Michele Branchi è nato e vive a Genova dove si è laureato in lettere. Attore e autore teatrale e radiofonico, dal 1990 pubblica libri di narrativa e nel 2008 ha dato vita al commissario genovese Giorgio Capurro che è diventato
protagonista di otto suoi romanzi pubblicati con Robin Edizioni.
La sua ultima fatica letteraria è edita da Golem Edizioni: Litania delle madri. Si tratta di un romanzo teso, impregnato di spunti psicanalitici, che cattura il lettore in una trama ricca di colpi di scena e che lentamente costringe a guardarsi dentro.
Noi l’abbiamo intervistato proprio per saperne di più.
Hai carta bianca e tre aggettivi per descriverti…
Profondo, creativo, rigoroso
Mai senza…?
Mia moglie Maria Pia, grande artista a tutto tondo, con la quale sono in osmosi da una vita. La musica di Mahler, Bruckner, Shostakovich. I film di Kubrick (specie 2001 odissea nello spazio). L’amore per la pittura.
Cosa ti piace leggere?
Dostoevskij, Platone, Dickens, Proust, Conrad, Wilkie Collins, Israel e Isaac Singer, Simenon, Dickson Carr, Jung
Se dovessi esprimere tre desideri?
Vorrei allontanare la morte continuando a scrivere e a creare nuove realtà. Vorrei che la vita mi amasse tanto quanto io la amo in tutte le sue manifestazioni. Ma la vita non esiste che nelle nostre rappresentazioni. Non vorrei smettere di desiderare, che equivale a vivere nella totale consapevolezza di essere.
La tua vita in un tweet?
Ho sempre cercato e corteggiato il mistero, amato il viaggio più che la meta, la bellezza e l’armonia, la costanza della ragione, ma sono stato anche rivoluzionario e iconoclasta, soprattutto attore. Non ho mai perso l’entusiasmo, se non per un giorno, poiché nonostante il disincanto credo in me e nelle mie capacità, nel ricominciare e non mollare mai.
Parlaci del tuo romanzo. A chi lo consiglieresti e perché?
Io, uomo, ho sfidato la mia componente femminile nel cercare di calarmi nell’Io narrante di una donna. Un medico pediatra che subisce una metamorfosi totale, dentro e fuori di sé, rivivendo nella mente e nel corpo della propria madre una storia che riguardava i genitori e che aveva sempre ignorato. Una storia tremenda e sconcertante, svoltasi un anno prima della nascita della protagonista. Lo consiglierei alle lettrici che amano la psicanalisi, i noir viscerali e tenebrosi, dove l’erotismo si coniuga con la crudeltà e la provocazione estrema, e soprattutto per verificare fino a che punto sono riuscito a realizzare la mia sfida.
Come sono nati i personaggi?
Tutti i personaggi dei miei romanzi derivano dalla elaborazione creativa di persone che conosco o che ricordo di aver conosciuto non solo nella vita reale, anche nei film o sulle pagine dei libri. Spesso sono il risultato di un assemblaggio, di un puzzle, composto dalle frazioni di varie identità. Non fa eccezione Litania delle madri, dove ho scavato nella mia memoria per ricomporre delle figure attraverso le tracce che vi si sono sedimentate.
Le ambientazioni scelte provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?
Entrambe le opzioni in una sola. Le ambientazioni sotto il profilo topografico, toponomastico, storico, persino meteorologico, sono rigorosamente vere e reali. Ma poiché tutti i luoghi si danno a noi come la proiezione di una percezione interiorizzata degli stessi, è chiaro che l’anima giochi un ruolo fondamentale. Insieme alla memoria e al tempo. Si cerca sempre, seppure inconsciamente, di rivedere negli spazi nuovi i luoghi che ci portiamo dentro, e di rivivere esperienze già vissute. .
Come puoi riassumere ai potenziali lettori il tuo romanzo? Qual è il messaggio che hai voluto trasmettere?
Incubo, sortilegio, o che altro? Per cause inspiegabili la pediatra genovese Silvia Noli si trova bilocata nell’antico e popolare quartiere di Via Madre di Dio, (distrutto ormai da quasi 50 anni), durante l’estate del 1952, l’anno precedente la sua nascita. Incredula e sconcertata, Silvia scopre di essere Gina, sua madre, sposata con Roberto, suo padre, mitico partigiano comunista. La vita cristallina dei genitori le sarà oscurata da truci misteri e spaventose rivelazioni. Chi e che cosa si nasconde dietro l’uomo col borsalino, presenza inquietante scaturita dal nulla, di cui Gina si innamorerà, rimanendo intrappolata in un vortice di malefiche seduzioni? Ombre sinistre risalgono dalla guerra di Liberazione e dall’infanzia di Gina, indemoniando il presente della protagonista.
Nulla è sepolto nel tempo. Tutto vive e pulsa nel cuore dell’Essere. Lo segnalano le voci dei morti e dei mai nati, che infestano l’universo sussurrando il destino di chi le sa ascoltare.
Accanto all’inconscio personale, collettivo, esiste pure un inconscio psicogenetico, che si trasmette tramite il DNA ai discendenti della stessa stirpe, condizionandone e limitandone la libertà di pensiero e di azione. Il suo potere è forte. Impossibile non accettarlo, è già operante in noi. Si può e si deve soltanto venire a patti con esso, capire fino a che punto e in che misura interagisca col nostro Sé.
Sei già al lavoro su un nuovo manoscritto?
Sto scrivendo il mio diciassettesimo romanzo, imperniato sull’undicesima indagine del commissario Giorgio Capurro.
Silvia Casini
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