Nei giorni tra il 26 ed il 29 Novembre del 2008 la città di Mumbai, la più grande dell’India, centro economico e finanziario nonché sede dell’industria Bollywoodiana, visse la tragedia di ripetuti, feroci, attacchi terroristici. In quei giorni un gruppo di giovanissimi uomini, armati da altri e addestrati al sacrificio, ben raccontati dal film anche nella loro confusione, fragilità ed inconsapevolezza, misero in atto una serie di attentati che tennero sotto scacco l’intera città, facendola precipitare nel caos e nell’orrore. Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggioè il racconto dei quei tre giorni e dell’assedio al Taj Mahal Palace Hotel.
Il Taj Mahal Palace Hotel, rinomatissimo e lussuoso albergo, era considerato l’emblema del paese e del suo variegato patrimonio culturale, oltre che un luogo sicuro: dopo i primi attentati, avvenuti altrove, la gente cercava rifugio proprio lì. Ed è su quell’assedio che il regista si concentra, per raccontare i gesti di eroismo e di umanità compiuti da alcune delle oltre 500 persone, tra ospiti di diverse nazionalità e dipendenti, che vennero tenute prigioniere. Alla fine, il bilancio fu gravissimo: ci furono oltre 170 morti.
Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio è la narrazione di come, nel pieno dell’attacco, persone di diversi paesi, culture, religioni e classi sociali, dovettero -nel tentativo di salvarsi- trovare il modo di reagire a far fronte all’orrore e ai continui assalti e pericoli.
Il film trascina lo spettatore nell’epicentro dell’attacco, puntando i riflettori su persone comuni di ogni estrazione sociale che, catapultati violentemente in uno scenario da incubo, rivelano la resilienza e il coraggio necessari a creare un legame e a comunicare una vicinanza e un’umanità che si riveleranno salvifiche.
Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio racconta una situazione estrema, che porta ciascuno di quegli esseri umani al proprio limite, superando le differenze sociali e di classe, le sovrastrutture e i condizionamenti, per ricordarci che alla fine, contro ogni aspettativa e malgrado tutto, l’umanità riesce a risplendere nella tragedia.
COS’È LA RESILIENZA
Secondo Cyrulnik è la “capacità o il processo di far fronte, resistere, integrare, costruire e riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita nonostante l’aver vissuto situazioni difficili che facevano pensare ad un esito negativo”.
COME POSSIAMO ALLENARLA:
- Pianifica: educati a una visione a lungo termine. Fai progetti ambiziosi e datti obiettivi concreti e specifici. Prendi il controllo di quello che fai e della direzione in cui ti muovi. Impegnati per avere chiaro dove desideri essere da qui a un anno, a tre anni, a cinque, a dieci. Essere proiettati in avanti aiuta a gestire le situazioni con profonda consapevolezza e presenza, anche nel qui e ora, anche in situazioni di fortissimo stress;
- Pratica la mindfulness: secondo Jon Kabat-Zinn (il ricercatore che ne ha codificato la metodologia per l’occidente) mindfulness è “Prestare attenzione al momento presente, deliberatamente, con un atteggiamento non giudicante”. Praticarla migliora la capacità di gestire lo stress, aumenta la resilienza, riduce la tendenza ad avere episodi di depressione, migliora le relazioni interpersonali, migliora la capacità di non reagire impulsivamente, migliora la risposta fisica alla malattia;
- Impara a negoziare: cioè impara a chiedere assertivamente ciò che desideri ottenere, in modo chiaro e propositivo. Lavora sul modo in cui comunichi: quanto più riuscirai ad essere chiara, tanto più saranno specifici i feedback che potrai ricevere e questo ti permetterà di avere chiarezza sul contesto e di comprendere come rispondere alla situazione che si sta prefigurando;
- Sii costante e positivo: mantieni un atteggiamento mentale aperto e costruttivo. Quando hai definito i tuoi obiettivi in modo chiaro e hai stabilito una strategia per raggiungerli, qualunque ostacolo ti si presenti verrà più facilmente superato grazie a creatività e costanza.
Paola Nosari
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