Buongiorno nostri affezionati lettori, oggi ritorneremo ad analizzare il fenomeno del fantastico, in particolare il fantasy, in Italia, precisamente nel suo ruolo di metafora della realtà. Certo, per l’italiano medio è un genere per bambini ed è considerata letteratura di serie b, dimenticandosi che i grandi classici della letteratura italiana, come la Divina commedia o l’Orlando furioso si basano interamente sulla mitologia e su diversi elementi fantastici.
Ebbene, il fantastico è sempre stato una metafora per narrare la vita. Non confondiamolo con il fantasy, quest’ultimo è una branca del fantastico, come lo sono l’horror e la fantascienza. Guardiamo i miti, ma anche le fiabe oppure i modi di dire. Secondo voi da dove vengono i detti “morir dal ridere” e “le bugie hanno il naso lungo”? Da Pinocchio. In una scena, Pinocchio riesce ad uccidere un serpente facendolo crepar dal ridere e naturalmente tutti sanno dell’ovvia relazione tra il suo naso e le falsità.
Ma parliamo anche della cronaca nera: le creature dell’incubo vengono associate a tragedie proprio per evocarne la crudeltà. Il licantropo di Hannover, il vampiro di Dusseldorf, l’orco pedofilo, la strega di Barcellona. Oppure i pianeti i cui nomi ovviamente derivano da dèi e titani greci. Il fatto che siano protagonisti in riviste scientifiche annulla il significato mitologico dei loro nomi?
La nostra cultura è così immersa nel fantastico che ironicamente non riusciamo nemmeno ad accorgerci della sua presenza. Un giorno farò un video più dettagliato su questo argomento, promesso.
Quindi il fantasy, è solo un altro modo di trattare la realtà e la sua complessità. Analizziamo due libri urban fantasy che esplorano direttamente e non il problema della mafia. Il primo è Strange Activity, pubblicato dalla Plesio Editore:
“Strange Activity. Investigazioni, esorcismi e minchiate varie”. Questo è il biglietto da visita di Angelo Strano, svogliato investigatore dell’occulto dal carattere estroverso. Il suo lavoro consiste nell’occuparsi di casi anomali che nessuno riesce a risolvere, ed è proprio per un problema del genere che viene contattato da un noto boss mafioso catanese. L’uomo vuole che Angelo protegga Regina, la sua adorata figlia minacciata da una strana creatura. Malgrado le insistenze della sua assistente Vera, per Angelo accettare l’incarico è fuori discussione: lui non lavora per i mafiosi. Tutto cambia, però, non appena tocca accidentalmente Regina: la vede in fuga, assalita e uccisa da un mostro. Sì, perché Angelo riesce ad avere flash della morte imminente delle persone con cui viene in contatto. Una maledizione, più che un dono, perché il futuro non può essere cambiato. Ma arrendersi senza provare non è un’opzione.”
Come potete vedere leggendo la trama, il libro si presenta come una black comedy. L’intera storia, pur avendo temi seri, come appunto, la mafia, riesce a strapparti più di un sorriso. Sebbene alcuni lo abbiano additato come paranormal romance, è un urban fantasy, per il semplice fatto che l’amore è un elemento messo in secondo piano.
Strange Activity è un libro in cui il fantasy è il mezzo col quale si tratta la mafia, un tema molto delicato. Una cosa del genere l’avevamo già notata nel cartone de Paolo, Giovanni e il mistero dei Pupi, dove la mafia viene impersonata da un mago che rende le persone burattini, togliendo loro l’anima. Ed ancora c’è qualcuno che grida che i cartoni non possono trattare di temi seri.
Attraverso il personaggio di Bonaccorsi, comprendiamo anche l’evoluzione del sistema mafioso: se una volta c’era un briciolo di onore tra i vari clan, ora si arriva a calpestare le cose più care in nome del dio denaro. Bonaccorsi stesso dice che non ci sono più uomini onorevoli, ma solo affaristi.
La famiglia, che già nella mafia è un valore distorto, qua viene completamente demolita. Sono i soldi che muovono tutto, non l’amore per i propri cari.
Insomma, in Strange Artivity, viene mostrato come questo sistema ossessioni e corrompa chiunque, portandolo a compiere atrocità in nome dei propri interessi.
Ora parliamo dei personaggi:
Angelo Strano (il cui cognome riassume l’essenza del personaggio) è la versione combina guai e farfallona di Dylan Dog. Si presenta come un personaggio complesso, con un’etica: inizialmente non vuole lavorare per un boss mafioso, cambia idea soltanto quando prevede la morte della figlia, una ragazza a tutti gli effetti estranea agli affari del padre. Inoltre ha un dono/maledizione, ovvero la possibilità di vedere le morti imminenti delle persone. Angelo si presenta come un personaggio sopra le righe, combina guai, sarcastico, ma anche coraggioso.
Poi abbiamo Vera, che è l’equivalente di Groucho, ma a differenza di lui è un “tantino” irritabile. Per la maggior parte del libro ricoprirà il ruolo di segretaria/aiutante/tuttofare di Angelo. I due condividono una relazione strana di amore/odio, a tratti sadomasochista, ed in un certo senso si completano a vicenda.
Regina è la figlia di Bonaccorsi. Lei non vuole seguire le orme del padre (vuole diventare magistrato), rimpiange quando la sua era una famiglia povera, ma felice, dove ancora il malaffare non aveva corrotto l’amore paterno. Regina è in un certo senso la figura su cui ruotano tutti gli eventi della storia, è la pedina principale per vincere una partita a scacchi. Ma Regina rappresenta anche la possibilità di riscattarsi da un ambiente considerato “sporco” e creare una nuova opportunità alla propria vita.
Menzione d’onore vanno a due personaggi: il primo, la cui filosofia è “fai atrocità, ma se ti confidi con Dio, lui ti perdonerà”. Egli riassume in maniera semplice la mentalità bigotta e disturbata di certi fanatici religiosi. Il secondo è lo Slender man, sì, c’è il famoso personaggio delle Creepypasta, solo che adesso, invece di andare dietro ai bambini, è agli arresti domiciliari e fa commerci non molto legali.
In conclusione, Strange Activity dimostra che il fantastico può essere un mezzo per denunciare certe realtà attuali. Un romanzo che sa divertire e far riflettere.
Ora passiamo a The gift, pubblicato dalla Dunwich Edizioni.
“Katie Corfield ha un dono: riesce a entrare nella mente delle persone in coma, a guidarle in sogno e infine a riportarle in vita. Con l’aiuto di Matt O’Brien, suo amico e assistente, è riuscita a salvare molte persone. La fama è però un’arma a doppio taglio e Katie lo scopre sulla sua pelle quando viene rapita dal boss Alexander Mancini. L’uomo, incurante delle guerre tra clan che stanno dividendo Boston, ha il solo obiettivo di salvare il figlio Daniel, caduto in coma dopo un tentato omicidio. Mentre Katie è costretta a intervenire da sola in una situazione in cui fallire equivale a morire, Matt cercherà in tutti i modi di raggiungerla nel disperato tentativo di salvarle la vita. Rischiando di perdere se stessa nei violenti ricordi di Daniel Mancini, Katie scoprirà che l’aggressore del giovane è molto più vicino di quanto creda.”
Il libro The gift è il primo di una serie thriller paranormale che ha per protagonista la nostra dolce e sfortunata Katie che ha il dono (o la maledizione) di avere poteri telepatici. Un punto in comune con Stefano Strano.
Katie è una ragazza schiva, conscia di avere un fardello sulle spalle: entrare nella mente degli altri può rivelarsi un’arma a doppio taglio, in quanto rischierebbe di perdere sé stessa. Si dimostra però anche una persona incredibilmente empatica, ma capace anche di autocontrollo, tanto da non avere una crisi di nervi durante il sequestro.
L’unica nota negativa che si potrebbe dire su questo personaggio è il fatto che si sa poco del suo background, in quanto la storia esplora più il rapporto tra i membri della famiglia Mancini. Spero che con il seguito si esplorerà meglio il passato della protagonista.
Parlando degli altri personaggi principali, Matt è la spalla di Katie Si sa poco anche del suo passato, ma noi lettori sappiamo solo che è un amico di vecchia data della protagonista, sopravvissuto al misterioso incidente che le donò le facoltà telepatiche. Matt è l’unica persona che può contattare Katie mentre ella è nel regno onirico. Si dimostra un uomo coraggioso ed in parte astuto, in quanto è riuscito da solo ad infiltrarsi dentro un rifugio di mafiosi. Purtroppo, avendo un background non approfondito, non potrei fare un’analisi più dettagliata.
Interessante è invece il rapporto tra Alexander e Daniel Mancini: un padre violento, che però è affezionato al figlio, ed un figlio che vuole dissociarsi dall’ambiente criminale in cui è cresciuto. Nonostante in Strange Activity sia presente un rapporto simile, Bonaccorsi ha smesso di amare la figlia. La odia, in quanto intralcio ai suoi affari.
Abbiamo quindi due padri che pur vivendo nello stesso ambiente, si sono rapportati in maniera diversa verso il prossimo. Mancini è la mafia che ancora conserva qualche sentimento umano, sebbene distorto, Bonaccorsi è la nuova mafia, un’organizzazione più spietata, che venera il dio denaro, calpestando perfino concetti come l’onore.
Per parlare di questi due personaggi, si dovrà introdurre quello che è il tema principale del romanzo: la famiglia, in tutte le sue forme.
Sappiamo che Mancini è un boss mafioso e la mafia nasce da una concezione corrotta di famiglia. Eppure ama suo figlio tanto da mettere in secondo piano gli affari del clan, dimostra quindi di provare ancora una forma di sentimento puro paterno. I Mancini sono una famiglia disgregata dalla criminalità, tuttavia è proprio la disperazione del boss a portarlo verso un percorso di semi redenzione.
Daniel, come Regina in Strange Activity, è la pecora nera della famiglia: non vuole seguire le orme paterne, vuole una vita normale, si vergogna del suo status di “figlio di un mafioso”. A causa del suo rapporto conflittuale con Alexander, non è mai riuscito a comprendere la disperazione del padre, tanto da sospettare che sia stato lui a sparargli.
Famiglie un po’ disastrate sono anche quelle di Katie e Matt: il secondo è divorziato, la prima ha avuto un padre negligente. Il fantasy e la mafia, quindi, sono mezzi per narrare questo importante tema, a differenza di Strange Activity, dove il tema centrale è proprio la criminalità organizzata e la sua natura corruttrice.
Il ritmo del romanzo è calzante, in quanto Katie ha un tempo limitato per svegliare Daniel, prima che entrambi muoiano. L’elemento paranormale è interessante, in quanto esploreremo i pericoli e le tecniche delle abilità telepatiche della protagonista.
In conclusione, The gift si presenta come un buon esordio, dove l’elemento paranormale è una metafora per trattare dei problemi della vita.
Ultimamente è uscito il seguito, The dream, la cui trama sembra ancora più intrigante del primo libro.
Piccola menzione d’onore va al Team Rocket nel videogioco Pokémon: esso è a tutti gli effetti un’organizzazione mafiosa e si differenza dagli altri team per il fatto che il proprio scopo non gira attorno ad un Pokémon leggendario, ma al profitto. Il Team Rocket compie veri e propri traffici di creature semi senzienti in nome del dio denaro, arriva addirittura a compiere atti terroristici ed esprimenti scientifici illegali. Il nome di Mewtwo vi dice qualcosa?
Quindi, affezionati lettori, quando voi sentite che il fantastico è un genere per bambini che annebbia la mente, sorridete, pensando a quanto povera è la sua attività cerebrale.
Debora Parisi
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