Avete presente quando da bambini si imparano le parole? Con il tempo diventano parte di noi, ne abbiamo piena la testa, le pronunciamo all’occorrenza, ne conosciamo il significato.
Ma vi è mai capitato che un vocabolo prendesse vita?
A me è successo con la parola COSTRUIRE.
Il contesto è stato la Fiera del libro di Iglesias.
Arrivata alla terza edizione, la fiera si svolge in quattro giorni nel mese di Aprile. Sono giorni in cui le piazze del centro storico pullulano di energia, che se stai bene attento, la puoi sentire a fior di pelle. Quest’anno ho potuto toccare con mano ciò che sta dietro le quinte. Ho assistito e partecipato al graduale dipanarsi della trama celata dietro la realizzazione di un evento che non è fine a se stesso.
È stato come se ogni forza impiegata in questo lavoro avesse depositato di volta in volta, di mese in mese, qualcosa di sè.
Come il muro che abbiamo innalzato nel corso della manifestazione: un muro fatto di libri per simboleggiare che mattone dopo mattone insieme si può costruire, unire e non dividere.
Costruire-Nec sine labore.
Costruire-Non senza fatica: il tema scelto per raccontare questa terza edizione.
Parole che ho visto esplodere davanti ai miei occhi, in ogni sfaccettatura; un concetto emerso in tutti i punti del ricco programma, articolato in colazioni d’autore, inaugurazione di mostre, incontri con autori, animazione alla lettura e diversi laboratori.
Progetti e flashmob con protagonisti i ragazzi degli istituti superiori di Iglesias, impegnati nell’alternanza scuola lavoro, che hanno lavorato con dedizione portando avanti la riscoperta di valori e ideali, costruendo emozioni, passione per i libri, consapevolezza assieme a guide motivate e competenti.
Tavole rotonde dove a discutere sono stati autori, editori, librai, giornalisti, geologi, fotografi, assessori alla cultura che nei loro dibattiti hanno gettato le basi per costruire ancora coscienza, identità, cultura, coscienza ambientale.
Ma è stato aggirarsi tra le vie che collegano le piazze coinvolte, in mezzo agli stand e le installazioni a tema create dai ragazzi delle scuole, a portarmi dentro la reale magia che eventi come questo creano, con un sano sistema di causa-effetto.
Aggregazioni di persone e idee, scambi di cultura dove le differenze si evidenziano ma coesistono in un terreno neutro di crescita.
A fare da sfondo pittoresco: Iglesias, città che affonda le sue radici nella storia, ma che cambia volto, diventando fulcro di energia potentissima in cui si respira aria fresca di novità, consapevolezza e voglia di cambiare.
Concludo con una citazione di Niccolò Fabi che inconsapevolmente ha prestato il testo di una sua canzone come colonna sonora di questa edizione:
“E in mezzo c’è tutto il resto. E tutto il resto è giorno dopo giorno. E giorno dopo giorno è silenziosamente costruire.”
© Erika Carta
da www.argonautilus.it