Oggi abbiamo intervistato Mauro Saracino della Dunwich Edizioni, casa editrice dedita all’horror e al fantasy.
Dal vostro nome si può dedurre un amore verso le opere Lovecraftiane, in particolare l’orrore di Dunwich. Com’è nato il vostro progetto editoriale?
È nato proprio per la passione per certe tematiche, per questo abbiamo scelto un nome che le richiamasse subito. Non per questo ci siamo chiusi sull’horror (e infatti il nostro primo titolo in assoluto, Codex Gilgamesh, è stato uno steampunk). L’idea di fondo era di dare spazio al fantastico in tutte le sue forme, con una predilezione per la parte più oscura.
Di quali generi vi occupate? Avete intenzione di aprirvi ad altri tipi di narrativa?
Cerchiamo sempre di mantenere una mentalità aperta, motivo per cui abbiamo anche una collana di narrativa non di genere – Dunwich Life – il cui secondo romanzo uscirà nel corso del 2019. Siamo anche stati i primi a portare in Italia i LitRPG con il romanzo Reboot, di Domino Finn. Quest’anno, tra le altre cose, pubblicheremo anche il nostro primo horror per ragazzi. Insomma la filosofia di fondo è essere aperti il più possibile.
Come pensate se la cavi l’horror nel mercato italiano?
L’horror è un genere di nicchia, e lo sappiamo benissimo. Per fortuna ci sono lettori forti anche in questo genere e tendono a fare parecchio passaparola (di cui siamo sempre estremamente grati). È una gran soddisfazione quando scrivono per avere novità su un autore di cui magari è uscito da poco un nuovo romanzo.
Meglio gli ebook o i cartacei? Che esperienza avete avuto nei due settori?
Siamo sempre stati più simpatizzanti verso il digitale ed è lì che abbiamo avuto maggiori soddisfazioni, ma al tempo stesso facciamo di tutto per non trascurare la versione cartacea dei nostri libri, sia dal punto estetico sia dal punto di vista della distribuzione.
Avete mai provato interesse anche per gli horror di genere estremo o splatterpunk? Come ad esempio Edward Lee e Jack Ketchum?
Assolutamente. Anzi, Stephen Kozeniewski, autore del recente The Hematophages, è stato finalista nel 2018 agli Splatterpunk Awards (vinti proprio da Edward Lee). Anche Bryan Smith, di cui abbiamo proposto The Killing Kind, quest’anno è candidato allo stesso premio.
Quando selezionate i manoscritti, a cosa dare più importanza?
La risposta qui deve essere un po’ più articolata. La prima fase di valutazione riguarda il manoscritto in sé (struttura/stile/trama ecc ecc). Se viene superata la prima fase, il testo viene messo in relazione al piano editoriale (se ci sono libri simili in pubblicazione, le possibilità di accettazione si riducono parecchio) e alle vendite di romanzi dello stesso genere (se ci propongono un romanzo a proposito di streghe subacquee e in passato le streghe subacquee sono andate male, difficilmente verrà preso). In poche parole cerchiamo sempre di tenere conto sia di valori oggettivi sia dei gusti dei nostri lettori, che spesso dicono chiaramente – con i fatti – cosa vogliono o non vogliono leggere.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Continuare a lavorare sodo! Abbiamo tantissimi titoli in programma per il 2019 che vanno dall’horror al fantasy, passando per il thriller, l’urban fantasy e i viaggi nel tempo. Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti.
Debora Parisi
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