Sedute l’una accanto all’altra tra raffiche di confidenze e rare pause silenziose attendiamo le mani esperte del nostro parrucchiere di fiducia, mi guardo intorno, osservo le pettinature delle altre clienti, che possano essere di ispirazione, il desiderio di cambiamento è nell’aria, ma il coraggio è lontano.
Mi distraggo attratta da un taglio audace, un ciuffo bianco che lascia la fronte alta scoperta, le orecchie al vento, la nuca ricoperta da una massa scura, bianco e nero, davanti e dietro, bicolore, guardo con più attenzione nel timore di essermi confusa, ma è proprio così, una capigliatura all’avanguardia su una testa matura per giunta. Decine di occhi stupiti e ammaliati sono solo per lei.
Mi guardo nuovamente intorno e riconosco un viso amico inclinato all’indietro sulla poltrona lavatesta, mi alzo e prendo posto lì accanto per fare due chiacchiere quando nel frattempo sopraggiunge alle mie orecchie una conversazione intrigante tra due clienti dalle voci sonore, stanno raccontando eventi personali al mondo intero così senza pudore, mi districo tra un dialogo e l’altro, il mio e il loro, un orecchio teso a destra e uno a sinistra, rispondo all’amica e con fare indifferente origlio a più non posso, ah, quante sollecitazioni, troppe!
Fatico a stare al passo, mi si chiudono gli occhi dalla stanchezza e mi assopisco, per poco.
All’improvviso un applauso di consensi mi risveglia di scatto e mi ritrovo al cospetto di una bella signora che ondeggia avanti e indietro improvvisando una sfilata di successo, la osservo con più attenzione e mi pare di riconoscerla, che sia lei, la mia vicina, ha il suo stesso piglio ardito e quell’inconfondibile portamento regale, eppure qualcosa la differenzia, la osservo meglio, la capigliatura vaporosa, i lunghi capelli mossi, sì i capelli, lei invece li ha diritti e lisci.
Una meraviglia.
I nostri sguardi si incrociano e inaspettatamente lei mi saluta orgogliosa della sua nuova pettinatura.
Complimenti, non ti avevo riconosciuta, mia adorata vicina.
Elisa Bollazzi
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