Sogno di una notte: intervista esclusiva a Nykyo

Oggi abbiamo intervistato Nykyo, autrice per Triskell edizioni del romanzo Sogno di una notte che narra le vicende di Il’ya, un giovane fotografo sportivo freelance, con un amore per l’hockey e il balletto e un’antipatia viscerale per il pattinaggio artistico sul ghiaccio.

In apparenza cinico, sarcastico e con una propensione per gli uomini dal fisico massiccio e molto mascolino, durante una serata in discoteca, si ritroverà suo malgrado stregato da un misterioso ragazzo androgino che sembra un folletto.

Puck, come Il’ya finirà per ribattezzarlo, lo trascinerà dritto dentro un “sogno” da cui alla fine della notte Il’ya avrà ben poca voglia di svegliarsi.

Ma sarà vero che gli incantesimi delle fate svaniscono sempre all’alba?

Ha carta bianca e tre aggettivi per descriversi…

Curiosa, ottimista, appassionata. Credo che siano tre delle caratteristiche che meglio mi contraddistinguono e di sicuro sono i lati del mio carattere che più si influenzano l’uno con l’altro. La curiosità mi porta a scoprire sempre nuove passioni e l’ottimismo a coltivarle senza mollare mai, nemmeno davanti alle difficoltà.

Mai senza?
 
Il mio smartphone. Qualunque cosa consenta di comunicare con gli altri per me è preziosa e il mio telefono è irrinunciabile. Non solo mi consente di mantenere i contatti con gli amici e con le persone che ho modo di conoscere per lavoro e nell’ambito delle mie passioni, ma contiene anche l’applicazione sulla quale leggo più spesso i libri (avendo poco tempo e adorando leggere ho bisogno di poterlo fare ovunque) e tutta la musica che fa da sottofondo quasi costante alle mie giornate.
 

Il’ya e Puck (inchiostro su carta ruvida disegnato da Geeky-Sova)

 
Cosa le piace leggere?
 
Non ho un gusto letterario specifico. Nutro un amore sconfinato per i classici e adoro fantasy, giallo e ovviamente l’M/M, ma in realtà amo leggere di tutto; l’importante è come è scritto. Inoltre le distinzioni in base al genere mi hanno sempre vista dubbiosa, almeno quando vengono usate per dividere la letteratura con definizioni come “serie A” e “serie B”. Se un libro è ben scritto e mi emoziona il genere per me conta relativamente. 
 
Se dovesse esprimere tre desideri?
 
Ho una bimba di quattro anni è il mio primo desiderio, ovviamente, sarebbe per lei, per assicurarmi che il suo sia un futuro sereno. Il mio secondo desiderio? Di potermi dedicare solo alla scrittura e farne il mio unico lavoro nella vita. Come terza cosa, tanto per sognare un po’: vorrei avere una macchina del tempo, perché adoro la storia e mi divertirei un mondo a visitare varie epoche del passato e a conoscerne i protagonisti. 
 
La sua vita in un tweet?
 
Sono una mamma e una moglie felice che scrive fin da quando ha imparato a farlo. Per me la scrittura è il miglior modo di comunicare.
 
Ci parli del suo ultimo romanzo. A chi lo consiglierebbe e perché?
 
Il mio ultimo romanzo è anche il primo che viene pubblicato. Si intitola Sogno di una notte ed è edito da Triskell (collana Rainbow). Lo consiglierei soprattutto a chi ama molto l’introspezione perché, a differenza di altri progetti che ho in cantiere, in questo caso i pensieri hanno la meglio sull’azione. In generale, però, lo consiglierei a chiunque se la senta di affrontare un racconto introspettivo anche nella prospettiva di un seguito che lo sarebbe molto meno.
 
Come nascono i suoi personaggi, vi è un collegamento con la realtà?
 
I miei personaggi nascono in genere da una situazione iniziale che si forma nella mia mente. Un avvenimento, una scena specifica, per esempio. A volte, però, viene prima il personaggio della trama in cui si muoverà. È come se il personaggio saltasse fuori all’improvviso, dicendo: “scrivi la mia storia”. A quel punto non resta che svilupparlo in tutte le sue sfaccettature ed è una cosa che mi diverte un sacco fare. Quanto alla connessione con la realtà: difficilmente mi ispiro a una specifica persona esistente, ma un collegamento con la realtà c’è sempre. Il mondo che ci circonda è una grandissima fonte di ispirazione.
 
Le ambientazioni che sceglie provengono dal reale o sono anche una proiezione dell’anima?
 
Provengono dal reale, anche se possono spaziare come epoca storica rispetto al presente. Trovo, però, che anche solo in minima parte, ogni storia che un autore scrive (parlo volutamente in generale) sia una proiezione di sé. È inevitabile, per quanto distacco si tenga da trama e personaggi. Non penso che sia un male, se non si esagera sovrapponendo del tutto se stessi al contenuto del libro. Nel mio libro, per esempio si parla di alcune delle mie più grandi passioni, eppure non tutte le cose che il personaggio principale ama sono cose che amo anche io e, in ogni caso, non potrei avere un carattere e reazioni alla vita più diverse dalle sue.
 
Come può riassumere ai suoi lettori il suo romanzo? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?
 
È la storia di quella che dovrebbe essere solo una nottata di sesso occasionale tra due sconosciuti, uno de quali per tutto il tempo si rifiuta perfino di rivelare il suo vero nome (e viene soprannominato Puck come il folletto shakespeariano), e si trasforma in un’attrazione anche emotiva di quelle “a pelle”. Non ancora amore, ma qualcosa che potrebbe facilmente diventarlo. Il messaggio che volevo trasmettere è che non bisogna mai dare nulla per scontato o fermarsi a giudicare dalle apparenze e che a volte ci si può innamorare di qualcosa e di qualcuno che sono l’esatto opposto di ciò che ci piace di solito.
 
È già al lavoro su un nuovo libro?
 
Sto lavorando, lentamente ma con gran gusto, a due nuovi progetti, di cui uno un po’ particolare e forse anche un po’ meno romance e l’altro, invece, decisamente romantico e di ambientazione storica, visto che si svolge nell’Inghilterra degli anni ’30.
 

Silvia Casini

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