Nuvole

Eccomi qui col progetto folle di partecipare al #writober2018, da un progetto del sito fanwriter.it Una storia al giorno, un prompt al giorno per 31 giorno. L’idea è di scrivere 31 one shot tutte collegate e farne una raccolta. La prima storia lanciata parlava della coppia Chantal-Luciano, oggi ve ne propongo un’altra.

Buona lettura.

Ladyhawke83

Le nuvole avevano sempre avuto una grande attrattiva per Chantal, che fin da bambina preferiva il cielo plumbeo alla banalità del celeste uniforme.

Cumuli di acqua e piccole polveri sottili che si spostano veloci, assumendo molteplici forme e sfumature passando dal viola al grigio scuro, come si può restare indifferenti ad un mare tempestoso coperto da un cielo altrettanto minaccioso, che si confonde all’orizzonte, solo un’artista come Chantal riusciva a cogliere il senso profondo di un banale fenomeno atmosferico. Dentro alle nuvole cariche di pioggia, lei ci leggeva la forza dirompente della natura che, indifferente agli esseri umani, si impone inevitabilmente, ora benevola, ora distruttrice.

“Cosa ci troverei mai in tutta questa pioggia?” Le domandava spesso il marito, quando la sorprendeva a camminare, zuppa dalla testa ai piedi, ma con lo sguardo perso a fissare il cielo.

“Non è solo pioggia, comunque cerco il senso, l’ispirazione…” rispondeva Chantal senza prendersela più di tanto, perché sapeva che Lucienne era fatto così. Tutto razionalità e lavoro, nessuno spazio per frivolezze, meno che meno “sentimentalismi” come li chiamava lui.

Eppure quell’uomo dagli occhi azzurri come il mare d’agosto, e dal passo svelto, ma svogliato, non era sempre stato così rigido e cinico.

Quando non erano che fidanzatini, poco più che ventenni, Luciano adorava uscire in mare, portandosi dietro lei e poco altro.

Aveva una piccola imbarcazione, ereditata dal padre pescatore, L’ aveva rimessa a nuovo e ne aveva fatto la loro piccola alcova, il loro rifugio.

Su quella piccola stanza galleggiante, dove c’era posto a malapena per due persone, loro avevano passato tanti momenti felici, avevano riso, avevano sognato di un futuro insieme, avevano fatto l’amore cullati dal rumore delle onde e dall’ondeggiare della piccola cabina dipinta di bianco e azzurro.

“Starei qui con te per sempre” Gli aveva detto lei abbracciandolo, ancora nuda, sotto di lui.

Luciano le aveva sorriso complice, aveva un così bel sorriso, uno di quelli capaci di insinuarsi nelle pieghe dei pensieri e restarci a lungo, senza andarsene mai del tutto.

“Anch’io, ma prima o poi dovremo rientrare…” Le aveva ricordato baciandole l’incasso del collo.

“Che fretta c’è?” Gli aveva chiesto Chantal con quel suo sguardo ammiccante “Godiamoci questi ultimi sprazzi di caldo e libertà, per pensare al futuro abbiamo tutto il tempo…” poi lo aveva baciato annullando qualsiasi suo tentativo di protesta, ricominciando quel gioco complice di corpi, sospiri e sguardi.

Com’era bello amarsi e perdersi in mezzo al mare, circondati solo da acqua e cielo, liberi, come gabbiani in volo, leggeri come nuvole di passaggio, pensò Chantal mentre camminava affianco del marito tutto impettito e contrariato da quell’acquazzone improvviso di inizio ottobre.

Ripensò a quell’estate sulla “Ladyhawke”, quello il nome della barca, dopo quella fuga d’amore incosciente, c’era stata l’università, il lavoro e un sacco di altre inutili cose, e loro due, per quanto avessero cercato di restare vicini, negli anni successivi, erano irrimediabilmente cambiarti. Le loro vite avevano preso direzioni opposte, ma nessuno dei due avrebbe mai confessato all’altro di sentirsi costretto in quel loro rapporto d’amore. 

Sia Chantal che Luciano avevano continuato, per anni, a cullarsi nell’illusione che il loro matrimonio non avesse bisogno d’altro che dei loro sogni condivisi e del sesso, quello ovviamente non mancava mai, anche se non era più così romantico.

Avevano semplicemente smesso di parlarsi davvero, ovvero si parlavano spesso, ma rimanendo sulla superficie di vuote parole dette solo per non scoprirsi le ferite a vicenda.

Certe cose era meglio non dirle, certi ricordi era meglio non farli riaffiorare alla memoria.

“Non ti piace proprio la pioggia, vero Lucienne?” Chiese Chantal, cercando di strappare un sorriso al marito pensieroso.

“No, lo sai. Mi ricorda mia madre, e non ci voglio pensare”. Rispose freddo lui, anche se subito dopo, cercò di aggiustare il tiro accarezzandole il braccio, come faceva da giovane innamorato.

“Mi dispiace, io l’adoro, fa sembrare i colori più vividi e il cielo più morbido e zuccherino” disse lei, tenendo l’ombrello trasparente tra loro due.

“Zuccherino? Solo tu potresti vedere in questo freddo grigiore qualcosa di dolce e piacevole”. Ammise Luciano, per nulla stupito dalle parole della moglie.

“E non è anche per questo che mi ami?” Domandò lei, con un luccichio adolescenziale nello sguardo.

“Sì, può darsi…” Bofonchiò lui distrattamente, mentre fissava lo schermo del suo smartphone.

Chantal sospirò, non era la risposta che voleva sentirsi dire, ma incassò con dignità, mentre gocce di pioggia finissima le si infilavano tra le pieghe del cappotto, raffreddando ogni speranza  e ogni pensiero nostalgico su suo marito.

{749 parole}

{2 ottobre. Prompt: Nuvole}

 

Samanta Crespi

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