Di consuoceri litigiosi, e provenienti da estrazioni sociali inverse, nel cinema italiano ce ne sono stati e li abbiamo visti, una prassi della nostra commedia che ha messo faccia a faccia mattatori della risata presi a litigare a suon di battute forti; a memoria possiamo ricordare Totò e Aldo Fabrizi in Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi del 1960 oppure, in tempi più recenti, Massimo Boldi e Biagio Izzo in una serie di titoli come Matrimonio alle Bahamas, Matrimonio a Parigi e Matrimonio al Sud.
Ora rientra nella tradizione anche un’accoppiata inedita come quella composta da Diego Abatantuono e Vincenzo Salemme, per la prima volta assieme sullo schermo a dividere la scena (in verità entrambi recitarono in Buona giornata di Carlo Vanzina, ma in episodi differenti) mostrando una propria verve comica mattatoriale tutta da condividere a vicenda; titolo dagli echi “manzoniani”, Compromessi sposi è un film che mette i due attori nei panni di una coppia di padri di famiglia alle prese con le nozze dei propri figli, entrambi spaccati dal luogo in cui vivono, chi nel Nord e chi nel Sud.
Per la regia del Francesco Micciché di Ricchi di fantasia e Loro chi?, il qui presente lungometraggio è la storia di Gaetano (Salemme) e Diego (Abatantuono), due uomini agli opposti, dato che il primo è un sindaco meridionale ed il secondo un industriale del settentrione, che a prima vista non hanno potuto fare a meno di dimostrare un odio profondo a vicenda.
La situazione si aggrava quando questi scoprono a malincuore che i propri figli hanno intenzione di sposarsi, costringendo il duo di futuri consuoceri a dover sopportare la preparazione delle nozze assieme, che avverrà in quel di Gaeta.
Durante questa pianificazione fatta di tempi stretti e arredi fastosi non mancheranno ovviamente dei ricchi battibecchi, i quali sfoceranno nella notte più lunga della loro vita, proprio il giorno prima del tanto agognato matrimonio.
Canovaccio trito e ritrito del nostro cinema più leggero e spensierato che sia, Compromessi sposi è un tipo di opera che dovrebbe motivare gran parte della sua esistenza proprio sulla presenza dei suoi veterani protagonisti; ma una volta che Salemme e Abatantuono si mostrano con il loro repertorio, fatto di frecciatine e battutine offensive l’uno nei riguardi dell’altro, ecco che Micciché esaurisce tutte le cartucce e cerca di salvare il resto della pellicola affidandosi alla presunta simpatia dei personaggi secondari.
Solo che non bastano una serie di sproloqui romani pronunciati sia da una caricata Elda Alvigini che dalla giovane Grace Ambrose a strappare qualche risata, come anche non serve che la visione venga portata verso un livello palesemente adolescenzial emotivo, grazie alla lieve storia d’amore vissuta da Lorenzo Zurzolo e la stessa Ambrose.
Compromessi sposi è un esile prodotto che manca di compattezza, perché la professionalità dei suoi interpreti ci può anche essere (oltre ai succitati anche Rosita Celentano, Dino Abbrescia, Susy Laude, Fabrizio Nardi, Sergio Friscia e Valeria Bilello) come anche un gradevole senso di leggerezza narrativa, ma nel complesso dimostra man mano una serie di punti deboli di non poco conto che mettono palesemente a nudo l’obiettivo principale del tutto, ovvero sponsorizzare spudoratamente la location di turno che ospita la storia del film, in questo caso ci riferiamo a Gaeta.
Film depliant, film volantino, chiamatelo come volete, ma questo Compromessi sposi tutto è tranne che una riuscita commedia di costume.
Mirko Lomuscio