Finalmente anche io, sono riuscita a vedere insieme a mia figlia, il film animato “Luca”, di cui tanto si è parlato nei giorni scorsi.
Ambientato in una splendida città di mare della Riviera italiana, l’originale film d’animazione Disney e Pixar Luca è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico, Alberto, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua. Luca è diretto dal candidato all’Academy Award® Enrico Casarosa (La Luna) e prodotto da Andrea Warren (Cars 3).
Luca Argentero (Lorenzo Paguro) presta la propria voce nella versione italiana del film, insieme a Giacomo Gianniotti (Giacomo), Marina Massironi (Signora Marsigliese) e Saverio Raimondo (Ercole Visconti), che sono anche tra i doppiatori della versione originale.
Ciò che colpisce della narrazione è che Luca Paguro assieme a Alberto Scorfano, andranno alla scoperta del mondo degli umani con coraggio, affrontando reticenze e timori.
Enrico Casarosa ha affermato che il film è una celebrazione dell’amicizia e “una lettera d’amore alle estati della nostra giovinezza – quegli anni formativi in cui stai ritrovando te stesso”. La storia è di fatto ispirata alla sua infanzia a Genova, con il personaggio di Luca basato su lui stesso e Alberto sul suo migliore amico omonimo.
Casarosa ha dichiarato inoltre: “Il mio migliore amico Alberto era un po’ un terremoto, io ero molto timido e avevo una vita un po’ al riparo da tutto – non avremmo potuto essere più diversi… Alberto mi ha spinto fuori dalla mia zona di comfort, e mi ha spinto giù da molti precipizi, metaforicamente e non. Probabilmente non sarei qui se non avessi imparato a inseguire i miei sogni da lui. Sono questi i tipi di amicizie profonde di cui volevo parlare in Luca, ed è quello che è al centro di questo film”.
Questa amicizia tra Luca e Alberto che si srotola lungo tutto il film è ispirata alle grandi storie del maestro Miyazaki.
E al di là delle bellissime musiche un po’ nostalgiche, che sono pietre miliari degli anni ‘50 e ‘60, l’amicizia, lo stupore, la gioia dei sogni dell’infanzia fanno da collante all’intera struttura narrativa.
Sogni, sì, perché di questo si tratta, ma anche voglia di scoprirsi e di scoprire l’altro, comprendere quella diversità che tanto spaventa, ma che affascina anche. Infatti, il personaggio di Luca andrà contro la propria famiglia e sfiderà le proprie paure pur di vivere sulla terraferma e di conoscere qualcosa in più su quelli che lui chiama “mostri terreni”.
È una storia molto tenera, visivamente curatissima e, per chi conosce la Liguria, inconfondibile negli scorci. È colorata e intensa, porta l’attenzione su una visione del mondo che fatica a inglobare la diversità, perché non la comprende, quando in realtà non c’è nulla da comprendere, perché i sentimenti sono gli stessi per tutti gli esseri viventi.
Da una parte, ricorda un altro classico Disney, La sirenetta, dove Ariel rinuncia alla propria vita da sirena in fondo al mare, per amore. Qui Luca non rinuncia alla propria natura di “mostro marino”, ma comunque la mette in gioco, rischia la sua identità pur di inseguire il sogno del suo amico Alberto che vuole viaggiare, vedere il mondo (che non sa essere così grande), a bordo di una Vespa.
Questo mondo molto grande e le tante cose che ancora Luca non ha mai esplorato, e che desidera approfondire, lo porteranno anche a scontrarsi con l’amico del cuore. Anche a costo di separarsi e poi ritrovarsi.
Qui sta la potenza evocativa di questo film animato: l’amicizia, la vera amicizia, supera ogni ostacolo e rimane salda anche se si hanno idee differenti. Anzi è proprio questa differenza di pensiero a rendere tutto più vero e più forte.
I due personaggi, soprattutto Luca, sembrano sul finale abbandonare un po’ quell’aura di meraviglia, di semplicità e innocenza dell’infanzia, per maturare, per diventare più grandi.
Sembrano tacitamente dirsi: “Non condivido le tue idee, ma ti voglio abbastanza bene per sostenerti e aiutarti a realizzarle”. E in fondo, questo dovrebbe fare un amico vero.
Nonostante alcuni stereotipi e cliché su una certa rappresentazione dell’italianità, sono da apprezzare i valori insiti nella storia e la trasposizione delle emozioni, anche quelle più scomode, che non sono solo quelle dei mostri marini verso i terrestri, ma anche quelle tra i diversi personaggi quando interagiscono fra loro. C’è la paura, la diffidenza, il disprezzo, l’intimidazione (viene trattato anche il tema del bullismo), ma anche la gioia, la meraviglia, l’autentico stupore, che si può avere da bambini e ragazzi (raramente da adulti).
In definitiva, è una favola meravigliosa, commovente, delicata e potente nel suo messaggio finale, ovvero che tutti siamo simili e le differenze contano, ma sono proprio le differenze a renderci unici, salvifici, prodigiosi.
Samanta Crespi
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