L’avevamo già intervistata in occasione de I figli della follia, ma questa volta Vittoria Agostinelli ci parlerà del suo nuovo romanzo, L’eredità del principe, edito dalla 0111 Edizioni.
Ciao Vicky, come vedi ti abbiamo di nuovo invitato a questo salotto per discutere del tuo ultimo libro. Parlaci un po’ de L’eredità del principe.
Ciao a te e a tutto il team di Upside Down Magazine, grazie per questo nuovo invito. Il mondo de L’eredità del principe si è sviluppato intorno a una trama che avevo in testa da diverso tempo; una trama un po’ shakespeariana con alla base un tradimento familiare e il percorso di crescita di un giovane principe. Su queste linee base si è poi sviluppata tutta la storia e soprattutto l’ambientazione atipica, che unisce elementi antichi con altri moderni alla maniera di molti videogames.
Quali sono state le sue fonti d’ispirazione?
Le ispirazioni sono, come sempre, le più disparate e provengono da diversi ambiti. Sicuramente i videogames, la saga di Final fantasy o anche quella di Devil May Cry mi hanno dato diversi spunti soprattutto a livello di ambientazione, con le loro atmosfere a metà tra il passato e il futuro. Poi ci ha messo lo zampino anche la mia amata Cecilia Randall. In ultimo, si sente sicuramente qualche eco delle tragedie di Shakespeare.
Descrivici un po’ i tuoi personaggi.
I personaggi principali de L’eredità del principe sono tre: Lux, Loyal e Lullaby. Lux è il Principe che deve riconquistare il suo trono e il protagonista indiscusso di tutta la storia. Assistiamo alla sua crescita e maturazione dall’inizio alla fine, è sicuramente il più caratterizzato e quello che ho sviscerato maggiormente. Loyal è il coprotagonista, la guardia del corpo del Principe. Lui è un po’ la coscienza di Lux, il suo mentore ma anche un amico. Il rapporto tra i due è uno degli elementi più importanti del romanzo. Non spiego il ruolo di Lullaby per non fare spoiler. Sicuramente riserverà delle sorprese, è una donna forte e temeraria, sono contenta di averla creata. Poi c’è l’antagonista, il cattivo, che è Caecam… un tipo che non vorresti mai avere come parente, poco ma sicuro.
Com’è stato collaborare con la 0111 edizioni?
Finora posso dire che la collaborazione con la ZeroUnoUndici Edizioni è positiva. Ho lavorato con un’editor gentile e disponibile, inoltre sono molto soddisfatta della copertina che hanno realizzato.
Il libro è autoconclusivo?
Sì, al momento il romanzo è autoconclusivo. Come anche per I figli della follia, però, non si sa mai!
Quali sono state le critiche più curiose che hai ricevuto?
L’eredità del principe è appena uscito, per cui non ci sono state ancora delle critiche. Posso parlare però de I figli della follia, mio precedente romanzo. La critica più curiosa (se di critica si può parlare) deriva dal fatto che il romanzo non abbia un seguito. Tutti vogliono sapere cosa succede ai personaggi dopo l’ultima pagina! Per il resto, non mi vengono in mente critiche realmente strane o curiose da riferire.
Progetti futuri?
Al momento ho in cantiere un romanzo fantasy a tematica omosessuale che ritengo essere il lavoro migliore e più complesso da me realizzato finora, sotto moltissimi aspetti. Infatti non so quando vedrà la luce, voglio che sia il più possibile vicino alla mia idea di perfezione. Comunque è ancora troppo presto, ne riparleremo tra qualche anno (ride).
Parteciperai al Salone del libro?
No, purtroppo non parteciperò al Salone.
A ogni personaggio, che cibo abbineresti?
Questa domanda non me l’aveva mai fatta nessuno e mi piace un sacco! Vediamo, umh…
A Lux abbino una panna cotta, ovviamente guarnita con qualche salsa elaborata! A Loyal una minestra calda. A Lullaby della frutta, me la figuro tagliata a spicchi in un piatto. A Caecam una bistecca accompagnata da una coppa di vino rosso.
Grazie per lo spazio che mi avete dedicato e un saluto a tutti i lettori di Upside Down Magazine.
Debora Parisi
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