“La prossima volta vieni a casa mia” dice un uomo di statura media, capelli scuri come carbone, con gli occhi fissi dentro a quelli di una donna seduta accanto a lui in metropolitana. La donna sorride e il sollievo del suo respiro arriva a me che sono seduta di fronte a loro, guardando la coppia che profuma di un incontro nato la sera prima, la notte vissuta danzando dentro a lenzuola rosse, il sole a mezzogiorno alla finestra li ha sorpresi spettinati e sudati. La donna ascoltava in silenzio, con un’ espressione ferma sul viso l’uomo che non smetteva mai di parlare raccontando che era un militare, avrebbe voluto laurearsi in ingegneria e forse la sua vita sarebbe stata diversa, ma é felice del suo lavoro ed é appena tornato da una missione in Libia. Quando lui le prendeva la mano, lei la toglieva per vedere se la cercava nuovamente. É chiaro davanti ai miei occhi la paura di lei. Il timore che lui una volta sceso dalla metropolitana rientri nella sua vita di sempre e lei inizi ad attendere un messaggio che non arriverà mai. Ora la donna sorride, sorride ancora, sa che ci sará una prossima volta, una prossima volta a casa sua.
Roberta La Placa