti.
Hai collaborato con altri canali?
Sono molto selettivo quando si tratta di collaborazioni. Scelgo i miei collaboratori con estrema cura (ho un’etica lavorativa molto severa, non sempre condivisa da tutti) e mi sono spesso trovato a rifiutare richieste di collaborazioni in quanto notavo un qualcosina che mi faceva pensare che la collaborazione fosse più a senso unico piuttosto che un’attività che potesse giovare entrambe le parti alla stessa maniera. Sono molto protettivo nei confronti del mio canale e come ho detto spesso non mi piace il tono di alcune richieste (che mi suonano molto tipo “ehi, tu hai tanti iscritti – leggi questa cosa per me così mi becco anche io un po’ della tua gente”). Questo però non preclude tutte le collaborazioni! Ho collaborato con un solo altro canale, VIR – La forza delle parole. Vir, o Ilaria, è una ragazza nella quale ho visto la mia stessa passione per la lettura. L’ho contattata facendole i miei più vivi complimenti per il suo stile di lettura (che ho riscontrato in pochissime altre persone) e da lì è nato un rapporto d’amicizia che poi ci ha anche portato a collaborare. Insieme abbiamo recitato una scena di Macbeth di Shakespeare, pubblicata sul suo canale.
Qual è il tuo genere letterario preferito?
Come ho detto prima, essendo un tipo molto curioso non ho un genere preferito. Vado a periodi! In questo momento sto leggendo Sleeping giants di Sylvain Neuvel e mi sta piacendo tantissimo. Non sono proprio tipo da fantascienza, però questo libro mi piace davvero molto. Il mio lavoro fortunatamente mi espone a tantissimi libri diversi, ed è per questo che spazio da un genere ad un altro.
Che consigli daresti ad un aspirante narratore per fare audioracconti o audiolibri di qualità?
Siate sempre, SEMPRE, al completo servizio della storia che leggete. Capita sempre più spesso di sentire narrazioni fatte da persone innamorate della propria voce (come dicevo prima), che leggono per compiacere il proprio ego piuttosto che per far giustizia alla storia. E questo, a mio avviso, è sbagliatissimo oltre che ingiusto. Un esempio che faccio sempre è questo: il narratore di una storia per un audiolibro quello che l’inchiostro è per un libro stampato: è solo un mezzo per far arrivare un racconto dall’autore al lettore (o nel nostro caso, all’ascoltatore). Immaginate di aprire un libro per la prima volta, e vedere le parole tutte colorate di colori diversi e scritte in font diversi: a primo impatto potreste pensare “Wow, che bello!”, ma vi garantisco che proseguendo nella lettura questi elementi così bizzarri che all’inizio hanno catturato la vostra attenzione non faranno altro che rendere la lettura più difficile e macchinosa. Lo stesso vale per la narrazione: se tutto quello su cui sono in grado di concentrarmi ascoltando un qualsiasi racconto è il suono della voce di chi legge, vuol dire che il lettore non sta rendendo giustizia al testo. La narrazione dev’essere coinvolgente, ma non deve mai e poi mai imporsi sulla storia. E’ l’autore l’unico che dovrebbe comunicare qualcosa, non il lettore. La mia formazione teatrale mi ha portato a capire che la caratteristica fondamentale per fare questo tipo di mestiere è l’umiltà: senza di essa non si rende giustizia all’arte. La lettura ad alta voce di un qualsiasi testo dovrebbe essere un’attività che ci rende umili di fronte a chi ci ascolta, di fronte al testo che stiamo leggendo, e di fronte all’autore che per primo ha messo quella serie di parole su carta. Quindi, per ricapitolare, siate al servizio di ciò che leggete. Non influenzate chi vi ascolta con la vostra voce o con inutili ghirigori di narrazione. Lasciate che sia l’ascoltatore a trarre le sue conclusioni, permettendo all’autore di esprimere la propria opera tramite voi. Siate sempre e solo un mezzo di consegna, mantenendo comunque una vostra personalità e un vostro stile unico. Siate sempre critici verso voi stessi, ma non in maniera ossessiva. Sappiate riconoscere quanto di buono c’è in voi e quanto invece ha bisogno di essere cambiato. Trovate la vostra voce: non imitate altri, non paragonatevi ad altri. Queste analisi portano sempre a invidie inutili: a cosa serve l’invidia, se tanto il nostro dovere è sempre verso il testo?
Hai mai pensato di fare il doppiatore?
Ho fatto il doppiatore diversi anni fa. Ho partecipato al doppiaggio di sette film (se non ricordo male) e tre o quattro serie, tra cui Il trono di spade. Non chiedetemi chi ho doppiato però, perché si trattava di personaggi minori e a dirla tutta nemmeno me li ricordo. Avete presente quei vari personaggi che si vedono per un attimo e dicono cose tipo “Mia signora, il re vi attende al castello”? Ecco, cose di quel tipo. Non era l’ambiente per me però, e ho deciso di allontanarmi.
Che progetti hai per il futuro?
Voglio continuare a narrare libri! Continuerò a produrre racconti che pubblicherò gratuitamente sul mio canale YouTube, ma il mio obiettivo principale è quello di far crescere il mio studio anche nell’ambito degli audiolibri in Italia. Purtroppo è un mercato che per quanto giovane è già fortemente monopolizzato dalla categoria dei doppiatori, e nonostante io abbia già narrato e/o prodotto più di 160 audiolibri negli ultimi 7 anni vengo sempre messo da parte in quanto non sono abbastanza “conosciuto”. Vorrei dare spazio tramite il mio studio a lettori capaci che la pensano come me, persone in grado di raccontare una storia per davvero, al contrario di altri che vengono scelti per motivi puramente anagrafici. Ma non voglio fare polemica, almeno non qui. Non mi ritengo un crociato, non voglio portare avanti alcuna guerra: come ho detto, io sono al servizio delle storie che leggo e vorrei solo che questo mio rispetto per la letteratura venga condiviso da più persone. Tutto qui! Essendo bilingue comunque ho prodotto anche molti audiolibri in inglese, e se la situazione italiana dovesse rivelarsi insostenibile continuerò a produrre libri in altre lingue. Ho lavorato per qualche anno con una compagnia anglofona e ho conosciuto un sacco di attori di talento che ho già reclutato nel mio studio, e insieme abbiamo prodotto libri in diverse lingue! Quindi ecco, per farla breve, i miei programmi per il futuro sono di leggere e far leggere.
Ringraziamo Edoardo per averci dedicato un po’ del suo tempo e soprattutto per averci regalato un po’ di purezza nell’ambiente youtuberiano che, come tutti sanno, è ormai in declino.