Vi siete mai guardati negli occhi?
No, non guardati allo specchio, che quello è facile… lo fanno tutti.
Proprio negli occhi, intendo.
A me è capitato nel viaggio in treno che mi riportava all’aeroporto.
I bordi del mondo fuori dal finestrino si sono scoloriti e allora ho incrociato il mio sguardo, ho messo a fuoco me stessa.
Non ho potuto far altro che sorridere, ancora.
Quel che ci ho visto dentro sono state le lucine di autentica gioia che in nessun modo posso, né tanto meno voglio nascondere.
Qualche settimana prima avevo ricevuto una telefonata: -Vieni a Roma?-
Quante volte ci avevo pensato, a quella Roma vista soltanto una volta, desiderio inconscio e realtà imprigionata nel cuore per sempre.
-Impossibile- avevo risposto.
Ma la spinta alla vita, certe volte, fa tutto da sé.
Siamo partite, in veste per metà Lettrici e per metà Argonaute, che poi è un po’ come dire che siamo partite così, come siamo.
Qualcosa era nell’aria, Qualcosa stava per succedere.
E non una cosa qualunque, una cosa abbastanza.
Qualcosa di Troppo, come sempre quando ci sono in pista le emozioni che ballano.
Come la principessa nata da Qualcuno di Importante e Una di noi, ma ancora prima dalla penna di Chiara Gamberale.
Sarebbe stato troppo poco lasciarla soltanto scritta tra le pagine di un libro.
L’abbiamo vista nel suo ingresso sopra il palco di un teatro, il Piccolo Eliseo, gridare: IO ESISTO!
Siamo arrivate mentre il cielo di Roma piovigginava leggero.
Bizzarro come cambia la percezione del tempo quando si è felici. Il mio si dilata.
Tutti abbiamo il cuore a groviera, per qualcosa di brutto che ci è accaduto. Ma se impariamo a lasciare in pace quel buco e a vederlo come un passaggio segreto non ne verremo sovrastati e rimarrebbe lo spazio per tutte quelle cose luminose che ci carezzano.
Qualcosa è accaduto. Incontri inaspettati e piacevoli chiacchierate. Incontri vecchi e sempre belli. Incontri nuovi, fatti di sorrisi, abbracci e dediche. Poche parole scambiate su terreni promettenti. Sogni incrociati che forse prima temevo persino di avere. Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto che in un sabato qualunque sarei stata seduta sulla poltrona di un teatro a parlare di libri.
La fede è un concetto così controverso, eppure esiste. E la mia è credere fermamente al potere di questo ammasso di carta e parole. E a ciò che irradia tutto intorno.
E poi… poi Roma.
Antica città, grondante di bellezza che di nuovo mi ha lasciata senza fiato. La meraviglia di scoprirne la grandezza passeggiando sulle sue strade come fosse la prima volta, i piedi dolenti e gli zigomi all’insù.
Dietro ogni angolo un’immensità che riempie gli occhi.
Quanti se ne sono posati sulle tue pietre di storia.
Luci nuove, luci riflesse.
Un giorno durato un minuto o forse una vita intera, fuori da ogni tempo.
Siamo tornate alla base inevitabilmente più ricche, come sempre accade quando si intraprende un viaggio.
E in valigia con noi abbiamo portato nuovi SÌ di speranza per il futuro.
Erika Carta
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