Nonostante le varie traversie professionali a cui è andato incontro negli ultimi anni, tanto da essere stato licenziato e di conseguenza riassunto dalla Marvel stessa, il regista James Gunn, dopo aver archiviato l’esperienza The suicide squad per poi essere stato chiamato nella fase creativa dell’universo cinematografico DC, è riuscito a portare a termine il terzo atteso capitolo della sua personale saga cinecomic, ovvero Guardiani della Galassia Vol.3, un’operazione che ci riporta al cospetto di una combriccola di eroi fumettistici ben assortita, loosers dall’animo buono che si battono sempre per il bene degli abitanti dell’universo.
Capitanati come sempre dal Peter Quill di Chris Pratt, Drax (Dave Bautista), Nebula (Karen Gillan), Mantis (Pom Klementieff), Kraglin (Sean Gunn), il procione parlante Rocket, l’albero vivente Groot e il cane spaziale Cosmo andranno incontro ad una nuova avventura, gettandosi nell’avventura per la salvezza dei più deboli.
Tutto ha inizio quando un uomo dai poteri sovraumani di nome Adam Warlock (Will Poulter) irrompe nella loro esistenza, attaccandoli senza preavviso e ferendo gravemente il povero Rocket.
Ed è proprio dal passato di quest’ultimo che incombe una nuova minaccia, sotto le spoglie del temuto Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji), un uomo che ha passato un’esistenza a creare mondi perfetti e che Peter e i suoi amici dovranno affrontare se vogliono salvare la vita del povero Rocket.
La battaglia per la salvezza dell’umanità ha di nuovo inizio e ad affiancarli in questa nuova missione tornano anche alcune facce familiari, come quella della compianta Gamora (Zoe Saldana).
Senza usare mezzi termini, dal primo Guardiani della Galassia possiamo espressamente confermare che lo stile di regia e scrittura indotto da Gunn ha non poco condizionato lo stile narrativo della Marvel Cinematic Univers degli ultimi dieci anni, portando ad utilizzare parecchia ironia al cospetto di svariati titoli che finora la nota casa ha sfornato; non sempre però questo stile è risultato essere riuscito, solo Gunn può centellinarlo a dovere, senza mai rinunciare a determinate parentesi ambiziose in mezzo a tanta narrativa da passatempo.
Con Guardiani della Galassia Vol.3 questa ambizione sembra però calcare un po’ troppo la mano, lasciando sì che il regista di Slither, nonché autore di script per la nota casa di produzione trash Troma, abusi un po’ troppo di alcune parentesi più che sentite, smorzate per l’occasione da un’ironia funzionale, ma non sempre richiesta.
Questo però per elencare almeno i primi difetti riscontrabili in questo terzo capitolo, per il resto possiamo però ben affermare che Guardiani della Galassia Vol.3 fa la sua bella figura se paragonato ai recenti titoli Marvel, portando il suo messaggio umanitario nella propria sottile scrittura e sfoggiando uno spettacolo da Blockbuster degno di nota, votato però verso un’atmosfera a dir poco crepuscolare.
Difatti qua i colori sembrano esseri più smorzati rispetto al solito universo arcobaleno marveliano mostrato in altre pellicole, insomma Gunn porta un pizzico di serietà tra le sue battute e alza il tiro puntando, purtroppo, alla lacrima facile, ma senza peggiorare nei risultati finali; si diverte a portare i suoi personaggi in ambiti più ambiziosi e li giostra come meglio gli riesce, in una visione di due ore e trenta che getta di tutto e di più, compreso il solito destreggiarsi tra volti vecchi e nuovi appartenenti al mondo dei Guardiani della Galassia (Saldana, Pratt, Bautista, Gillan, Kleimeneff, Sean Gunn, le new entry Poulter e Iwuji, più Sylverster Stallone già adocchiato nel capitolo due) e i beniamini abitanti del panoarama cinematografico dello stesso Gunn (apparizioni di Nathan Fillion, Michael Rooker, Gregg Henry, del Lloyd Kaufman patron della Troma), alimentando così un calderone pregno di spettacolo, azione, effetti speciali, sentimenti, tanta musica pop e chi più ne ha più ne metta.
E con tutto ciò tocca però ammettere che Guardiani della Galassia Vol.3 pecca in troppa ambizione, ma rimane una visione ben diversa rispetto ai cinecomic odierni, magari destinata ad essere rivalutata come si deve negli anni a venire, proprio ad essere buoni.
Mirko Lomuscio