Distribuito da 01 Distribution, Non è un paese per giovani è il nuovo film di Giovanni Veronesi, co-produzione tra Paco cinematografica di Ilaria Cocuzza e Arturo Paglia, NEO ART Producciones e Rai cinema, in arrivo nelle sale cinematografiche il 23 marzo 2017.
Ne sono protagonisti Giovanni Anzaldo e Filippo Scicchitano nei panni di Luciano e Sandro, due giovani che, viste le poche opportunità professionali offerte dall’Italia, decidono di inseguire e realizzare i propri sogni avventurandosi in una pittoresca e oscura Cuba, dove incontrano la terza protagonista, Nora, interpretata da Sara Serraicco, ragazza interrotta che contribuirà al cambiamento delle loro vite.
Nel cast, anche Nino Frassica, che, insieme al regista, ai produttori, agli sceneggiatori Ilaria Macchia e Andrea Paolo Massara e a Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro, nonché autore della colonna sonora del lungometraggio, ha incontrato a Roma la stampa.
Quale vuole essere il significato di questo film?
Giovanni Veronesi: Non è un paese per giovani è un viaggio nell’anima, un film sincero, di quella sincerità cinematografica in cui il regista esprime ciò che pensa perché deve farlo. Un film comico e romantico, un romanticismo interiore che spinge i ragazzi ad andare fuori dall’Italia, in cerca di sogni e lavoro, non di soldi. All’estero si rendono conto di quanto gli italiani siano stimati e amati. La trasmissione radiofonica che porto avanti è stata un esperienza magnifica e ispirarmi sono state proprio tutte quelle vocine che venivano da ogni parte del mondo ad ispirarmi.
I tre protagonisti si evolvono progressivamente. Giungono ad un cambiamento?
Sara Serraicco: Proprio come il personaggio che interpreto nel film, io ho lasciato l’Italia, vivo in America, a Los Angeles, ma l’Italia mi manca. Nora contribuisce al percorso evolutivo degli altri personaggi, possiede un forte intuito e istinto che fa sì che si innamori di uno e diventi amica dell’altro.
Giovanni Anzaldo: Nel film, io inizio come cameriere in Italia e, nel viaggio, il cambiamento non coincide con la realizzazione di un sogno, ma con il cercare di colmare dei vuoti e delle cose irrisolte del passato. È un cambiamento anche a livello personale, dell’anima.
Filippo Scicchitano: Il mio personaggio è restio al cambiamento, poi, però, lo sente e ne è coinvolto dall’amico Luciano.
I produttori cosa possono raccontarci di questa esperienza?
Arturo Paglia: Giovanni Veronesi ha un animo molto giovanile ed una grande energia, ci ha fatto iniziare le riprese in Italia quando ancora non avevamo i permessi e le licenze per girare a Cuba.
Giovanni Veronesi: Io vorrei aggiungere due parole su questi due giovani sceneggiatori: Ilaria è silenziosa e riflessiva, ti fa capire così cosa va bene e cosa no, mentre Andrea è irruento e, in lui, rivedo me stesso da giovane. Ci siamo confrontati e scontrati spesso, e tutto questo ci ha permesso di spingere oltre, di osare in alcune scene forti. Tra l’altro, tracciando un pensiero scritto da mio fratello Sandro nella scena finale, ho voluto dedicare un momento del film alle persone che scompaiono all’improvviso, senza lasciare traccia. A rendere il tutto più vero e commovente, poi, provvede la canzone Lo sai da qui, scritta, diretta e interpretata da Giuliano Sangiorgi, dedicata al padre che non c’è più. È il leitmotif dell’intero film.
La parola a Nino Frassica…
Nino Frassica: Quando mi hanno chiamato per propormi questo film, ho visto che la produzione si chiamava Pago, quindi ho pensato che era bene accettare, perché avevano i soldi (ride). Poi, invece, ho notato che si chiama Paco, con la “c”. Ho accettato ugualmente e vorrei ringraziare Giovanni per avermi dato questo ruolo. Ho notato che i ragazzi di oggi possiedono un entusiasmo ed un’energia maggiori rispetto a quelli che avevamo noi alla loro età.
Come ha lavorato Giuliano Sangiorgi a questa colonna sonora?
Giuliano Sangiorgi: Con i Negramaro avevamo già lavorato a colonne sonore di altri film, tra cui La febbre di Alessandro D’Alatri, Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido e Italians, sempre di Giovanni Veronesi. Questa è la mia prima esperienza da solista per una colonna sonora. Giovanni riesce sempre ad ottenere da me ciò che vuole, con dei ricatti ben studiati (ride). Mi ha chiesto in radio di fare la colonna sonora del suo prossimo film, ma io non potevo, poiché impegnato con il tour della band; poi, in diretta, ha annunciato che l’avrei fatta io (ride). Lui mi ha chiesto di scrivere ciò che sentivo, e, oltre ai Negramaro, ho chiamato dei jazzisti del Salento. L’opera di Luciano Pavarotti che sentite nel lungometraggio è cantata da Salvatore Cordella.
Emanuela Giuliani
© Riproduzione Riservata