La principessa è in un altro castello: intervista esclusiva ai Drunken Otterrs

Ecco per voi un’intervista fresca fresca a uno dei fondatori della casa di produzione Drunken Otterrs, che ha realizzato una webserie ispirata al mondo del retro gaming, del fumetto, del manga e del cinema di genere.
Ciao Luca, parlaci dei Drunken Otterrs, perché proprio questo nome? Come è nato il vostro canale? Chi sono i membri che lo formano?
Ciao Debora, piacere! Il nome ha un motivo un po’ sdolcinato: il canale nasce come contenitore per il progetto che sto sviluppando insieme a mia moglie Milcah, la webserie La principessa è in un altro castello. Volevamo quindi che il nome della realtà produttiva, e di conseguenza del canale, ci descrivesse anche un po’ come coppia… ed essendo molto innamorati e un po’ ubriaconi “lontre ubriache” rendeva bene il concetto. Io e Milcah siamo appunto il nocciolo duro del gruppo, e di volta in volta, secondo le necessità, ci avvaliamo della consulenza e del supporto di professionisti che sono anche e soprattutto amici, spesso conosciuti lavorando insieme in altri progetti di simili ambiti professionali: primi fra tutti, l’attore Tommaso Pagliarini e il coreografo e artista marziale Paolo Cives.
Da dove nasce la vostra passione per il cinema è soprattutto per lo stop motion?
Quella per il cinema direi, banalmente, dai film! Sia io che mia moglie siamo voraci cinefili, e spaziamo con piacere dei peggiori b-movies alle più raffinate pellicole d’autore. La passione per la stop motion invece riguarda più specificatamente me, e nasce direi negli anni ’90, quando guardando in TV quello che passava il convento ho fatto la conoscenza di piccole gemme come il King Kong degli anni ’30, Il settimo viaggio di Sinbad, Scontro fra Titani, ecc…. miei piccoli cult che da allora mi sono sempre portato dietro, finché in età più adulta ho potuto mettere a fuoco cosa me li rendeva così speciali: gli effetti in stop motion appunto, con la loro squisita e tangibile artigianalità. Mi sono poi accorto di come molti film che amavo facessero un uso più o meno estensivo di questa tecnica, da “L’armata delle tenebre” a “L’impero colpisce ancora”, passando per Beetlejuice, Robocop e Terminator. Si aggiungano poi tutti i classici della filmografia esclusivamente in stop motion, come Nightmare before Christmas o i meravigliosi corti di Wallace and Gromit, ed ecco la storia di come nasce un amore.
L’arte dello stop motion è complicata, ma interessante. Riusciresti a spiegarci brevemente come si svolgerebbe?
In realtà l’idea di base è estremamente semplice: viene costruito un pupazzo articolabile della creatura da animare, lo si piazza davanti ad una macchina fotografica, lo si fotografa, lo si sposta impercettibilmente, lo si fotografa di nuovo, lo si risposta, lo si rifotografa, e via discorrendo… la successione di questi scatti da l’illusione del movimento. Si gira solitamente a 12 fotogrammi al secondo, quindi 12 fotografie per ogni secondo di girato, oppure a 25: il primo metodo da un netto risparmio di tempo ma conferisce al movimento un effetto più irrealistico, quindi abbiamo optato, con estremo masochismo, per il secondo! Il pupazzo può essere di plastilina, come nei già citati film di Wallace and Gromit, oppure, quando viene utilizzato come nel nostro caso in un’ottica di effetti speciali, quindi per creare creture fantastiche che interagiscano con gli attori, si utilizza uno scheletro di metallo ricoperto solitamente di lattice lavorato o di pelliccia. Poi, con varie tecniche che vanno dalla retroproiezione al green screen, si fanno interagire queste creature con gli attori in carne ed ossa.
Parlateci del vostro progetto La principessa è in un altro castello.
La principessa è in un altro castello è una webserie live action che trae ispirazione dai classici del retrogaming. Come già si intuisce dal titolo, il riferimento principale sono i videogiochi di fine anni ’80 e degli anni ’90: primo fra tutti Super Mario Bros., ma anche The Legend of Zelda, Ghouls ‘n ghosts e i Final Fantasy, poi Street Fighter, Mortal Kombat, i primi Resident Evil, Metal Gear Solid… potrei andare avanti tutto il giorno. Protagonista della vicenda è l’eroe Terry Fitzgerald, nella sua missione di espugnare i castelli dei malvagi esponenti della famiglia Satàn per salvare la bellissima principessa Goddard. Tutto molto retrò insomma, anche nel tono e, come si diceva, negli efetti speciali, affidati appunto alla stop motion per l’animazione delle creature fantastiche. Abbiamo concluso ad Aprile la fotografia principale, e stiamo ora avviandoci a finire anche la post-produzione: il prodotto finito debutterà sul nostro canale youtube Drunken Otters il 19 ottobre 2018, per un totale di 8 puntate con cadenza settimanale di circa 5 minuti l’una.
Cosa pensate di YouTube e delle suo nuove politiche?
Di sicuro le nuove opzioni di monetizzazione sono castiganti per i piccoli canali, ma in tutta sincerità Drunken Otters esiste da meno di sei mesi, siamo nuovi su questa piattaforma, e queste condizioni sono quelle che abbiamo già trovato come situazione di fatto quando abbiamo aperto il canale. Similmente, producendo una tipologia di video che non include contenuti di terzi, non siamo colpiti dalle restrizioni sul “fair use”, a differenza di chi, per esempio, produce video recensioni di film o videogiochi. Per noi la scelta di youtube è stata in primo luogo dettata dalla possibilità di sfuggire alle logiche di promozione e distribuzione tradizionali, oltre a sfruttare un medium con una specificità ed un’immediatezza di linguaggio che si sposava bene con il tipo di prodotto che stavamo creando.
Avete mai pensato ai cortometraggi animati?

Ogni tanto è capitato che volasse qualche idea, sempre in un’ottica legata principalmente alla stop motion… ma ci piace stare con la testa nel presente, per ora tutte le nostre energie sono focalizzate nel portare a termine nel migliore dei modi La principessa è in un altro castello. Decisioni sul futuro o su eventuali nuovi progetti sono rimandate a quando il il pubblico, dal 19 ottobre in poi, potrà darci un giudizio sulla validità del nostro lavoro.

 

Debora Parisi

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