Premessa per un addio: recensione

Non vi inganni il titolo. Premessa per un addio (NN editore) non è una storia di distacco e dolore, anche se di un distacco si parla, e se il dolore è il sottofondo inevitabile – se non il motore – di quasi ogni vicenda umana. Nel silenzio ovattato di un aereo intercontinentale, conosciamo Tommaso, geografo, uomo di mare in cerca di nuove terre, come un esploratore d’altri tempi. Tommaso, geografo, che ha solo qualche settimana di pausa dal lavoro per mettere distanza tra sé e la sua rabbia e ha scelto, in modo quasi naturale, di fare un viaggio. Partenza e ritorno. Fine e nuovo inizio.

Trova un’isola ad attenderlo, Manhattan, una foresta di pietre e alberi, in cui lui è forestiero e tutti sono stranieri senza esserlo davvero. Trova una mappa per sé. Guardacaso un libro. Guardacaso dal titolo Foreword for a Farewell, di Carlton McGill. Si perde nella lettura e nella città, ed è purificante, una ricongiunzione, la sua assoluzione (cit.).
Tutti i viaggi della sua vita passata, lunghi e importanti, verso luoghi molto più lontani da sé di quanto non sia New York, sbiadiscono nel passato.

Questo è il viaggio della sua vita. La sua rabbia nasce da un’assenza, che lo ha invaso, per anni, ghiacciato, svuotato. E ora, per le strade di New York, Tommaso, geografo, che ha cercato per tutta la vita di ordinare le cose sulle sue carte e nei suoi calcoli, mette ordine in se stesso.
Un libro sul perdersi e ritrovarsi, magari in un libro, sorretti dalla penna sapiente di Gian Luca Favetto, che delle parole è padrone oltre che maestro.

Eleonora Carta

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Gian Luca Favetto, scrittore, poeta e giornalista, vive a Torino e collabora con “la Repubblica” e Radio Rai. Ha pubblicato oltre che con NN, con Laterza, Interlinea, Mondadori e 66thand2nd.