E dopo aver intervistato uno dei fondatori della Curtel Games, ora recensiremo il loro primo gioco The Ballad Singer. Per chi non lo sapesse, la Curtel Games è una casa videoludica italiana appena nata ma che ha del potenziale.
Iniziamo col dire che ho recentemente abbiamo scoperto che il gioco è il seguito della Saga dei Kalesin, libri che vorrei leggere per comprendere meglio la lore di Hesperia. I libri sono stati scritti da Alberto de Stefano, che ha anche prodotto anche la sceneggiatura del gioco.
Ad ogni modo, la storia inizia con il piccolo Leon che, una volta cresciuto, ha mire di conquista verso il suo ex regno e verso l’intero continente. Starà al giocatore scegliere il finale della storia, giocando con quattro personaggi le cui scelte influenzeranno quelle di altri.
Parlando delle meccaniche di gioco, The Ballad Singer è una visual novel rpg con forti componenti da librogame: ogni scelta porta a delle conseguenze, così come la morte dei personaggi.
In base ai livelli di difficoltà, si avranno un numero massimo di salvataggi e un numero infinito o finito di “carte destino”, ovvero la possibilità di tornare indietro nella storia ed evitare la morte.
I disegni sono meravigliosi, creati da Federico Musetti, e vi catapulteranno nell’atmosfera fantastica e cupa della storia, così come le musiche sono spettacolari.
Nonostante sappia che leggendo i libri si avrebbe una visione più ampia della storia, il gioco riesce ad introdurti lore e personaggi in maniera soddisfacente.
Abbiamo apprezzato soprattutto il capovolgimento di alcuni stereotipi, come quello degli elfi. Non sono creature millenarie né nate per conto proprio, ma sono umani magicamente alterati che a causa degli esperimenti avranno una vita più corta rispetto a quella umana.
Quasi tutte le creature magiche sono frutto delle ricerche dei maghi e, a causa di ciò, si comprende il motivo per cui loro hanno perso la stima della popolazione, nonostante alcuni siano completamente estranei alla faccenda.
Per questo alcune figure della Ribellione risultano ambigue, non esiste una fazione buona o cattiva. Ogni personaggio, dal suo punto di vista, è nel giusto e perfino l’antagonista ha le sue valide ragioni.
Analizziamo i personaggi: Daragast è una leggenda orma “ritirata” a vita privata. Conosciuto come “Il Serpente” era ed è tutt’ora lo spadaccino più abile del continente. Tormentato dal suo passato, inizialmente è riluttante a unirsi alla Ribellione, ma se farete la scelta giusta, avrete un alleato prezioso.
Daragast inconsciamente pare desiderare la morte: in cuor suo spera che qualcuno possa batterlo per porre fine ai suoi tormenti. Potremmo farlo innamorare di Ancoran, la silfide, e dargli una speranza dal punto di vista affettivo e spirituale.
Nonostante venga presentato come un personaggio buono, Daragast ha le sue ombre: si è attirato le ire del nemico precedente uccidendo per errore di giudizio sua moglie. Esatto, si è comportato da completo imbecille: accecato dal dolore per la morte della sua amata, ha dato la colpa a Lothanor, scoprendo troppo tardi che il colpevole era un altro.
Daragast quindi si è macchiato dell’omicidio di un’innocente per dolore e impulsività. Ci credo che Lothanor lo volesse morto.
Passiamo ad Ancoran, il personaggio che reputo il più “innocente” dei quattro, più che altro perché non coivolta in lotte di potere o sutterfugi. Lei è una povera vittima di esperimenti, coinvolta in una guerra che non comprende appieno.
Non sa del passato oscuro di Raimond, nemmeno di chi si cela dietro la creazione delle Silfidi. Tramite le nostre scelte, potremmo far decidere se la ragazza sceglierà il percorso della vendettà, lasciando la ribellione, o continuerà l’obbiettivo originale.
In base alle nostre scelte potremmo farla innamorare di Daragast, dando via alla loro romance.
Ancalimo, l’assassino di Leon. Il personaggio più controverso dei quattro: è un elfo spietato, afflitto dai ricordi degli abusi subiti. Una perfetta macchina per uccidere al servizio di Leon, eppure, in base alle nostre scelte, scopriremo dei lati interessanti di lui.
Ad esempio, si rifiuta categoricamente di uccidere bambini, forse perché si immedesima in loro essendo stato anche lui abusato da piccolo. Inoltre una parte di Ancalimo desidera sia il potere che una vita tranquilla e ciò rende ancora più tragico il personaggio.
In base alle scelte del giocatore, si potrà decidere se renderò una bestia, fargli seguire la propria vendetta contro maghi o un gruppo di mercenari, diventare il vice di Leon oppure seguire l’amore e creare una famiglia.
Ed eccoci a Leon, il nostro personaggio preferito, è un antagonista tragico: è stato segnato da un’infanzia sofferta che gli ha lasciato un vuoto incolmabile. Vuole vendetta ma desidera anche il potere, quasi cercasse di coprire la propria vulnerabilità psichica. Da bambino perse ben due madri, quella naturale e quella adottiva, e due figurw paterne dato che suo padre morì e il suo vecchio mentore Daragast lo abbandonò alla cura dei maghi. Ebbe anche un rapporto conflittuale con il suo maestro Raimond, tanto da lasciare la torre dei maghi disgustato dalla sua politica passiva.
Leon oggettivamente non ha nessuno su cui appoggiarsi o confidare le proprie paure, perciò si aggrappa al potere come sicurezza personale. L’unica persona che potrebbe assomigliare a un amico è Ancalimo, ma i due hanno più un rapporto di sovrano e servitore, piuttosto che di parità.
Il desiderio inconscio di intimità è sottolineato da alcune sue riflessioni: Leon ha diversi rapporti sessuali con prostitute, ma desidera una compagnia femminile reale, qualcuno con cui condividere desideri e preoccupazioni.
Non a caso, dopo aver finito l’amplesso, si giudica aspramente, notando che “gli è stato portato via tutto, anche la possibilità di corteggiare una donna”. Infatti è l’unico personaggio che non ha una storia d’amore (almeno, io non ne ho trovate), persino Ancalimo ha l’opportunità di aprire il suo cuore a qualcuno.
Leon quindi ha un serio problema di relazione con l’altro sesso, frutto forse dell’infanzia turbolenta. Si odia per essere solo in grado di ottenere sesso a pagamento, vorrebbe del vero affetto.
Altra nota interessante è il suo parallelismo con la sua vecchia nemesi, Lothanor: entrambi a sei anni hanno subito traumi, entrambi erano maghi dotati affamati di conoscenze proibite e hanno perso le persone che amavano. Senza contare il loro personale drago chaffeur!
In un certo senso sembra che la trama voglia metterci in guardia: Leon potrà diventare peggiore del tiranno antecedente, seguendo un percorso molto simile. Penso che la scelta di “accontentarsi della conoscenza o di tenersi il regno natio” siano quelle che possano rompere il cerchio.
Pur lasciando un futuro incerto, tali finali lasciano intendere che Leon abbia altri obbiettivi non legati alla conquista.
In base alle sue decisioni potreste limitarvi al suo regno, oppure espandere le sue vedute a tutto il continente. Potreste fargli seguire la via della magia del sangue o dell’immortalità, portandolo a diventare addirittura un dio oppure a una fine miserevole.
Parliamo ora del lato negativo: le romance. Esatto, sia quella tra Ancalimo e l’informatrice e tra Acoran e Daragast, tutte hanno la stessa struttura: scena di sesso e innamoramento immediato. Non funziona così a livello relazionale e tali relazioni le ho trovate superficiali.
Va bene che la struttura da librogame avrebbe creato dei problemi, ma si poteva aggirare la cosa mettendo una storia d’amore tra personaggi che si conoscevano già.
In conclusione: è un buon esordio per la casa videoludica Curtel Games, con oltre 40 finali diversi e tantissimo divertimento, per chi, come noi, ha la pazienza di esplorare ogni angolo della trama. Lo consiglio anche per chi ama i personaggi complessi e le storie dark fantasy.
Debora Parisi
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