Terra del genere ironico e drammatico per eccellenza, il cinema italiano di tanto in tanto riesce a tirare fuori dal suo cilindro qualche pellicola che tenta di sorreggersi su suggestioni e atmosfera, cercando di creare una storia mistery all’altezza della situazione, con tanto di riferimenti a tradizioni popolari di determinati luoghi della nostra penisola.
Ad azzardare a tanto è il regista Giuseppe Varlotta, autore del film Zoè, che con questo Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz costruisce su misura un prodotto di tensione, basato sulle indagini di un detective privato dal passato burrascoso e la vita poco soddisfacente; lui è Giovanni Andreasi, interpretato da Pippo Delbono, che di punto in bianco si ritrova a dover lavorare su uno strano caso di sparizione.
Durante la lavorazione di un film, l’attore Rainer Merz (Cosimo Cinieri) sparisce nel nulla, allarmando la troupe e soprattutto la costumista Rosa Carlini (Corinne Cléry), la quale ne denuncia la scomparsa.
Da qua Giovanni comincia le sue indagini e più avanzerà, più scoprirà determinate verità che mai avrebbe dovuto portare a galla, entrando a conoscenza di determinate persone misteriose che ruotano attorno a questa scottante vicenda.
La realtà ha in serbo per lui più di una sconvolgente sorpresa.
Quando nel nostro cinema si tenta la strada del thriller mistery, con guizzi registici che provano ad affidarsi maggiormente sull’appeal dei propri interpreti, il rischio di sembrare meramente parte di una piatta fiction televisiva c’è sempre, ed il qui presente Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz finisce con l’imbrogliarsi in tale inghippo, venendo fuori in tutta la sua monocorde messa in scena.
Per il regista Varlotta l’idea di dover sviluppare in primis un’intricata trama sarebbe dovuto essere il maggior elemento su cui basare l’intera resa, senza però calibrare degnamente atmosfere e, soprattutto, recitazione dei protagonisti, i quali, da Delbono alla Clery più i vari interpreti di contorno (Cinieri, un Luca Lionello nel ruolo del regista Lucio Brizzo detto “Stanley”), risultano essere vittime di una macchinosa spontaneità scenica, insopportabile per certi versi.
In più il film, avanzando tra i suoi momenti clou, che vanno dai flashback di Andreasi al coinvolgimento di una setta misteriosa, si ingarbuglia in uno script – a cura del regista stesso assieme a Paolo Gonella e Giovanni Casella Piazza – che in quanto mistery getta più materiale possibile nel mezzo, senza però accorgersi di quanto incasinata la narrazione diventi di minuto in minuto.
Ma nonostante i numerosi difetti da fiction televisiva, non tutto è da buttare in Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz, almeno stando a quella voglia di chiudere le danze con qualcosa che dia un degno alone intricante a tutto quanto.
Certo, i punti di riferimento, a detta del regista, sono lo Stanley Kubrick di Shining (avvertito proprio minimamente, se non per niente) e il Roman Polanski dei suoi thriller d’atmosfera (e già qua strutturalmente ci si avvicina di più), ma, dando a Cesare quel che è di Cesare, con questo prodotto di Varlotta possiamo ben dire di trovarci di fronte ad una versione poverella di Angel heart – Ascensore per l’inferno; è il massimo del complimento che si possa fare a questa pellicola mistery, e non è poco.
Mirko Lomuscio