Superpotenze che si danno battaglia con armi sofisticate ne abbiamo viste al cinema, soprattutto se pensiamo al valore di un sommergibile militare alle prese con complotti o situazioni disperate nel bel mezzo di qualche guerra imminente, o già in corso; è successo nel 1981 col caposaldo U-Boot 96 di Wolfgang Petersen per poi arrivare ad essere riproposto tramite lungometraggi come Caccia a Ottobre Rosso di John McTiernan, U-571 di Jonathan Mostow e K-19 di Kathryn Bigelow.
Aggiungendo all’alto tasso di tensione politica presente nella trama del caso, la quale vede sempre grandi dispute tra alti organi governativi, un certo pizzico di action adrenalinico, ecco spuntare quindi nelle sale questo Hunter Killer – Caccia negli abissi, opera ispirata ad un romanzo di George Wallace e Don Keith, intitolato Firing point, e che vede essere interpretata da una galleria di volti noti, tutti presi a farsi coinvolgere dalla potente trama che uniforma la pellicola; in primis c’è Gerard Butler, qua anche produttore nonché comandante alla guida del sottomarino protagonista dell’intera vicenda, mentre intorno a lui volteggiano le facce di Common, Linda Cardellini, Toby Stephens, il compianto Michael Nyqvist (alla cui memoria e quella del produttore John Thompson è dedicato il film) e il recentissimo premio Oscar (per L’ora più buia) Gary Oldman.
Diretto dal misconosciuto Donovan Marsh, il film è la storia di un’imminente lotta tra forze americane e russe, messe al centro di una scottante vicenda che apre la strada ad un prossimo colpo di stato.
Starà al capitano americano Joe Glass (Butler) prendere le redini della missione che dovrà evitare il peggio, agendo per conto del suo paese con l’appoggio anche di un gruppo di Navy Seals.
L’operazione porterà con sé svariate sorprese e seguire sempre la decisione giusta per Glass sarà il primo dei pensieri, anche perché ormai una nuova Guerra Mondiale sembra prossima allo scoppio.
Seguendo una traccia narrativa che a livello cinematografico sembra essere memore dell’operato di un autore come Tom Clancy (ed ecco che i riferimenti a Caccia a Ottobre Rosso si fanno più diretti), Hunter Killer – Caccia negli abissi è una sorta di war movie che si uniforma sotto l’aspetto di action thriller, sfociando poi tutto il pensabile in riguardo in uno script grondante luoghi comuni della situazione, compresa una messe di personaggi monodimensionali.
Il film di Marsh è un continuo tira e molla tra tattiche militari statunitensi e doppi giochi vari ai danni dei buoni di turno, cercando di creare una tensione a salire e che invece dà ai suoi spettatori la solita pappa riscaldata, con tanto di dettagli deleteri al caso che davvero non portano nulla di buono.
Insomma, siamo dalle parti di un prodotto d’intrattenimento buono per il sabato sera televisivo, che presenta delle evidenti pecche a livello tecnico, dettagli a tratti imbarazzanti come la resa CGI del sottomarino protagonista, realizzato in modo che neanche fosse stato realizzato col Commodore 64.
Gli attori sono tutti inseriti al livello del minimo indispensabile, utilizzati come fossero pedine di una storia corale e che invece sa molto di tattica per risparmiare sui costi produttivi (basta vedere il trattamento riservato a Butler stesso e ad Oldman, entrambi in scena meno di quanto molti potrebbero pensare).
Fantapolitica action che dà ciò che lo spettatore meno esigente richiede in riguardo, Hunter Killer – Caccia negli abissi per valori e sviluppo narrativo è un appuntamento fuori tempo massimo, sicuramente pensato con un’incosciente voglia di dare dello spettacolo vecchia maniera, senza capire che di vecchio c’è un po’ tutto qua, dai suddetti valori mostrati alla tecnologia utilizzata.
Mirko Lomuscio