Buongiorno, nostri affezionati lettori, oggi analizzeremo un pensiero della Rowling inerente a Lord Voldemort e sua madre: Merope Gaunt. La scrittrice disse che se Merope fosse sopravvissuta ed avesse amato suo figlio, Tom Riddle Sr (alias Voldemort) non sarebbe diventato il mago oscuro più pericoloso di tutti i tempi. A nostro parere la dichiarazione è molto romantica, ma analizzando il personaggio ci vengono alcuni dubbi.
Iniziamo ad approfondire Merope Gaunt, la cui presenza è completamente tagliata nel sesto film, ma di una valenza fondamentale per la formazione di Tom Riddle Sr. Il nome già ha una valenza simbolica: Merope era la meno splendende delle Pleiadi, in quanto sposò un mortale. Nel libro è una degli ultimi discendenti della famiglia Gaunt, tra i più “nazi-puristi” del mondo magico inglese. Si accoppiano solo esclusivamente tra cugini (e si sospetta anche zii e nipoti, in quanto pratica comune tra le famiglie nobili). Ciò causò una lenta degenerazione delle attività cognitive della famiglia, facendola assomigliare ad ogni generazione al famoso clan dei Sawyer/Hewitt di Non aprite quella porta.
Non sono cannibali, ma fin dalla loro prima rappresentazione, si respira lo stesso clima ultra patriarcale, sporco e disturbato. Non si sa nulla della madre di Merope, ma si possono dedurre due cose: che è morta durante la giovinezza dei suoi figli e che sicuramente era cugina di Marvolo Gaunt. Morfin è il figlio prediletto del padre, mentre Merope vive costantemente sotto gli abusi fisici, emotivi e psicologici dei due e ciò viene metaforicamente rappresentato nella perdita momentanea dei suoi poteri.
Una volte che padre e fratello finiscono ad Azkaban per aver aggredito un babbano e un funzionario del ministero, Merope si ritrova libera e può manifestare nuovamente la sua natura magica. E cosa fa? Somministra una droga dello stupro per schiavizzare il babbano di cui è innamorata. Esatto, “droga dello stupro”, perché le pozioni d’amore ti fanno compiere determinati comportamenti, subordinandoti all’oggetto dell’ossessione. Una volta finito l’effetto, la persona si ricorda di ciò che ha fatto, senza il sentimento fasullo. Di conseguenza, ciò rende Merope non meno squilibrata dei suoi parenti. Il povero Tom Riddle Sr. viene quindi stuprato, schiavizzato, segregato, truffato in quanto portato a fare un matrimonio contro la sua volontà, e divenne padre pure di un bambino.
Nei suoi pensieri deliranti, Merope crede che Tom Riddle Sr. l’avrebbe amata lo stesso o perlomeno per rispetto del loro futuro figlio. Inutile dirlo che l’uomo non solo ha avuto la consapevolezza di essere stato uno schiavo sessuale delle sue fantasie, ma di avere un figlio nato dallo stupro. Non biasimiamolo se decise di scappare dalla donna. Da qui possiamo dedurre una cosa: Merope non ha un’empatia sviluppata. Certo, molto probabilmente ha la concezione di amore, ma la sua vita di soprusi e sofferenze ha distorto la sua intelligenza emotiva, rendendola incapace di immedesimarsi nel pensiero altrui. Non ha mai pensato all’opzione che Riddle potesse non ricambiarla affatto. Ha una visione del mondo infantile e questo suo atteggiamento l’hanno resa simile ai suoi odiati parenti.
Distrutta dal dolore, Merope cade in una profonda depressione, in più è povera e incinta. Si fa truffare sul prezzo del medaglione di famiglia e arriva disperata all’orfanotrofio, per poi morire di parto. Vive abbastanza per far nascere Tom Riddle Jr, segno che al bambino ci teneva, ma non abbastanza per desiderare di crescerlo.
Analizziamo un ipotetico scenario dove Merope decidesse all’ultimo momento di vivere per suo figlio: dove avrebbero vissuto e in che condizione? Se avesse vissuto tra le assistenze di carità della società babbana, avrebbe dovuto nascondere la propria natura magica e quella del figlio. Senza appoggi di amici e parenti, la vita sarebbe stata dura. Non dimentichiamo che la società da enclave del mondo magico si basa proprio sulla stretta collaborazione dei membri.
Se avesse deciso di usare la magia sopravvivere, avrebbe dovuto usare diversi incantesimi illegali, dovendo costantemente evitare di essere rintracciata dagli auror. Ricordiamo, inoltre, che ad Azkaban si finisce anche per i reati minori, come furto o truffa.
Ma mettiamo caso che fosse diventata improvvisamente Moll Flanders e avesse incassato abbastanza soldi da comprarsi una casetta in un villaggio magico. Come sarebbe cresciuto il figlio? Vedendo il quadro psicologico di Merope, molto probabilmente non sarebbe stata capace di avere lo stesso coraggio di Susan Ashworth (The Cat Lady) ad affrontare la sua malattia. Inoltre, essendo squilibrata e in parte incapace di immedesimarsi nel prossimo, non avrebbe insegnato il giusto equilibrio etico ed emotivo a suo figlio. Avrebbe potuto abusarlo fisicamente e psicologicamente, diventando la replica di Marvolo.
Essendo che Tom Riddle Jr. è anche la copia spudorata di suo padre, non è esente la possibilità che sua madre avrebbe potuto sviluppare un interesse incestuoso nei suoi confronti, instaurando un legame morboso e malato come Norma e Norman Bates. Di conseguenza ci sono bassissime probabilità che Tom Riddle ne uscirebbe sano di mente, vivendo a stretto contatto con sua madre. Forse non sarebbe diventato Lord Voldemort, ma avrebbe potuto sviluppare malattie mentali ed essere lo stesso un pericolo per gli altri e per sé stesso. Sarebbe potuto diventare uno stupratore seriale come un povero ragazzo autolesionista con tendenze suicide.
Se però Merope avesse trovato assistenza da persone attorno a lei, specialisti, e soprattutto avesse avuto il coraggio di affrontare i suoi demoni, forse avrebbe potuto garantire un futuro abbastanza stabile a suo figlio. Diciamo “abbastanza” poiché i traumi rimarrebbero comunque.
E qui potremmo accostare la situazione di questi ipotetici Merope e TomRiddle Sr ad Amelia e Samuel in Babadook: entrambe le madri sono sole, senza partner, ma la strega è stata lasciata da un marito che ha stuprato lei stessa, mentre l’altra lo ha perso proprio nel giorno della nascita del figlio. Come esaminato in Babadook, possiamo notare che la madre, pur amando Samuel, non è stata capace di aiutarlo nel suo percorso di crescita. Il risultato è un bambino iperattivo, che la mette costantemente in imbarazzo e nei guai. Molto probabilmente questo ipotetico Tom Riddle avrebbe avuto disturbi simili o più gravi. Amelia rifiuta costantemente aiuto e ciò la condurrà nella lenta discesa nella follia, e solo l’amore per suo figlio, unico ricordo vivente del suo marito defunto, la farà combattere contro la sua stessa malattia, rappresentata appunto, dal mostro.
Qui vediamo due differenze fondamentali: mentre la protagonista di Babadook ha desiderato suo figlio, frutto di un amore sincero, nel caso di Merope, la sua ossessione verso Tom Riddle Sr. pare dettata più dalla disperazione che da un sentimento puro. Inoltre, nel film, la sorella della protagonista si preoccupa costantemente per lei, pur non capendola del tutto, mentre Merope non ha nessuno e lei viene da un passato di abusi, mentre Amelia no. Aggiungiamo che la società dei maghi non ha assistenti sociali, né telefono azzurro né psicologi. Ciò renderebbe più difficile la sua lotta contro i disturbi mentali, considerati tabu anche nel mondo magico. Di conseguenza, Merope avrebbe reagito come Amelia: nascondendo il problema, sopprimendolo finché non sarebbe esploso nella maniera più violenta.
In conclusione, non basta l’amore a salvare una persona: abbiamo avuto diversi esempi di personaggi estremamente negativi, amare la propria madre e compiere atrocità, un esempio è Hitler. Merope Gaunt avrebbe potuto crescere serenamente suo figlio grazie alla combinazione di aiuto di persone di fiducia, assistenza psicologica, fondi economici e grande forza di volontà. Senza questi fattori, è molto difficile che una persona con tali problemi psichici possa allevare un figlio senza lasciare cicatrici indelebili nel suo animo. Molto probabilmente, Tom Riddle sarebbe cresciuto meglio in una famiglia di genitori adottivi più stabili, ma ovviamente nelle probabilità del “what if” c’è sempre un futuro felice, sono le nostre scelte e soprattutto l’ambiente a determinare il nostro cammino.
Debora Parisi
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Fonti
Il film Babadook
Il videogioco The cat lady
I libri di Harry Potter