Il ventaglio sulla pelle: intervista esclusiva a Barbara Sarri

Barbara Sarri è presidente dell’Associazione Bambino sarai tu! e collabora con diverse testate giornalistiche.

Nel 2006 ha vinto per meriti culturali e sociali il Premio Lydia Tesio, nel 2007 il Premio Donna dell’Anno (Roma), nel 2010 il Premio Donna (Casciana Terme) e nel 2016 l’Oscar Livornese.

È autrice di Una rosa non un pugno, un cortometraggio contro la violenza sulle donne promosso da Amnesty International Sezione Italiana e oltre alla scrittura, le sue passioni sono l’equitazione e il flamenco.

Ed è proprio la danza andalusa che anima la storia narrata nel suo romanzo Il ventaglio sulla pelle, dove la protagonista, Isabel Blanco, bailaora per passione e investigatrice per lavoro, si darà da fare per stanare un misterioso serial-killer di ballerine di flamenco.

Tutte le donne uccise hanno un tatuaggio che le accomuna e che le unisce a proprio a lei: un disegno creato ad arte da un tatuatore di Granada. 

Ecco perché Isabel partirà alla volta della Spagna per reperire indizi importanti, scovare l’assassino e restituire al contempo dignità alle vittime e al flamenco, perché per lei rappresenta la magia in grado di aiutare le donne a rinascere dopo un evento traumatico.

E se desiderate saperne di più su questo thriller avvincente, che è anche un inno alla poetica femminile del flamenco, non vi resta che leggere l’intervista qui sotto per scoprire i segreti di una narrazione a tinte noir e una storia di donne che racconta come tornare a vivere, diventando più forti della paura e di ogni violenza.

Ha carta bianca e tre aggettivi per descriversi…

Costante, empatica, ironica.

Mai senza?

Il sorriso.

Cosa le piace leggere?

Madame Bovary, Artemisia.

Se dovesse esprimere tre desideri?

Ventaglio, computer, “voglia di fare”.

La sua vita in un tweet?

“Ogni giorno mi alzo alla ricerca di un sogno”.

Ci parli del suo ultimo romanzo. A chi lo consiglierebbe e perché?

È un thriller, ma anche un libro nel quale si parla di sociale, del valore della condivisione e della ricerca dell’amore vero. Isabel Blanco ama il flamenco e investiga. Vive il quotidiano e affronta insicurezze che tutti affrontiamo, è una donna che fa i conti con la sua sensibilità. Lo consiglio a donne e uomini, indistintamente.

Come nascono i suoi personaggi, vi è un collegamento con la realtà?

I collegamenti con il reale sono l’amore per Ostia, la Spagna, e l’amore per il flamenco. I personaggi sono nati quasi da soli, un giorno sono usciti dalla pagina bianca del mio Mac e ho iniziato ad ascoltarli, poi sono maturati man mano durante la scrittura. La nonna della protagonista, Erles è una dei miei preferiti, il suo grillo parlante, ma piena di segreti.

Le ambientazioni che sceglie provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?

Sono ispirate al reale ma sono proiezioni, invidio Isabel con la sua casa davanti al mare di Ostia!

Come può riassumere ai suoi lettori il suo romanzo? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?

La vita è fatta di presente, passato e futuro… in questo libro s’intrecciano con le tematiche a cui accennavo prima, riassumerlo in poche righe è complesso, ma direi che è la storia di donne che reagiscono alla paura, non fuggono e la affrontano a testa alta. Non arrendersi, lottare e con leggerezza calviniana, ballare.

È già al lavoro su un nuovo libro?

Sto scrivendo il seguito, una nuova avventura di Isabel Blanco.

 

Silvia Casini

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