Oggi il nostro ospite speciale sarà Martina Mura, sceneggiatrice e disegnatrice presso la Manga Senpai e autrice de Nel linguaggio dei fiori, manga che narra la storia di tre bambini ed affronta tematiche come l’abbandono, l’amicizia ed anche una buona lezione di botanica. Questo è il suo primo fumetto, ma ci ha donato una positiva aspettativa, in quanto la storia è adatta a qualsiasi target d’età e sa affrontare temi delicati con tatto.
Descriviti in tre aggettivi.
Se dovessi scegliere tre aggettivi, mi definirei riflessiva, un po’ distratta e coscienziosa.
Sono una persona molto riflessiva, a cui piace pensare e riflettere, dare tante interpretazioni delle cose che vede, ed essere curiosa di quali siano quelle degli altri. Questo mio pensare tanto, e spesso troppo, è qualcosa con cui convivo fin da bambina, e che da una parte mi ha portato a guardare le cose come tanti strati, mai come uno solo; ma dall’altra a sentirmi spesso in conflitto con me stessa, a non capire la direzione dei miei pensieri.
D’altra parte il passo fra perdermi nei miei pensieri e restare con la testa fra le nuvole per minuti e minuti è breve. Proprio per questo ho la tendenza ad essere piuttosto.. distratta.
Spesso nel bel mezzo delle conversazioni, potrei guardare un punto fisso, e la mia mente va in completo stand-by da ogni conversazione. Come avvenga questo fenomeno, non lo so nemmeno io. A detta di molti miei amici, in questi momenti, il mio sguardo diventa piuttosto malvagio, sembra che io stia meditando un piano malefico.
Infine mi definisco coscienziosa, almeno per quanto riguarda le mie passioni. Mi dedico e impegno molto in quello che amo, cerco di crescere e di migliorarmi sempre, sperando di riuscire prima o poi a raccontare al meglio le mie storie e i miei personaggi.
Come ti sei appassionata ai manga?
Mi sono appassionata ai manga grazie ai cartoni animati che davano in tv quando ero piccola. In particolare dopo aver guardato le Mermaid Melody, comprai il mio primo manga in assoluto!
Il tuo manga preferito?
Ci sono tanti manga che amo moltissimo, e temo di non riuscire a sceglierne uno solo! I miei preferiti in assoluto sono tre opere di Ai Yazawa : Cortili del cuore, Paradise Kiss e Nana, e due fumetti di Sahara Mizu: My Girl, e il volume unico Watashitachi no Shiawase na Jikan (che spero un giorno verrà edito in Italia).
Com’è stata la tua formazione da fumettista?
A livello di formazione, subito dopo le scuole superiori, ho studiato per due anni presso l’Accademia Europea di Manga. Prima di allora, ho frequentato dei corsi introduttivi (Manga Summer School) alla tecnica manga, presso la stessa sede.
Parlaci de Nel linguaggio segreto dei fiori.
Nel linguaggio dei fiori è una storia nata da un racconto che scrissi durante il quarto anno delle superiori. Inizialmente era molto più breve, e il piccolo Simone non era nemmeno presente! Alcune cose sono rimaste simili, altre sono cambiate radicalmente.
Tuttavia il caso vuole che il titolo sia rimasto sempre le stesso, sebbene all’inizio il legame con i fiori fosse meno presente nella trama. E’ una storia che parla di tre bambini che vanno in terza elementare, e che scoprono un modo per realizzare il loro sogno nel cassetto. E’ narrata attraverso gli occhi di Manuel, un bambino che vive il trauma dell’improvviso abbandono della mamma. Questa va via di casa, dopo aver distrutto tutte le sue piante, nonostante ci tenesse moltissimo. L’unica che pare essersi salvata è il piccolo cactus, che regalò al figlio pochi anni prima e di cui si prendevano cura insieme. Il bambino non sa spiegarsi il perchè di questo gesto, né riesce a trovare risposte da suo padre. Tuttavia i ricordi che ha, l’amore che lo lega a lei, non svaniscono, né vengono sostituiti dal rancore, vi è la sola ricerca di risposte e il desiderio di rivederla. Nell’anno che segue, in cui lui non vede sua madre, tiene sempre con sé il cactus in vaso, lo protegge come un tesoro prezioso. L’insieme di queste situazioni porta però il bambino ad isolarsi, a rifiutare gli amici, le partite a calcio, e tutte quelle situazioni tipiche del suo quotidiano, rifugiandosi nel disegnare i fiori e le piante su un album da disegno. Ed è quando farà l’ incontro di Erika, una bambina appassionata di giardinaggio e della lingua dei fiori, che scoprirà che un modo per realizzare il suo desiderio di raggiungere sua madre esiste. E in seguito si unirà a loro anche un bambino chiamato Simone. Non posso andare oltre per evitare spoiler, ma posso aggiungere che una delle mie ispirazioni per questa storia è stato Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett.
Erika, un po’ come Dickon, trasporterà gli altri due piccoli protagonisti in un mondo dai colori vivaci, che rigonfia i polmoni di aria fresca, e che fa sentire più vivi che mai.
Hai mai pensato di fare un seinen?
Sì! Il seinen mi piace moltissimo come genere. E dato che amo creare storie di target e generi diversi, non escludo mai niente!
Parlaci di manga senpai e della tua esperienza con loro.
Mangasenpai è la casa editrice che mi ha dato l’opportunità di pubblicare il mio primo fumetto e ha creduto nella mia storia. Le occasioni in fiera sono state poche finora, ma veramente belle. Ho avuto occasione di confrontarmi con i miei colleghi più esperti e di incontrare tante persone incuriosite dal mio volume. Questo mi ha emozionato molto! Essendo la mia prima vera esperienza, non ho molto da dire, se non che spero di migliorarmi e di crescere!
Debora Parisi
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