ManFont: intervista esclusiva a Marco Daeron Ventura

Benvenuti nostri affezionati lettori a questa nuova puntata della rubrica sulle interviste! Oggi, come ospite, abbiamo Marco Daeron Ventura, fumettista presso la ManFont. Scopriamo insieme i retroscena su Norby e Shadows.

Ciao Marco, parlaci di te. Com’è nata la tua passione per i fumetti?

Ciao a tutti! Beh, questa passione nasce da molto molto lontano… E cioè dalla mia infanzia. Sono da sempre appassionato da questo tipo di narrazione, e confesso che ho voluto imparare a leggere il più in fretta possibile in modo da non dover essere più vincolato a qualcuno che lo facesse per me. Perché tante volte il senso di una storia a fumetti lo si capisce senza leggere i testi, ma altre volte sono davvero fondamentali. Dalle prime letture (Topolino, Il Giornalino, Tex) mi sono poi avvicinato ad altri personaggi bonelliani (Dylan Dog su tutti) e al mondo dei manga… Ad oggi sono un lettore totalmente onnivoro, soprattutto di miniserie americane. Anzi, cerco di non fossilizzarmi su un genere ma di spaziare maggiormente. Certo, le storie “fantastiche” rimangono il mio tipo di lettura favorito.

Narraci della tua esperienza come fumettista.

Come sceneggiatore, ho cominciato da autodidatta per poi approdare alla Scuola Internazionale di Comics e affinare la tecnica. Da allora ho lavorato molto nel mondo del fumetto indie italiano, fondando una mia etichetta editoriale (la MDV Autoproduzioni) con cui ho pubblicato per esempio le prime avventure di Norby e i due libri di Shadows.  Poi mi sono specializzato anche come grafico editoriale e letterista. In modo da avere maggiormente il controllo sulle mie cose. Continuo a scrivere e a scrivere, e dopo un po’ di libri pubblicati con la ManFont (come anche Esso, l’ultimo fumettista o La guida per la dominazione del mondo) sono in trattativa per alcuni progetti con altri editori. Ci sono così tante storie da raccontare e così poco tempo per farlo… Questo spesso mi blocca un po’, paradossalmente.

Com’è nata la ManFont? E soprattutto che generi di fumetti pubblica?

La ManFont è nata in primis come aggregatore di autoproduzioni. I primi due fumetti stampati furono l’integrale di Arcana Mater e il primo volume di Esso, l’ultimo fumettista. Correva l’anno 2013 mi pare?  Poi è arrivato Norby! Dalla mia etichetta indipendente, la MDV Autoproduzioni, è confluito nella ManFont. Ingrandendosi, la ManFont è diventata un’associazione culturale. E tra poco si appresterà a  fare il grande salto, ovvero diventare casa editrice vera e propria. C’è una redazione vera e propria e insomma… Tante persone che ci lavorano alacremente in modo che tutto funzioni. Come fumetti pubblica veramente materiale di tutti i generi. Dalle storie più “fantastiche”, all’horror, dalle storie per bambini alle graphic novel di taglio più pop e/o intimista. Non c’è limite, basta che siano belle storie.

Cosa pensi di quelle persone che relegano il fumetto a una dimensione infantile?

È come sempre, in questi casi, una visione della cosa piuttosto limitante. Perché il fumetto, come qualsiasi mezzo di espressione, può essere usato in tanti modi, si può passare dalle storie di Topolino ai libri di vero e proprio graphic journalism. E non c’è un genere migliore di altri. È semplicemente una maniera di raccontare storie diverse tra di loro. Grazie al cielo comunque negli ultimi anni la tendenza sta cambiando, con un’attenzione sempre maggiore verso il fumetto che esce dai soliti stereotipi. E in questo, bisogna dirlo, qui in Italia dobbiamo ringraziare soprattutto Zerocalcare, che ha sdoganato un certo tipo di fumetto anche per il pubblico generalista non appassionato.

Parlaci dei tuoi fumetti. Norby e Shadows sono due generi opposti, cosa ti ha ispirato ad essi e soprattutto a quale genere narrativo tendi come sceneggiatore e disegnatore?

Io mi limito solamente a scrivere e ad occuparmi del lettering e dell’impaginazione grafica del libro. Cosa mi ha ispirato… Nel caso di Norby, è facile! Perché era un gattone realmente esistente. Che girava per casa combinando guai con la sua aria di superiorità… Era impossibile non farne un protagonista di qualche storia! Unendolo ad un certo gusto per le storie avventurose e disneyane. Tutto si sposava magnificamente! Shadows invece non saprei ben definire da dove “cominci”. Se da un lato sicuramente posso indicare Sin City di Frank Miller come opera ispiratrice, non so a livello personale dove andare a parare. Forse, rappresenta anche qualche mio lato inconscio. Rappresenta tante cose che nascondiamo dentro di noi. Non necessariamente quelle che sono mostrate nelle storie che ho raccontato, ma in generale. Non so dire a che genere io possa tendere. Come detto prima, mi sento piuttosto eclettico. E anzi, devo esserlo! Perché fossilizzarsi sempre sulla stessa cosa, non ci aiuta a crescere. Come persone e, in questo caso, come autori. Paradossalmente però non ho mai realizzato storie sul mio genere preferito: il fantasy. Chissà che prima o poi non capiti!

Quali sono i progetti per il futuro?

Al momento sto collaborando molto attivamente con la ManFont, su alcuni progetti anche qui molto diversi fra loro, ma di cui non posso ancora parlare. L’unico che posso citare è che sì, ci sarà sicuramente un nuovo libro di Norby in futuro! Sto già lavorando sul soggetto. E poi, come accennavo, sono in trattative con altri editori per altre storie a fumetti. Chissà dove mi porteranno!

 

Debora Parisi

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