Riva Trigoso è un piccolo paese ligure, tagliato in due da un fiume che lo attraversa.
Un ponte unisce Riva ponente con Riva levante.
Ogni giorno gli abitanti guardano lo spettacolo di un incontro. Il fiume abbraccia il mare.
Il dolce si mescola con il salato. Sono testimoni della trasformazione.
Riva Trigoso vive dentro l’abbraccio dei monti che fanno da cornice laterale al mare. Sono abbracci vista mare. Gli occhi puntano all’ orizzonte, dove il cielo si posa sul mare.
E tutto il resto al di là del golfo.
Le vie di Riva Trigoso hanno nomi di città come Genova, cosi vicina, e Palermo, cosi lontana. Hanno nomi di Monsignori, militi ignoti e continenti.
Ci sono vestiti, dentro a una porta, dove prima c’era lo studio del medico del paese. La figlia del dottore cuce vestiti belli e originali nello stesso luogo dove suo padre ha cucito le nostre cadute dalla bicicletta.
Bello entrarci dentro con cinquant’anni e dintorni addosso, ricordandomi io bimba con codini biondi, stretti da elastici con ciliegie rosse.
Mi sedevo, con le storie di Soldino e Nonna Abelarda in mano nella sala di aspetto, dopo aver chiesto chi era l’ultimo, aspettando mia nonna che arrivasse. Io correvo al mare a raggiungere gli amichetti mentre mia nonna attendeva la voce del dottore “Chi è il prossimo?”
Da vent’anni c’è un bar a Riva Trigoso seduto a fine spiaggia. Io c’ero il giorno dell’inaugurazione, come c’ero quando da bimba con tanti amici, andavamo dentro al bunker dove conservavano i pesci, a prendere le scatole di polistirolo per tagliarle a forma di barca, al centro il bastoncino del granulato al cioccolato appena finito di gustarlo e la carta del gelato infilata dentro per fare la vela e giocarci nel mare.
Al Bunker bar ci sono parole, ci sono sorrisi, ci sono caffè, ci sono emozioni, ci sono baci, ci sono sapori e ci sono i bagnini, tutti belli. D’estate arredano la spiaggia con ombrelloni, sedie a sdraio, pedalò e canoe.
Ho imparato a nuotare nel mare di Riva Trigoso.
Ogni giorno imparo a nuotare. Il mare si mescola e non è mai lo stesso.
Foto e testo Roberta La Placa
bene hai fatto a ricordare il passato ,non tanto remoto,bello anche la tua fuga londraMA QUANDO torni’ un abbraccio tu sai di chi.
Ciao Papino, grazie del tuo bel messaggio. Il tuo abbraccio c’e’ sempre!