Pierluigi Agnelli vive a Brescia dove insegna Filosofia in un liceo cittadino.
Ha scritto Per me si va nella città dolente, Mp3 e Domitilla Wolf e la leggenda dell’hòuzi mao.
Noi l’abbiamo intervistato proprio per saperne di più su quest’ultimo romanzo, la cui protagonista, Domitilla è una ragazzina intelligente che ama gli animali e che può contare sull’amicizia dei suoi due amici, Lucy e George.
Domitilla si divide tra la scuola, la famiglia e la sua vita da decenne. Le cose però subiscono un repentino cambiamento quando i gatti del paese diventano misteriosamente aggressivi, seminando il panico a Catsville, e mentre le autorità brancolano nel buio, incapaci di porre fine allo strano fenomeno, Domitilla e i suoi amici, sotto la guida attenta del professor Notorius, cercheranno una soluzione dando la caccia al personaggio di una tremenda leggenda.
Se la trama vi ha incuriosito, non perdetevi l’intervista qui sotto!
Ha carta bianca e tre aggettivi per descriversi…
Tre aggettivi per descrivermi? Direi: “antropologicamente” curioso, mi piace osservare le persone in ogni circostanza si trovino; immaginare quali storie si celino dietro la loro esistenza; interpretare i loro modi di muoversi sul palcoscenico della vita; l’essere umano è tra tutti gli animali il più affascinante e imprevedibile.; scettico, “solo un uomo scettico è un uomo veramente libero” diceva un grande filosofo; il dubbio è una categoria esistenziale alla quale non rinuncio, e ironico: non mi prendo mai troppo sul serio.
Mai senza?
Mai senza un libro, la musica, quaderno e penna per scrivere.
Cosa le piace leggere?
Leggo romanzi, ma anche saggi. Apprezzo molto Stephan Swaig, Umberto Eco, Stephen King, Friedrich Nietzsche (anche come scrittore), J.R.R. Tolkien, Oriana Fallaci.
Se dovesse esprimere tre desideri?
Tre desideri: salute prima di tutto (mentale e fisica), saper guidare un elicottero, andare a cena con la Rowling parlando dei rispettivi romanzi, ovviamente offre lei.
La sua vita in un tweet?
La vita è troppo breve per non provare a farne un’opera d’arte.
Ci parli del suo ultimo romanzo. A chi lo consiglierebbe e perché?
Domitilla Wolf e la leggenda dell’hòuzi mao pone due domande di fondo: cosa c’è di vero nelle leggende? Cattivi si nasce o si diventa? Il romanzo ruota intorno ad una antica leggenda di origine cinese, leggenda che pare prendere consistenza e manifestarsi in un piccolo paese, Catsville. Una ragazzina, insieme ai suoi due amici e ad un bizzarro professore (Notorius) cercherà di andare a fondo della vicenda dibattendosi sempre tra le due ipotesi: la leggenda è vera, la leggenda non è vera. Si troverà quindi catapultata in una dimensione “altra”, faccia a faccia con ciò che sembrava essere solo un personaggio di una leggenda: l’hòuzi mao. E come tutti gli eroi, in quel momento sarà sola.
Il romanzo è stato pensato per ragazzi (dai 10 anni in su), ma è adatto anche per gli adulti. Uno dei compimenti più belli mi è stato fatto da una signora di 78 anni.
Come nascono i suoi personaggi, vi è un collegamento con la realtà?
I personaggi hanno tutti un collegamento con la realtà. La protagonista, Domitilla, è l’alter ego di mia figlia (a cui il romanzo è dedicato); il professor Notorius è il mio alter ego; alcuni professori di Domitilla che nel romanzo vengono tratteggiati in chiave ironica, sono la caricatura di miei colleghi (insegno filosofia in un liceo), si lo ammetto, mi sono fatto beffa di loro; l’hòuzi mao, il cattivo della storia, è la parte più buia della psiche umana.
Le ambientazioni che sceglie provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?
Il romanzo in larga parte ha una ambientazione reale (Catsville); quando la storia si dipana ci sono ambientazioni fantastiche e in qualche modo “archetipiche” del fantasy che certamente provengono dal profondo psichico (la montagna, il bosco, il fiume, ecc.).
Come può riassumere ai suoi lettori il suo romanzo? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?
In un paese, Catsville, incominciano ad accadere fatti strani. I gatti sembrano in preda ad una misteriosa sindrome che li rende aggressivi. Domitilla, che si scoprirà essere una “pura di cuore” indaga sulla vicenda che pare ruotare attorno alla leggenda dell’hòuzi mao, una terribile bestia per metà gatto e per metà scimmia. Domitilla, aiutata dal vecchio prof. Notorius, esperto in leggende e dai suoi due amici e compagni di classe Geroge e Lucy, si renderà pian piano conto che la leggenda è vera e che l’hòuzi mao è arrivato a Catsville in cerca di qualcosa. A ragazza spetterà il compito di fermarlo e sconfiggerlo. Il romanzo si presta a più piani di lettura, vi sono tematiche quali la responsabilità, la lealtà, il coraggio, l’amicizia, il viaggio (reale ma anche fantastico) come crescita e trasformazione di sé, oltre alla presenza di alcuni classici elementi del fantasy, quali la contrapposizione tra Bene e Male, l’origine “umile” o “normale” della protagonista, la compagnia della mia eroina costituita dai suoi due amici e dal prof. Notorius che la accompagnano nell’avventura, la presenza di un oggetto magico, la solitudine dell’eroe nella prova finale.
È già al lavoro su un nuovo libro?
Da tempo sto scrivendo la seconda avventura della mia eroina Domitilla; si tratta di un’altra storia che vedrà la riconferma di alcuni personaggi della prima e l’arrivo di nuovi. Conto di terminarla entro l’anno. Sto scrivendo anche un’altra storia di tutt’altro genere rispetto al fantasy, il tempo e la mia volubile voglia dirà se mai arriverò alla fine.
Silvia Casini
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