E’ l’uomo sulla bocca di tutti gli italiani e non, colui che per anni ha sempre dominato la scena in ogni campo, che sia politico o imprenditoriale, dimostrando fermezza a non voler mai lasciare la propria immagine nel dimenticatoio; stiamo parlando di Silvio Berlusconi, padrone di Mediaset, ex Presidente del Consiglio, simbolo del centro destra per eccellenza da almeno 25 anni.
Un personaggio iconico, croce e delizia di molte persone, che siano suoi compagni d’avventura o semplici cittadini di questo paese; ovviamente la sua immagine non è mancata di essere citata, o criticata, in svariate pellicole nostrane, dimostrando come la sua egemonia abbia influenzato determinati pensieri andanti degli ultimi anni in Italia.
Molti sono gli autori che hanno azzardato tanto, chi facendosi due grasse risate (la parentesi berlusconiana dedicata a lui in Vacanze ai Caraibi di Carlo Vanzina) e chi invece cercando di affondare questa immagine ritenuta deleteria per la nostra politica (il dittico di colpi bassi che Nanni Moretti gli dedicò con Aprile e Il caimano); adesso è Paolo Sorrentino a dire la propria su Berlusconi, realizzando un’opera fiume incentrata sul contorno che questo personaggio di potere si è creato negli anni, tra una carriera permeata di sgradevoli individui e una vita matrimoniale allo sfascio a causa degli scandali sessuali che lo hanno coinvolto.
Titolo scelto Loro, che per via della lunga durata è stata divisa in due parti, dividendo a metà tale punto di vista ricco di sfaccettature graffianti e sarcastiche allo stesso tempo.
A ricoprire i panni dell’ex premier è ovviamente l’attore feticcio di Sorrentino, cioè quel Toni Servillo che col suo regista pigmalione ha dato vita a sagome di tutto rispetto in film come L’uomo in più, Le conseguenze dell’amore e l’opera premio Oscar La grande bellezza, e dopo aver interpretato Giulio Andreotti ne Il divo, sempre per il suo Paolo regista, tenta di bissare l’esperienza di dar vita ad un noto personaggio italiano senza scadere nel macchiettistico.
A far compagnia a Servillo in Loro 1, titolo scelto per la divisione, troviamo un cast variegato e assortito, composto da Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Anna Boniaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Machela Cescon e Roberto Herlitzka, tutti presi ad interpretare personaggi realmente esistiti nel contorno berlusconiano, utilizzando per alcuni uno pseudonimo invece del nome proprio.
Le vicende prendono inizio nel 2006, al cospetto del manager Sergio Morra (Scamarcio), un insignificante agente per ragazze in cerca di successo, che intende assolutamente entrare nelle grazie dell’uomo del momento, ovvero Silvio Berlusconi (Servillo), irraggiungibile e mai disponibile per via dei suoi innumerevoli impegni.
In mezzo a questa lunga traversia per raggiungerlo veniamo a conoscenza di personaggi e sagome appartenenti al mondo politico imprenditoriale, gente come il laido ministro Santino Recchia (Bentivolgio) o il distaccato Riccardo Pasta (Memphis), come anche di donne in cerca di assoluta gloria come la bella Kira (Smutniak), che farà colpo su Sergio, promettendogli l’agognato incontro con Silvio.
Ed intanto quest’ultimo è chiuso nella sua villa in Sardegna, al cospetto della tradita moglie Veronica (Ricci), cercando di ricostruire i pezzi di un matrimonio ormai allo sbando.
Più o meno l’operazione lasciava ricordare le medesime intenzioni di un titolo come il succitato Il divo, ma mentre là si cercava di fare il punto su anni di storia italiana all’ombra di un nome pesante come quello di Andreotti, qua Sorrentino tenta la descrizione di un’egemonia pesante come quella ottenuta dall’immagine di Berlusconi negli ultimi decenni, capace di influenzare mentalità rampanti del mondo giovanile come anche quella di personaggi in là con l’età, e lo fà senza dimenticare la lezione di un Martin Scorsese in versione The wolf of Wall Street.
Per arrivare a ciò il buon Sorrentino utilizza la prima ora di questo Loro 1 solo per descrivere il contorno che appartiene all’universo berlusconiano, mostrando mentalità spietate ed intrise di cocaina pronte a tutto pur di toccare la vetta, tra le quali girano ricchi corruttibili senza scrupoli contornati da giovani ragazze che si danno a questi ultimi, come fossero pecorelle smarrite (e il film apre proprio con questa immagine, un piccolo ovino che si perde nella casa del premier).
Insomma, non che stavolta il noto regista partenopeo faccia un ulteriore personale passo avanti, anzi, per poter raccontare questa parabola italiana si rende più comprensibile del solito, dirigendo un lungometraggio semplicistico sotto ogni aspetto e meno criptico del solito (fortunatamente), azzardando a qualche allegoria visiva spicciola (una pantegana, anche riconosciuta come “zoccola” in zone campane, taglia la strada al camion dell’immondizia facendolo cadere tra i monumenti capitolini) e una fotografia del fido Bigazzi meno ricercata; della performance di Servillo si può dire che è meno caricata di quello che poteva essere, capace di delineare un’immagine di Berlusconi con fare divertito e usufruito da un insistito sorriso stampato in faccia, forse unico neo di tale interpretazione.
Per il resto si ha modo di assistere ad una carrellata di personalità chiave legate all’ex premier; Bentivoglio, Scamarcio, Smutniak, e così via sono volti partecipi a ricreare il peggio del peggio in questione, stimolando nello spettatore il ricordo di quali personaggi reali stiano interpretando.
Un film che insomma non la manda a dire, Loro 1 ha però il difetto di arrivare troppo tardi in riguardo, senza lasciare veramente sbalorditi sotto molti certi aspetti; staremo a vedere cosa avrà da mostrare Loro 2.
Mirko Lomuscio