Verso la fine degli anni Ottanta fece la sua apparizione nelle sale italiane un’opera atipica per il nostro panorama cinematografico.
Era il 1989 e Luciano Odorisio, regista dalla carriera variegata e autore di opere come Sciopèn, La monaca di Monza e Via Paradiso (quest’ultimo condivide più di un punto in comune col successivo Nuovo Cinema Paradiso), sfornò una commedia dark, permeata di ammaliante erotismo, intitolata Ne parliamo lunedì.
Commedia interpretata da un cast solito frequentare le commedie leggere di allora, in quanto comprendente un Andrea Roncato lontano dalle esperienze comiche col compagno d’avventure Gigi Sammarchi, quindi intenzionato a portare avanti la carriera solista avviata già con titoli come il dittico Rimini Rimini, e una bellissima Elena Sofia Ricci, reduce allora dal successo di critica ottenuto con Io e mia sorella di Carlo Verdone, film che le regalò un David di Donatello come miglior attrice non protagonista.
La storia è quella di una coppia sposata padrona del Motel Nevada, luogo dimenticato da tutti e che ormai tira a avanti a fatica. In mezzo, i due coniugi, Alma (Ricci) e Nicola (Sebastiano Nardone), i quali trascorrono il tempo lasciandosi andare a determinati giochetti passionali, tanto per rompere la routine.
Fino al momento in cui nella loro vita matrimoniale arriva il disc jokey Marcello Berardi (Roncato), uomo che farà breccia nel cuore della donna e che porterà un determinato scompiglio, scatenando una serie di situazioni destinate ad accompagnarli verso il mistero e, addirittura, l’omicidio.
Quindi, miscelando risate e senso del mistero, è evidente che Ne parliamo lunedì rappresenti un modo tutto particolare di affrontare una serie di generi messi insieme per una visione degna di nota.
Memore de Il postino suona sempre due volte scritto da James M. Cain (trasposto al cinema prima nel 1943 da Luchino Visconti, con Ossessione, poi nel 1946 da Tay Garnett e nel 1982 da Bob Rafelson, entrambi con titolo omonimo del libro), Odorisio gestisce questa trama da giallo di provincia con fare ispirato, gestendo una struttura – sceneggiata dallo stesso assieme a Franco Marotta e Laura Toscano – che unisca la verve comica dei suoi calibrati protagonisti ad un sottile senso della tensione, tanto da creare dal nulla qualcosa di originale nel settore.
Per Roncato si tratta di una delle performance più sentite, guidata da uno spirito drammaturgico ombrato da un leggero senso di ironia, mentre la Ricci splende per quanto bella e brava, disposta ad apparire anche in generose scene di nudo, insignita giustamente del suo secondo David di Donatello, stavolta come protagonista.
Del cast, oltre a Nardone, che ricopre il ruolo di un marito “felicemente tradito”, fa parte anche il minuto caratterista romano Francesco Scali, ora noto a tutti come uno degli interpreti del serial televisivo Don Matteo.
Edito in dvd da Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it), con sezione extra rappresentata da un’introduzione al film di sette minuti a cura del critico cinematografico Gianni Canova.
Mirko Lomuscio