Cristina Di Maggio è nata a Messina nel 1972. Dal 2013 cura il blog “Il sesso inutile”. Ha trascorso un lungo periodo presso la redazione giornalistica di un’importante testata provinciale, per la quale ha curato la parte culturale.
Nel 2009 ha curato in Sicilia le presentazioni, con lettura e commento musicale, del romanzo di Renato Gentile Il silenzio degli occhi.
Greta è la sua prima pubblicazione.
Noi l’abbiamo intervistata proprio per saperne di più.
Hai carta bianca e tre aggettivi per descriverti…
Introspettiva, empatica, analitica.
Mai senza…?
Il mare, i libri.
Cosa ti piace leggere?
Leggo moltissimo e recensisco molti libri. Avendo già letto per formazione quasi tutti i classici adesso leggo quasi esclusivamente letteratura contemporanea. Prediligo gli scrittori israeliani: da Oz a Grossman,Yehoshua, Canetti; ma ho letto anche tutti i libri di Marai, Kundera, Aldo Busi e Javier Marìas.
Se dovessi esprimere tre desideri?
I miei desideri sono molto comuni: vorrei avere tanti anni ancora da vivere in salute insieme alle persone e alle cose che amo, vorrei riuscire a scrivere libri che tutti possano ricordare, e in ultimo dal momento che mi sembra di avere vissuto a cavallo fra due mondi molto diversi tra loro,vorrei che si potesse tornare un po’ indietro a quello in cui ero ragazzina e tutto era più definito.
La tua vita in un tweet?
La somma di tutto quello che mi è rimasto corrisponde solo a me.
Parlaci del tuo romanzo. A chi lo consiglieresti e perché?
Greta è il diario di un’ossessione amorosa in tutte le sue possibili declinazioni, amore per un uomo, amore per una figlia, amore per una madre. E’ un viaggio nella mente e nel cuore di una donna, una donna, che può essere qualunque donna, con un lavoro qualunque e una vita ordinaria fatta di gesti ripetitivi. Credo di scrivere solo per le donne in realtà, perché la storia di una donna, in fondo, sotto molteplici aspetti può essere la storia di quasi tutte le donne. Mi piacerebbe, per questo, che il libro potesse essere un piccolo aiuto per chi non riesce ad uscire da quella spirale di dolore che ti tiene ferma la vita, i sentimenti; ma anche a chi fa corrispondere ad un errore tutta la sua vita, non è giusto, non va bene. Il dolore va compreso, analizzato, accettato, e per quanto possibile assimilato per poterci convivere. Superarlo non è possibile.
Come sono nati i personaggi?
Scrivo del mondo che conosco meglio, il mio è un romanzo intimo e intimista, introspettivo, quasi un flusso di pensieri. I personaggi vivono tra realtà, sogno e immaginazione , è il lettore poi a ricostruire il tutto, magari facendolo aderire alla propria vita.
Le ambientazioni scelte provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?
Entrambe le cose.
Come puoi riassumere ai potenziali lettori il tuo romanzo? Qual è il messaggio che hai voluto trasmettere?
Qualunque cosa si cerchi di dire, ognuno poi in un libro ci trova sempre quello che sente, che gli appartiene, che è più vicino a sé, o quello che ha già, per questo non cerco di trasmettere alcun messaggio in realtà, non è a quello che penso quando scrivo, lascio al lettore la possibilità e la libertà di prendere quello che vuole, di fare suo,“nostro”, quello che è stato mio.
Sei già al lavoro su un nuovo manoscritto?
In realtà sì, ero già al lavoro prima che la casa editrice mi chiamasse per annunciarmi che voleva pubblicare Greta.
Silvia Casini
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