Sonia “Syssa” Sacrato è nata e vive a Padova. Torino-dipendente da tempo immemore, aspira alla doppia cittadinanza per meriti affettivi. Governante full-time dei Kiss, tre gattoni nati per delinquere, nel tempo libero lavora come segretaria presso un’agenzia di rappresentanza. Ha pubblicato diversi racconti in antologie e riviste online, e imbrattato infinite pagine virtuali del suo blog Scrivo a vanvera. Recentemente si è avvicinata al genere noir, dove dà spazio e voce al suo ruvido, pessimo carattere. La mossa del gatto è il suo primo romanzo e uscirà per Golem Edizioni.
La trama è a dir poco avvincente. Ecco la sinossi ufficiale: dopo la morte della nonna materna, Cloe viene costretta dalla madre ad accompagnarla a Vas, il paese d’origine, per svuotare la vecchia casa prima della messa in vendita. Il ritorno in questo luogo sperduto, custode di brutti ricordi d’infanzia, rende Cloe nervosa e impaziente di andarsene per lasciarsi il passato alle spalle. Quando tutto sembra ormai sistemato, rinviene una vecchia scatola di latta che racchiude una roncola e un fazzoletto apparentemente macchiato di sangue, avvolti in un foglio di giornale del 1956. Incuriosita dall’insolita scoperta, con l’aiuto del vecchio amico Fabrizio maresciallo dei carabinieri in pensione e l’appoggio silente del fidato gatto Pablo, Cloe si lascerà travolgere in una sfuggente indagine sul filo del pettegolezzo paesano dove chi sa, ha buoni motivi per tacere. Sotto la lunga e, apparentemente lontana ombra del disastro di Marcinelle, l’esplosione della miniera belga in cui morirono 262 operai, si intrecciano le storie e i destini degli abitanti del piccolo paese montano. Tutto pare senza soluzione, ma sarà proprio grazie all’intervento del gatto Pablo che verrà a galla una dura, quanto inimmaginabile, verità.
Noi l’abbiamo intervistata per saperne di più sul suo libro che promette tante sorprese e bei colpi di scena. Una chicca che vi sveliamo in esclusiva: il romanzo sta andando a ruba. Praticamente, è già esaurito prima ancora di uscire in libreria, tutti i distributori lo stanno richiedendo alla casa editrice, che ha dovuto far stampare e ristampare copie a iosa.
Insomma, vi avvisiamo: La mossa del gatto uscirà l’11 aprile per la collana Le Vespe e non potrà di certo mancare nella vostra libreria, soprattutto se amate l’adrenalina. Nel frattempo, leggete l’intervista all’autrice, che oltre a essere brava con la penna, è bella e super simpatica!
Hai carta bianca e tre aggettivi per descriverti…
Sono semplice, complicata e contraddittoria.
Mai senza…?
I miei tre ra-Gatti. Anche se quando mi demoliscono casa minaccio di spedirli in un collegio del vicentino…
Cosa ti piace leggere?
Prediligo gialli e noir ovviamente, ma spazio in tutti i generi a seconda dell’umore del momento. Spesso ho voglia di cose più ironiche e divertenti, e non disdegno alcune collane di fumetti.
Se dovessi esprimere tre desideri?
Vivere ancora un giorno con mio padre. Una mansarda, seppur piccola, con vista sulla Mole. Una spalla su cui appoggiare la testa la sera.
La tua vita in un tweet?
La descrizione che uso per il profilo facebook: “Sono malinconica con una forte predisposizione al caos. E no, altri pregi non credo davvero di averne”.Non è farina del mio sacco, l’ho trovata in rete, ma credo mi calzi su misura.
Parlaci del tuo romanzo. A chi lo consiglieresti e perché?
È un noir a cui ho cercato di dare un’impronta ironica, a tratti divertente ma realistico. Il ritrovamento dell’arma usata per un delitto avvenuto nel ’56, diventa quasi una sorta di pretesto per risolvere questioni familiari rimaste sospese per anni e che è tempo trovino una loro collocazione, anche emotiva, nella vita dei personaggi. Lo consiglierei a chiunque stia cercando un libro che lo incuriosisca e lo faccia calare in un mistero irrisolto, ma che possa regalargli soprattutto, momenti piacevoli in leggerezza.
Come sono nati i personaggi?
Sono arrivati quando ho iniziato a sviluppare la trama. Ognuno con una personalità forte e già ben definita, difficile anche da indirizzare verso una specifica meta. Quando ho cercato di dettar legge per questione di etica e trama, mi hanno boicottata bloccando la scrittura per due settimane.
Le ambientazioni scelte provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?
Le ambientazioni sono per lo più reali, in particolare quando descrivo Vas (il paesino del bellunese dove si sviluppa la vicenda) e la casa della nonna di Cloe. Le proiezioni dell’anima le ho riversate nelle situazioni e nelle emozioni vissute dai personaggi.
Come puoi riassumere ai potenziali lettori il tuo romanzo? Qual è il messaggio che hai voluto trasmettere?
Riassumendo ai minimi termini potrei dire che è la storia di Cloe Damiani, una professoressa di arte che di precaria non ha solo la professione. Si trova ad un certo punto della sua vita a dover fare i conti con un omicidio e un dramma familiare tenuto nascosto per oltre cinquant’anni, ma che è strettamente collegato ad una sorta di blocco emotivo con cui fa i conti da quando era piccola. Per più di vent’anni l’ha sfuggito evitando ogni tipo di confronto ma si troverà a dover necessariamente tirare le somme. Il messaggio che vorrei arrivasse è che l’unico modo per superare un dolore o un trauma è quello di permettersi di viverlo e affrontarlo. Cercare di sfuggirlo o procrastinarlo è inutile e dannoso, perché non permette di viversi al meglio e in pienezza quello che c’è “qui, e ora”. Che forse è la sola cosa che faccia sentire vivi, davvero.
Sei già al lavoro su un nuovo manoscritto?
L’idea e l’impianto ci sono. Cloe non riesce a esimersi troppo a lungo dall’infilarsi in qualche casino, e Fabrizio pare non veda l’ora di poter correre a tirarla fuori dai guai. Speriamo non facciano troppi danni.
Silvia Casini
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