L’intruso

È notte fonda e senza ragione alcuna mi sveglio di soprassalto, apro a fatica gli occhi, accendo la luce, il mio sguardo è attratto da una macchia scura sul pavimento dinnanzi a me, ho un sussulto, allungo il collo, stropiccio gli occhi, per un attimo mi si ferma il cuore e mi si blocca il respiro, sto per svenire.

Cosa sarà mai quella macchia da cui sembrano spuntare delle zampette inquietanti, fate che non sia ciò che temo, come è possibile, pulisco e ripulisco il pavimento tutti i giorni ispezionando con zelo ogni angolo della casa, dietro ai mobili, tra le fessure, sopra e sotto i divani, eliminando ogni minima traccia di sporco, sarà certamente un’allucinazione, stropiccio nuovamente gli occhi e li spalanco a più non posso, ma è ancora lì.

Sono terrorizzata, faccio per mettere un piede giù dal letto quand’ecco che la macchia mi viene incontro, subito mi riapproprio del mio piede e mi arriccio su me stessa in preda al panico con la testa tra le ginocchia, di lì a poco sollevo lievemente il capo e sbircio con timore, sì, si muove, allora è come temevo, non è un ragno, nemmeno una formica, neppure una mosca, è proprio ciò che sospettavo, so esattamente di cosa si tratta, ma non oso pronunciare la parola.

Spengo e accendo la luce, abbasso e sollevo le palpebre, respiro profondamente e mi faccio coraggio, afferro una ciabatta lì accanto e colpisco con vigore quell’intruso per poi accasciarmi sul letto sfinita in attesa di sensi di colpa che stranamente non sopraggiungono.

All’improvviso la mente inizia a immaginare una famiglia di innominabili sotto al letto pronti a vendicare quel delitto efferato, tremo al solo pensarci, mi chiedo da dove sia potuto entrare, spero da solo e non in pessima compagnia, e quando mai, forse le notti precedenti era già lì accanto a fissarmi, che sia questa la ragione dei miei sonni disturbati che, ahimè, ora lo saranno ancora di più.

Respingo le mie ansie e corro in bagno scavalcando il luogo del delitto, medito sul da farsi, di certo devo disfarmi delle prove, mi armo di un fazzoletto di carta, uno straccio e detersivo per eliminare ogni traccia, una pulita alla ciabatta e tutto appare come prima, posso quindi tornare a dormire, ma mi manca l’ultimo passaggio, devo controllare sotto al letto e al cassettone per accertarmi che si tratti di un intruso solitario, come potrei riprendere sonno altrimenti.

Agguanto con entrambe le mani quel briciolo di coraggio che mi è rimasto, ispeziono la camera da cima a fondo e rincuorata mi assopisco con un occhio chiuso e l’altro aperto nella speranza che sia stato solo un brutto sogno.

Elisa Bollazzi

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